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La Sardegna sospesa tra l’agonia del Sulcis e il sogno di Internet

da  repubblica   01 Novembre 2019 Impiego pubblico e industria di Stato non garantiscono più lavoro. Si vive di sussidi e reddito di cittadinanza. Resta la speranza di una rivoluzione digitale                    di Sergio Rizzo Con la politica Renato Soru ha chiuso, ma non può dimenticare: «Ci avevo creduto. Convinto che il futuro fosse nel mondo digitale pensavo che quell’esperienza potesse contaminare tutta la Sardegna. Non è andata così». È passato un quarto di secolo da quando Nicola Grauso, l’editore dell’Unione Sarda, aveva lanciato da Cagliari la sfida della rete, aprendo il primo internet provider italiano. Video on line era il terzo al mondo. In Italia, nel dicembre 1994. E in una regione depressa in mezzo al mare, poi. Ma si guardava sbalorditi, di lì a poco, anche a un quarantenne di Sanluri, paese di 8 mila anime nella Sardegna profonda, che avrebbe sconvolto la Borsa con la sua Tiscali. Soru arrivò a capitalizzare più della Fiat

Terra dei Fuochi, «quello che non ho potuto dire da Vespa» di Anna Spena vita il 16 febbraio 2016 e ECCO CHI ERA ROBERTO MANCINI, IL POLIZIOTTO EROE CHE SCOPRÌ LA TERRA DEI FUOCHI

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da http://www.vita.it/it/article 16\2\2016 Ieri [ in realtà era avantieri ] a Porta a Porta ospiti in studio due mamme che vivono in Campania e hanno perso i loro figli per colpa di un tumore. Eppure il conduttore durante la trasmissione non ha mai usato la parola cancro. Marzia Caccioppoli: «In trasmissione per esempio non sono riuscita a parlare del problema dell'evasione fiscale o del fatto che in Campania non esiste la terapia del dolore. In queste terre la camorra esegue quello che lo Stato colluso le comanda». L'intervista Marzia Caccioppoli con suo figlio Antonio morto a nove anni e mezzo Ieri in seconda serata è andata in onda una puntata di Porta a Porta dove si è parlato di Terra dei fuochi. Tra gli ospiti in studio Beppe Fiorello, protagonista della prima puntata della fiction andata in onda in prima serata, sempre su Rai1, “Io non mi arrendo” che nella mini-serie interpreta il ruolo di Roberto Mancini, il poliziotto che per primo indagò sulla questione dei

MORTE DEI CAMPI di © Daniela Tuscano

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MORTE DEI CAMPI Come una Nedda cresciuta, o un . Sud verghiano, naturalista e positivista, spietato, di oltre cent'anni fa. Sud dei vinti. Invece siamo nel 2015. E Paola Clemente era italiana. Non un'immigrata. Ma proviamo a sentirla mormorare, mentre s'ammazza letteralmente di fatica in quel deserto di seminagione, "che è quest'Italia?". Sgobbava sette giorni su sette per due euro l'ora, sotto la schiavitù del caporalato. Alla fine è schiattata, ma nelle fotografie, lei, col suo cognome da pontefice (ottocentesco pure quello), riusciva ancora a sorridere. Un sorriso liquido, largamente mansueto sopra un modesto vezzo di perle. Perché la vita è fuori. Deve esserlo.  Paola voleva sentirsi umana e s'insinuava in feste amicali per restituirsi all'umanità. Quell'angolo d'esistenza, i caporali non erano riusciti a spegnerlo. E lei vi s'aggrappava tenacemente. Appesa a un pensiero, alla gioia della famiglia, come Rosso al ricordo d

razzismo sempre più diffuso in italia ? anche in sardegna l'onda nera del razzismo si sta diffondendo ?

