i miei regali natale 2013


 Inizialmente  non volevo   scrivere questo post  , non perchè i regali  non mi siano piaciuti  ,   anzi ..... ma  perchè non sapevo   cosa  scrivere ed evitare ovvietà  ed  evitare   , non basta mia madre   che mi  fa il predicozzo   perchè faccio regali a  tutti gli amici  \ conoscenti  ( in realtà ad  alcun regali ad  altri pensierini  )    che non se lo meritano  . Ma  poi    :
 1) leggendo  questo post  trattato da www.topolino.it

26 dicembre 2013
Buon Natale... il giorno dopo!

Ehi ragazzi!

Oggi non possiamo che incominciare con il più classico dei BUON NATALE!!! E visto che c'è da scommettere che sarete tutti impegnati a provare uno dei vostri regali spacchettati da poche ore, che ne
dite di raccontarci che cosa avete trovato sotto l'albero?
Lo sappiamo che la carta è ancora calda e avete arrotolato l'ultimo fiocchetto proprio poche ore fa.. per cui non ci sono scuse: passate di qui a raccontarci le sorprese che avete trovato sotto l'albero! Più tecnologia o dolcetti e maglioncini?
Noi abbiamo ricevuto un po' di tutto, ma il regalo più forte è stato quello di Pippo che ci ha regalato... bocche cucite finchè non ci rivelate qualcosa voi ;-)
Alla prossima
Tip&Tap

  2  ) pensando alla vignetta  di  Silvia  zinche  ---riportata  sotto  a destra ---   , mi sono detto ma il mio blog  non è condivisone    \  scambio  , ecc  . Ecco che allora  mi sono deciso  a descrivere   dei regali che ho fatto  e  che ho ricevuto fino  ad  oggi 27 dicembre  2013

io rientro nelle categorie ripetitivo e pensierini in quanto da un paio d'anni di comune accordo con altri amici ci facciamo dei pensierini qui nel mio precedente post natalizio le altre categorie Natale, dimmi che regalo fai (sotto l’albero) e ti dirò chi sei [ come risparmiare e.... ]
Analizzando il fatto credo che sia dovuto alla paura di sbagliare , poca voglia di decidere , mancanza di fantasia , ecc e quindi ad alcuni miei amici faccio lo stesso tipo di regalo ( come ad esempio al mio amico insegnante di strumento e chitarrista, di cui ho suggerito il  suo   libro nel post sui regali , regalo sempre cd musicali, e alla ragazza laureata e specializzata in lingue e letterature arabe libri con a tema l'oriente ., ad un altro e la sua ragazza , soprattutto lui che ha la passione per il te confezioni o tazze di te ) con le altre due coppie improvviso .


  Ho regalato  


Alla coppia del musicista
un cd di roberto palmas ( chitarrista da me precedentemente , non ho voglio di cercare in archivio, recensito su questo blog ) e l'ultimo cd di ludovico enaudi
alla coppia del ceramista
il romanzo di Jon Krakauer Nelle terre estreme, in cui viene raccontata la storia vera di Christopher McCandless, giovane proveniente dal West Virginia che subito dopo la laurea abbandona la famiglia e intraprende un lungo viaggio di due anni attraverso gli Stati Uniti, fino a raggiungere le terre sconfinate dell'Alaska e da cui hanno tratto il film Into the Wild - Nelle terre selvagge (Into the Wild) è un film del 2007 scritto e diretto da Sean Penn,
a l'altre due coppie due confezioni di the del commercio equo e solidale
all'amico  vegano     una confezione di nutella free   quella senza  latte e uova  
ad  un altra amica    che  sta  aspettando  l'ok del tribunale  per  l'adozione   questo libro



Invece io quest'anno ecco i regali che ho ricevuto e che credo li consiglierò l'anno prossimo nella mia annuale guida natalizia in quanto sia il primo che il secondo sto già iniziando ad "usarli "




