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Testimone, dov'è il testimone? Nel passato remoto della gioventù, in quei tratti nervosi, nelle schegge degli occhi, o nella sapienza dolente dei passi stanchi? E' ritratta, in voi, la musica. La fine dei padri. Le generazioni complicate. Il sussulto dell'incerto domani. L'ansia d'un Dio rinnegato e sfuggito. L'età della perdita. Un diamante folle. Troppo prezioso e fulgido per noi, poveri carboni spenti. Sopra: Renato Zero e Lucio Dalla davanti alle immagini di Tenco ed Endrigo. Sotto: Montreux, 29 febbraio 2012, l'ultimo concerto di Dalla, a poche ore dalla morte.

Tiziano Ferro, o della semplicità

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Adesso è la consacrazione. Sempre piaciuto a tutti, amato da tutti, persino simpatico, umile, irresistibile con quel sorriso largo e comunicativo. “Bono”, anche. Questione di gusti. Non è il mio tipo, forse ha il naso troppo corto, non è eccessivamente alto, tende alla pinguedine. Ma chissà, un domani questi difetti potrebbero rivelarsi un pregio, rendere il suo aspetto più intenso. E poi si porta dietro, diciamo che ora sfoggia con un certo vezzo, quell’aria provinciale che presto entrerà, è già entrata, nella leggenda. Tutto normale e prevedibile. “Semplice”, direbbe lui, col lampo sornione negli occhi di chi sa che “tutto“, in realtà, è terribilmente complicato. Perché appartiene alla vita, è la vita stessa; forse la parte più interessante dello speciale a lui dedicato, ieri sera su Raidue, è stato proprio l’accenno alla felicità e alla possibilità di cantarla restando ispirati. Semplice? Macché, incasinatissimo: evitare la disperazione e le sere nere (pur nel loro abisso d’angosc

Mi svelo

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Come al solito sperduta in un altrove, sempre troppo vicino, perché in me. Io Renato lo ritrovo, anche quando non vorrei e dove lui, forse, adesso non desidererebbe. Eccomi al Carroponte di Sesto S. Giovanni, uno di quegli spericolati e improbabili esperimenti d'un tempo dove la fabbrica diventava teatro, e protesta. Lo spettacolo verteva sulle diversità di genere. Nulla di ammiccante e modaiolo: umanità azzoppata e sbilenca, urticante e sulfurea. Insomma Zerofobia . Il contrappunto musicale era duro e ossessivo; un tappeto ritmico, non melodico. Ma l'azione non si svolgeva solo sulle assi del palcoscenico. S'allargava come un'onda, nel pubblico, nei fissi e metallici colori di vernice, nei volti scavati rosei svettanti e in sentori di pinosilvestre. Riesumati da chissà quale vecchio stralcio di cronaca... O non se n'erano mai andati? Anche lì, nell'attesa, diffondevano musica. La solita musica delle processioni drag: Raffaella Carrà, Abba... Un mix dal quale d&

Sipario

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E' ingeneroso ricordarti solo per quell'impermeabile giallo e sgualcito, per la palandrana che forse ti andava stretta, ma nella quale sguazzavi mezzo sciancato; per la gamba tesa e l'occhio guercio, da genio pazzo e proletario; per il cervello vagolante, inquinato da sigari e whisky di pessima marca; per la moglie invisibile (ma certo italiana, romantica, casalinga, struccata). Ma attraverso quelli, ho scoperto un attore generoso come il rovere, dal nome di gangster e dal cuore gentile. Addio, Frank Minghetti.

Principe timido

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Ecco cosa succede quando si vuol recensire De Gregori : non si sa da che parte iniziare. Dannazione, le sue canzoni sono tutte belle. Simile modo d'imprecare ricorre nel lessico dell'artista. E sembra d'udirvi uno stridore, un frizzo d'ira compressa, un tentativo di slegarsi, di togliersi di dosso una patina d'aurorale levità. Le sue origini aristocratiche, forse. Ho scelto un De Gregori ai primordi. Privo di barba. Con un'aria nebulosa da cherubino slungagnato, in un paesaggio più simile alla Bassa che alle campagne laziali. Ha un sentore di pioggia. E' un cowboy di periferia. De Gregori è il Novecento e il suo contrario. Basterebbe un brano a confermarlo: I muscoli del capitano (tratto da uno dei suoi capolavori, il più che evocativo Titanic ). Voce atona, s'è detto di lui. Esile come filo di lana, monotona, persino un po' svogliata, nasale, monocorde. Ne siamo sicuri? Ne I muscoli del capitano , la voce di Francesco è semplicemente per