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E '  gia il secondo caso   dopo quello di Alghero di due  \ tre  settimane fa  . A voglia che noi continuiamo a dire che non siamo razzisti .......ma il verme del nord sta contagiando anche noi  del sud , paese  fin'ora  ospitale  come dimostra il caso della sicilia  qualche  giorno  fa  dove   i bagnanti hanno aiutato  gli immigrati a  sbarcare  e non ha  usato   motivazioni  in parte vere  e  in parte  ingigantite   del tipo  : << sono   troppi ,  sono invadenti  , non pagano le tasse  , non rilasciano scontrini \  ricevute  , vendono  roba  contraffatta  , ecc  >>   avevano ragione i Mcr  in una canzone di qualche tempo  fa     unione  sarda   online del Sabato 17 agosto 2013 07:53 "Vattene sporco negro" Denunciati cinque giovani UN AMBULANTE SENEGALESE IN SPIAGGIA Nella spiaggia di Coe Quaddus, a Sant'Antioco, cinque studenti hanno insultato un senegalese che da 20 anni vive nel Sulcis. I ragazzi, tutti cagliaritani, sono stati d

Donne nella tempesta

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Apro, anzi introduco questo nuovo post con profonda angoscia. Ne andasse bene una, verrebbe da dire. Purtroppo. Ognuno ormai co nosce la tragedia di Viareggio ; e la rabbia, oltre al dolore, è delle solite, sventurate Cassandre che avevano invano avvertito dei pericoli. Ma tutto arriva sempre "dopo". Per una come me, poi, che sui treni si sposta regolarmente e che ad essi è affezionata per quel loro caracollare umile e "povero" nei solchi d'Italia, nella sue campagne e sui suoi mari, tutto risuona ancor più desolante e inumano. Come la vicenda di Hamza, il 17enne d'origine marocchina travolto dal rogo nella sua casa e morto per salvare la sorellina, che di anni ne aveva solo due. E, come di consueto, non posso che indicare il conto corrente attivato per l'emergenza, da intestare a MISERICORDIA PRO-DISASTRO VIAREGGIO C/O VENERAB. MISERICORDIA VIAREGGIO, Via Cavallotti, Viareggio (IBAN: IT65Y0872624800000000104781 ). Sono attivi anche due numeri verdi per

Aiutiamo Joseph

ciao. è la 1a volta ke scrivo qui. Inauguro il mio spazio parlandovi di un bambino malato. prego tutti di far girare questo post. grazie x l'invito. nel mio blog ci son vari post ke parlano di altri bambini malati. Lucy Un aiuto per il piccolo Joseph, affetto da sindrome di Leigh Segnaliamo un caso grave e urgente che riguarda Joseph, un bimbo siciliano di quasi 4 anni, affetto da sindrome di Leigh, rara malattia neurometabolica caratterizzata da degenerazione del sistema nervoso. Rosario Accetta, padre del bimbo, cerca urgentemente fondi per affrontare le spese delle terapie, presso una clinica della Florida specializzata in fattore genetico. Per poter curare il bimbo (che al massimo entro il quinto anno di vita dovrà effettuare la ricostruzione della mielina) sono necessari circa 300 mila euro annui. La documentazione sulla malattia del piccolo Joseph è a disposizione presso il Bambin Gesù di Roma. Il referente è il Dottor Enrico Bettini, del reparto Ford, che con la ricerca mole

Nostalgia del tempo perduto

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Ricordo ancora con nostalgia quelle lunghe estati di una trentina d'anni fa: i balconi circondati da piante di gerani, le feste del Santo patrono e della Madonna, le bancarelle del torrone, lo zucchero filante, le noccioline appena tostate, i lupini e i pistacchi salati. Poi c'era tutta quella gente che - vestita in modo sgargiante - veniva dai paesi limitrofi per sentire la "musica". Noi adolescenti seguivamo quelli più grandicelli che facevano la corte alle ragazze, oppure spiavamo i musicisti mentre  incominciavano a provare gli strumenti in vista dell'esibizione serale. Poi si andava alle giostre, all'autoscontro. Direte voi: "Sono cose che si possono vivere ancora adesso". Certo. Ma non è più la stessa cosa! Oggi, ho l'impressione, sono cambiate molte cose. A cominciare dalla gente. Le persone che arrivano dai paesi limitrofi hanno perso quell'interesse genuino per la festa. Non c'è più stupore nei loro volti. Sono omologati, uguali