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Visualizzazione dei post con l'etichetta storie ai margini

anche gli sfigati - ilellati e gli anonimi vi fecero la storia e ed ebbero un ruolo importante nel festival di WOODSTOCK da chi affitto il terreno a cantanti doimenticati ma che diedero un contributo importante come i Canned Heat: il gruppo di Los Angeles tenne una delle esibizioni più memorabili sul palco

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colonna  sonora https://www.youtube.com/playlist?list=PL7NOKIKHL9RAsxlpety-gwMH8XT_Ne51K Woodstock/Woodstock 2, duration 03:46:01 recorded August 15-18, 1969 on an 8-track recording console. Originally released as a triple album on Atlantic Records' Cotillion label on May 11th, 1970. It was re-release as a two-CD set in 1994 by Crosby, Stills and Nash. Veteran producer, Eddie Kramer was the sound engineer during the three day event. Ho scelto di riportate in attesa di una risposta ( sempre che v'interessi ancora  )     a tale mio quesito espresso nel post : << woodstock rivoluzione o fine d'un epoca ? secondo me entrambe . secondo voi invece ?   >>   i  cui    commento tale  articolo  /..  ehm  ...  storia    su   woodstoock   de https://www.huffingtonpost.i t .  Non solo   per   snob  (  come lo chiamano i miei  detrattori  )    o  come  sono  solito fare  contro  gli anniversari  imposti ed  obbligatori  o le  cannibalizzazioni    \  c

si può tifare anche con il cuore .Il tifoso sassarese, 67 anni, ha perso del tutto la vista quando ne aveva otto. «Da 15 anni non salto un match in casa. Mia moglie è la mia audioguida vivente»

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Generalmente     quando si parla    di sport   per  disabili    viene  dato  spazio  agli atleti   e  alle  competizioni  e  viene  ignorato  o relegato  solo  a mero  fatto di cronaca     che  esistono  anche  i tifosi   con   handicap  . Ecco questa   storia  (  magari chissà  quante   ce   saranno, che  finiscono  ai margini  )  tratta  dalla  nuova  sardegna  del 9\8\2019 Gianfranco e la Dinamo: la partita la vedo col cuore Il tifoso sassarese, 67 anni, ha perso del tutto la vista quando ne aveva otto. «Da 15 anni non salto un match in casa. Mia moglie è la mia audioguida vivente»                              di Gianna Zazzara SASSARI. «Una premessa». Prego. «La cecità non mi ha impedito di condurre una vita piena e felice. Ho lavorato per 32 anni in un istituto bancario, mi sono sposato, ho un figlio che adoro». E poi? «Poi sono uno dei tifosi più accaniti della Dinamo. Da 15 anni non mi perdo una partita in casa. Anche quest’anno ho rinnovato l’abbonamento per

oltre alle barriere architettoniche gli invalidi hanno contro la burocrazia .la storia di Sara Achenza di Santa Teresa di Gallura che non riesce a prendere la patente perchè manca l'auto su cui fare le prove pratiche

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la protagonista di questa storia ,  Sara Achenza  ,    è  fra quei pochi , invalidi che non si piangono addosso e ci scherzano su come ( ne ho già parlato su queste pagine , vedere archivio ) Angela Gambirasio ed  usa  il sarcasmo ed  l'auto ironia    come  arma   Sara Achenza 12 aprile alle ore 11:51  ·  Oggi volevo raccontarvi quanto è semplice per un invalido civile di Santa Teresa prendere la patente. Prima di tutto bisogna fare una visita con la commissione medica che deve dirti che patente puoi prendere e si trova solo a Sassari. Non è possibile prenotare la visita su internet o telefonicamente e riceve solo due volte alla settimana la mattina presto quindi conviene dormire la notte lì fuori per sperare di poter prendere un numero e spararti 4 o 5 ore di attesa. Non ris pondono al telefono e non rispondono alle email. Io ho prenotato la mia visita a Gennaio 2018 e l'ho avuta per fine Giugno 2018. Sareb

Binario morto di © Daniela Tuscano

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Ferrante Aporti la conosco bene, è l'unica via milanese perennemente in bianco e nero. Un paradigma della città, per alcuni; benché Milano, al pari d'una maliarda un po' sdegnosa, sappia regalare, quando vuole, trilli d'azzurro. Ma Ferrante Aporti no. Conserva la sua ombra ferrigna, i sordidi magazzini, le gallerie tetre e infinite come ventri di balena. E la ferrovia. Essa pure periferica, binario sfumato fra ruderi d'erba. Da uno dei tralicci, ieri, un profugo  maliano s'è legato una corda al collo ed è balzato nel vuoto, penzolando poi per interminabili minuti. Lunga sagoma nera sul nero delle pareti. L'ha fatto di domenica, a mezzogiorno, l'ora più viva e atroce. L'ha fatto in giorno di festa, nell'invidiata distrazione del desinare, perché lui, senza nome né documenti, non l'aspettava nessuno, nemmeno il centro d'accoglienza. S'è accomiatato da un retrobottega di stazione perché solo lì il peso del vivere gli è piovuto add