Dalla prima coppia 

Demenza digitale di Manfred Spitzer 

Un libro in cui l'autore lancia l'allarme sull'uso eccessivo di smartphone e computer. «Riducono le nostre facoltà mentali. Andrebbero tassati, come le sigarette "
Alcuni  accusano   d'essere una sorta  di  gufo  , porta  iella  ,  cassandra  , ecc  . Ma   spesso     ci s'indovina   è il caso eclatante  di  Kal Ppper  nella  sua opera  uscita  , se non ricordo male  , postuma  ,  cattiva maestra  televisione   
 Infatti  

Sinossi

I lati oscuri della rivoluzione digitale. Con il gps è impossibile perdersi, senza gps non siamo più in grado di muoverci. I pc ci hanno alleggerito di parecchio il lavoro mentale e ci stanno atrofizzando il cervello, che è un muscolo che non abbiamo più occasione di allenare. Con il "copia e incolla" facciamo tutto in un attimo e non ci accorgiamo che l'uso di Word ci fa disimparare a leggere e scrivere. Facebook dice di volerci aiutare ad "aprire e condividere il nostro mondo con gli altri", ma dove si impara nei social network l'autoregolamentazione, il controllo delle situazioni, la gestione del contatto umano? Con Google possiamo trovare tutto ciò che vogliamo, o tutto ciò che vogliono i motori di ricerca, che annullano il nostro controllo dell'apprendimento. Con il nostro tablet, comodamente seduti in poltrona, abbiamo il mondo a portata di un touch, e in cambio abbiamo anche: insonnia, depressione, obesità, problemi al sistema cardiovascolare e muscolo scheletrico.
Ecco che  [.... ] I dati da cui parte Spitzer sono in effetti allarmanti: negli Stati Uniti i ragazzi fra 8 e 18 anni passano ormai in media 7,5 ore davanti a uno schermo, più che a scuola o a dormire (in Italia, secondo l'11° rapporto Censis sulla comunicazione, il 12,5 per cento dei giovani tra i 14 e i 29 anni usa i media digitali per più di 6 ore al giorno e un altro 15 per cento è fra le 3 e le 6 ore). «Usare continuamente computer o smartphone» spiega Spitzer «ostacola lo sviluppo o il mantenimento di capacità come la memoria, l'autocontrollo, la concentrazione, la socialità, che possono rafforzarsi solo interagendo con il mondo reale. E non si dica che i media digitali aiutano l'apprendimento: molti studi dimostrano che l'introduzione a scuola di computer, tablet o lavagne elettroniche non porta a un miglioramento nelle competenze degli studenti. L'idea poi di utilizzare i media digitali anche per l'educazione e l'intrattenimento di bambini in età prescolare può sfociare in un disastro: a quell'età lo sviluppo cerebrale passa attraverso la manualità, i giochi collettivi, l'attività fisica, il canto e il disegno».
Spitzer esagera? Pare di no. Basta guardare cosa accade in Corea del Sud, Paese che, per l'elevatissima penetrazione di media digitali (il 67 per cento dei giovani coreani possiede uno smartphone, e il 18 per cento di loro lo usa per oltre sette ore al giorno), sta diventando una sorta di vetrina, nel bene e nel male, del mondo informatizzato prossimo venturo. In Corea il termine «demenza digitale » viene usato già dal 2007 per i casi estremi di dipendenza da internet, un disturbo che, a vari gradi di gravità, riguarda il 12 per cento degli studenti. Ma, anche in questo quadro, lo scorso agosto ha fatto scalpore il caso di un quindicenne ricoverato in un reparto di neuropsichiatria di Seul con un nuovo tipo di «demenza digitale», molto simile a quella temuta di Spitzer. Il ragazzo non riusciva più a concentrarsi a lungo, né a ricordare nozioni scolastiche o anche semplici informazioni, come il pin per aprire il portone di casa. Secondo i medici l'eccessivo uso di dispositivi elettronici aveva atrofizzato la sua capacità di passare i ricordi dalla memoria di lavoro a quella di lungo termine.

