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Noi continuiamo a parlare, a mettere fiocchi rossi e segni in faccia. E loro continuano a morire. Si chiamava Vanessa Ballan, aveva 27 anni

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Ancora una di meno. Ancora una donna morta ammazzata a coltellate. A Treviso. Ancora una volta incinta di qualche mese, come Giulia Tramontano. E un altro figlio di quattro anni a casa. Ancora un femminicidio. Ancora per mano di un uomo che lei aveva già denunciato per stalking, senza che questo le abbia salvato la vita. Si chiamava Vanessa Ballan, aveva 27 anni. Noi continuiamo a parlare, a mettere fiocchi rossi e segni in faccia. E loro continuano a morire. E, nel frattempo, non c’è più rimasto nessun uomo che possa chiamarsi fuori. Perché anche chiamarsi fuori, anche solo non dire o fare niente, è parte del problema. Ma allo stesso tempo Nella storia del femmincidio di Vanessa Ballan c’è, una volta tanto, la storia di un uomo meraviglioso nella sua dignità: il compagno Nicola Scapinello. Si erano conosciuti presto, prestissimo. La classica storia d’amore nata sui banchi di scuola, poi la convivenza e un figlio, oggi di quattro anni. Entrambi originari di Castelfranco Veneto, da q

quando è no è no Lei è Alessia Orro, 23 anni, pallavolista del Vero Volley Monza e della Nazionale che ha trovato il coraggio di denunciare il suo

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da https://www.storiedeglialtri.it "Avevo 21 anni, un uomo mi scriveva di continuo sui social: complimenti, avance, poi minacce. L’ho bloccato, credevo avrebbe smesso. Un giorno l’ho trovato fuori dalla palestra, in quel momento ho capito che non si sarebbe fermato. Mi seguiva agli allenamenti, e alle partite, prenotava negli stessi hotel in cui alloggiava la mia squadra. Ho iniziato a soffrire di attacchi di panico, quando lo vedevo sugli spalti facevo fatica a concentrarmi sul gioco. Pensavo di non avere la forza, ma grazie al supporto delle mie compagne e della società, l’ho denunciato. È stato arrestato per stalking e finalmente ho ricominciato a respirare. Oggi, dopo tre anni, è venuto di nuovo a cercarmi. È stato doloroso riaprire quella vecchia ferita. Per lui provo solo schifo. Come ha potuto arrivare fino a questo punto? Far provare timore a una ragazza, farla sentire così a disagio? È più difficile se si affronta tutto da soli: non abbiate paura, denunciate ogni fo

Che giustizia è se non si rispettano le donne anche da morte?”

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IL   caso che     tratto oggi   è  uno  dei tanti   femminicidi   che  quotidianamente  avvengo  in italia  nel silenzio  quasi totale    se  non in trasmissioni di nicchia   ,  o  che non sia  qualche  caso eclatante    magari per  riempire  con la  cronaca nera   qualche   buco  oppure  occultare  \  far passare in secondo piano notizie  scomode     . Esso  è      il   Femminicidio  di   Giordana Distefano, avvenuto  6 anni fa  . Allora qualcuno  si può chiedere    ,ma  come è una storia  di 6  anni fa  perchè   ne  parli . Certo  è una  storia  lontana   cronologicamente  .  Ma  Come    è  ovvio   ed  scontato  , tranne che    per  i carnefici  e  i tribunali  la ferita non si rimargina, non può rimarginarsi.  Infatti   sono  passati ben  sei  anni    ed  la  causa   giudiziaria  è ferma    al primo  grado di  giudizio   . Se non fosse   per  la madre    finirebbe   nel   dimenticatoio  e   fra le  tante  cause  che  si prescrivono  Il  sito  dayitalianews.com/ in : << Femmini

in italia stiamo regredendo fra sessimo , razzismo , talebani nostrani parte 1

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 Infatti  Al patriarcato italico come dimostra anche il mio post precedente non servono barbe e kalashnikov, gli basta l’ipocrisia. Perché lui: 1) non vieta l’aborto, ma riempie gli ospedali di ginecologi obiettori, i consultori di personale cattolico e nega qualsiasi forma di educazione sessuale ed affettiva a scuola 2) non chiude in casa le donne, ma applica male una legge contro lo stalking che lascia a piede libero gran parte dei persecutori obbligando le vittime a vivere nel terrore o peggio essere uccise 3) non lapida le mogli infedeli in piazza, ma non fa nulla contro una cultura che legittima i maschi a stuprare ed ammazzare le donne che li hanno delusi 4) non impedisce alle donne di lavorare, ma le paga il 30% in meno dei maschi e le obbliga a chiedere il part time per potersi occupare gratuitamente dei lavori domestici. E dopo l’ennesime donne sgozzata dal marito, anche questa sera ci indigneremo perché i talebani impongono la sharia, e così dormiremo tranqui

Tragedia a Tortolì: Mirko muore a 20 anni per difendere la madre dall’aggressione dell’ex-compagno violento

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 Leggendo   le  ultime   notizie  sull'ennesimo femminicidio  avvenuto stavolta  in Sardegna   A  tortoli   più precisamente  mi  sono ritornate  alla mente     alcune  strofe    di  Non ricordo  più del mare    di Andrea Sisti  Sono qui sdraiato a terra Va di fretta la mia vita Mentre il sangue dentro brucia Mi si appanna anche la vista Ma un sorriso mi sorprende So che non morirò per niente               Ma  ora   veniamo   ai  fatti    Una terribile tragedia si è consumata la notte del 10 maggio a Tortolì (NU), in via Monsignor Virgilio, pieno centro:  Mirko Farci, giovane di 20 anni, è stato ucciso a coltellate mentre cercava di difendere la madre Paola Piras, 50 anni, dall’ex-compagno Masih Shahid, 29 anni . Il killer pakistano, un operaio, è stato arrestato nella mattinata di ieri dai carabinieri, poi è stato trasportato in caserma per l’interrogatorio. A dare l’allarme Stefania Piras, zia di Mirko, che abita nella stessa palazzina della tragedia, al piano di sotto. Stando al

Donna accusa l'ex marito: Costretta a fare sesso davanti ai nostri figli Donna accusa l'ex marito: Costretta a fare sesso davanti ai nostri figli Pisa: denuncia choc in aula durante un processo per stalking. L’uomo deve rispondere anche di lesioni e maltrattamenti in famiglia

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LO SPECIALE DEL TIRRENO: Basta violenza sulle donne da   http://iltirreno.gelocal.it/pisa/cronaca/2017/05/16/ PISA. Un matrimonio avvelenato dai rancori. Che deflagra in querele incrociate e porta in aula un 50enne accusato di una sfilza di reati che vanno dai maltrattamenti in famiglia alla violenza sessuale, dalle lesioni personali alla violazione degli obblighi di assistenza. È una storia che risale al 2013 e che racconta di un rapporto al capolinea quella che ieri mattina in Tribunale ha visto come testimone il fratello della parte civile, una giovane marocchina che con l’imputato (omettiamo il nome per non rendere riconoscibile la parte offesa e i due figli minori,  ndr ) un commerciante 50enne della provincia, ha messo al mondo due figli. L’uomo è difeso dall’avvocato  Andrea Pieri  e la donna dal legale  Ilenia Flamma . Tra i due è in corso una separazione giudiziale che descrive in parallelo il disagio di un ménage svuotato di sentimenti e riempito di livore. Anch