Altri effetti, meno estremi, dell'overdose digitale stanno emergendo da ricerche condotte su adulti in Europa e Usa. Per esempio, la «nomofobia », dove nomo sta per nomobile-phone

, la paura di dimenticarsi il cellulare e restare isolati, è diventata comune come il raffreddore: in un sondaggio americano su 1000 persone ne è risultato affetto il 66 per cento dei rispondenti (e il 77 per cento di quelli tra i 18 e i 24 anni). Un altro studio ha invece rivelato che immagazzinare online ogni genere di dati fa sì che si ricordino gli indirizzi di archiviazione ma si memorizzi sempre peggio il contenuto di quello che si è salvato: stiamo delegando insomma la memoria al cloud, come abbiamo delegato il senso dell'orientamento al navigatore Gps.

Si rivela un mito anche la speranza che i social network migliorino la vita sociale: uno studio fatto su un milione di ragazze americane dice che quanto più usavano Facebook e simili, tanto più si sentivano isolate e depresse. E neanche l'osannato multitasking, la capacità di svolgere più compiti insieme consentita dai media digitali, si salva: quelli che lo praticano crollano nei test cognitivi svolti in ambiente reale, in presenza cioè di distrazioni, perché hanno più difficoltà a mantenere la concentrazione propria di chi è abituato ad affrontare solo un lavoro alla volta. 
«Per queste e tante altre ragioni» conclude Spitzer «ritengo che i media digitali stiano provocando danni crescenti nella società, e che andrebbero tassati per scoraggiarne l¿uso esagerato». Insomma smartphone e videogame come le sigarette...
«Le preoccupazioni sull'uso di nuovi media » replica però Juan Carlos de Martin, che insegna informatica e cultura digitale al Politecnico di Torino, «si ripetono in ogni tempo. Platone riferiva l'antica paura che l'introduzione della scrittura avrebbe danneggiato la memoria degli uomini, mentre Schopenhauer prevedeva che i romanzi avrebbero rovinato i giovani. Per non parlare del fiume di critiche che investe la tv da decenni. Ma l'umanità ogni volta si è adattata, usando i nuovi media per aumentare conoscenza e creatività». Quindi Spitzer ha torto? 
«Molte delle sue critiche vanno prese sul serio, ma penso che sia presto per dare giudizi tanto aspri su media che esistono solo da pochi anni: aspettiamo che il loro uso si normalizzi, e vedremo che molti degli eccessi attuali spariranno. È comunque ovvio che anche i nuovi media digitali, come i vecchi, dovrebbero essere usati in modo appropriato e ragionevole, soprattutto dai più giovani. Ma proprio i più giovani devono avere anche gli strumenti per decifrarli: al Politecnico tengo un corso su come riconoscere l¿informazione attendibile online e come produrne, ma corsi simili dovrebbero farli tutte le scuole, perché, se non ci si dota di strumenti culturali appropriati, anche i media digitali non faranno che aumentare le diseguaglianze sociali, avvantaggiando i pochi in grado di sfruttarne le potenzialità e svantaggiando i tanti che ne vengono ammaliati e travolti».  ( da ilmiolibro.kataweb.it  più precisamente    da qui  ) 


Altre informazioni


Listino € 19,90
 Editore Corbaccio Collana   
Data uscita 31/10/2013
Pagine 364 
Formato brossura 
EAN9788863805918

 regalo azzeccato    a tratti  ho  una  forte dipendenza  da  fb  e  sono troppo impulsivo nell'usarlo  (  chi è  fra i mie contatti lo sa  )  . Scrivo   condivido troppo infatti alcuni amici o parenti mnascondono i miei  post  . 

 dalla  seconda  coppia 
 Conoscenza  di Dalla   jazz  (sapevo che  suonava  il clarino   e lo anche sentito  nel mio primo concerto    , quando venne in sardegna  nel lontano 1989  )  , ma non immaginavo    che fosse un praticante   e discreto    jazzista . Quanti  quanti ricordi   nel  2  cd  ci sono  canzoni   che hanno segnato la mia infanzia  in particolare   causoi  , piazza  grande  , disperato  erotico stop . 
  già mi piace non c'è  bisogno di cambiarlo  coem imbarazzato mi aveva suggerito  

dalla terza  coppia


Corriere della Sera pubblica il libro “Nelson Mandela. Bisogna essere capaci di sognare” e ne ricorda, all’indomani della sua scomparsa, le grandissime doti politiche e umane attraverso i suoi discorsi più importanti, e le testimonianze di chi lo ha conosciuto in prima persona. Il volume è in vendita nelle edicole 
della Lombardia da oggi 7 dicembre e da domenica in tutta Italia a 4,90 € più il prezzo del quotidiano (è disponibile anche in e-book a partire da 3,59 euro).
Protagonista della lotta all’apartheid, che gli costò 27 anni di prigionia, premio Nobel per la pace nel 1993, presidente del Sudafrica dal 1994 al 1999, e strenuo difensore dei diritti sociali, civili e umani, Nelson Mandela è il simbolo della libertà, e della lotta per guadagnarsi una vita più giusta e migliore.
Con il libro il Corriere della Sera ne ricostruisce il profilo pubblico e privato, le sue battaglie e alcuni retroscena, e offre la possibilità di conoscere meglio, proprio attraverso le sue parole, una figura amatissima in tutto il mondo.
Il libro si apre con il discorso pronunciato a Pretoria nel maggio del 1994, in occasione dell’elezione a presidente della repubblica sudafricana e da subito risuonano con chiarezza il forte richiamo alla libertà per tutti, la necessità che ci siano innanzitutto giustizia, speranza in una vita migliore, emancipazione politica, nobiltà d’animo e la concezione di disastro come occasione per una rinascita.
Il libro continua con alcune testimonianze, da Laurell Boyers a Michele Farina, da Alessandra Farkas a Claudio Magris, da Arthur Miller in un dialogo con Nelson Mandela, a Matteo Persivale e Gian Antonio Stella, che parlano del suo impegno e delle sue battaglie, ricordano i suoi luoghi e il Mandela ispiratore di idee, ma anche di film e di canzoni.
L’efficacia e la chiarezza delle sue parole echeggiano nei più celebri discorsi pronunciati in momenti chiave della sua vita e della storia sudafricana, riportati integralmente a conclusione del libro: la dichiarazione all’apertura del processo alla suprema corte africana, il discorso in occasione della liberazione dal carcere, e alla folla radunata in Trafalgar Square per la manifestazione “Make poverty history” fanno conoscere a tutti le sue idee.
lo so che  è  un pensierino  ma  ogni uno regala ( anch'io  non con loro  , ma  con altra gente   ho fatto cosi   cioè  ho preso un regalo in edicola   )  quello che  può  e  poi  la coppia   d'estate  e a natale  sono i periodi che  lavorano  di  più in quanto   lui lavora  nelle ceramiche  e  lei fa  cassiera  della stessa ditta   hanno avuto poco tempo  e  soprattutto   quest'anno  i parenti  sono stati colpiti in pieno dall'alluvione  del 18-19 novembre  e  quindi ..... avevano altri problemi   a cui  pensare

dalla  seconda  coppia
 IL  primo volume   della trilogia  ‘Buongiorno Sardegna (  DA DOVE   VENIAMO  ) dell'unione sarda   

ed ora i pensierini 

prodotti  equo e solidali e il libro in due ( foto a destra )  Guida all'azione diretta non violenta  
 Sinossi Un manuale che ricorda, suggerisce e insegna tutti i modi per gestire la protesta in maniera efficace ma non violenta.

Altre informazioni
Marco Forlani,Enrico Euli
EditoreTerre di Mezzo
Data uscita31/12/1998
Pagine108
Formatobrossura
EAN9788888424538













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