Mio padre, da giovane

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Il restauro di Miracolo a Milano non è solo una bella notizia. E' la restituzione di un'infanzia, un viaggio a ritroso in una sarabanda di specchi, insegne, cieli sabiani in cui s'accendono parole, smaglianti bianco e nero densi di luce e gioia. E' un ritorno a scabri arenili e a corpi accesi nel rovente sole dei tardi anni Quaranta. E' uno sguardo nelle nostre origini, uno scrutare nel segreto, nell'inviolabile. Perché in quel film, così antico e fulgente e straccione, ho visto mio padre . Anch'egli, come tanti, si trovava perso in quel marasma di ragazzetti dalle ginocchia sparute, che salutavano i poveri saliti al cielo a cavallo d'una scopa. Sopra il cielo finalmente vasto, e brilluccicante, in vortici e turbini di giocosa beatitudine. Chissà cosa pensava, allora. Niente; si lasciava trascinare sotto il suo baschetto floscio. Le baracche milanesi erano del tutto simili a quelle romane. Lui non abitava lì. Viveva, o meglio passava, in via Angelo Moss

Instancabile amore

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Vecchioni trionfa a Sanremo 2011 Grazie, Roberto! Grazie perché la tua vittoria a Sanremo è stata veramente meritata. Grazie perché ti chiamano professore, ma io non ti ho mai sentito così collega come adesso. Grazie perché le tue note mi scivolavano addosso rotonde, piene, ampie, logiche come l'acqua fresca, come un abbraccio rigenerante, come una finestra spalancata, attesa, agognata, eppure da sempre lì, e non ce ne eravamo mai accorti. Grazie per aver ricordato a tutti che la semplicità non è semplicismo, grazie per questa tua ballata antica e accorata, così tipicamente italiana, quell'Italia che tu ami svisceratamente - l'hai detto, e si capisce -, grazie per averla dedicata a tutte le donne e in particolare alla tua. Sì, hai rivendicato con quel tuo sorriso largo e quei gesti dinoccolati e, in certo senso, teneramente scomposti, Chiamami ancora amore è un brano "elettorale", cioè di parte, cioè di tutti, o forse di ognuno (ognuna). Grazie perché la tua carn

Il pittore della musica

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Io ho conosciuto tardi Ziggy Stardust, nel senso che i primi scatti di David Robert Jones in arte Bowie non furono quelli dell'androgino e sublime ragno spaziale dal linguaggio complicato e allusivo, bensì la lunare marionetta di Heroes , dalla copertina essenziale e rétro , anni '40. Ma bastava: evocava Marlene Dietrich anche se ignoravo si trattasse del secondo album della "trilogia berlinese". Arrivava accompagnato da un gran chiasso, di voci, di rumors , nelle aule scolastiche sorgevano interminabili discussioni sui suoi dischi, portati di nascosto (e con gran fatica, vista la dimensione) da un compagno che conosceva a memoria tutti i suoi brani. E che pochi giorni dopo si presentò con il lp precedente, quel Low dalla sfacciata copertina arancione e il cui titolo mi sedusse per il suono, la brevità e l'intraducibilità: in Italia un album non avrebbe mai potuto chiamarsi Basso , o Profondo . Low era semplicemente Low e i colori vivaci non smorzavano un cli

Ricordi di Renato

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Il primo: un transistor. La musica, un po' gracchiante, trascinava e dava corpo ai miei sogni di bambina già cresciuta e scarabocchiata dalla vita. Non avevo neanche dodici anni. Ed ero tanto curiosa. Troppo. Portavo lunghi capelli scomposti. La canzone s'intitolava Madame . Un pensiero: "Parla di sesso" . Un'immagine: lo vedevo un marinaio, un Querelle ante-litteram. Non era un brano tratto dall'album Trapezio , in fondo? Come il film del '56 con Tony Curtis, Burt Lancaster e Gina Lollobrigida. Il primo d'una serie di titoli circensi, cinematografici, poetici, "rubati" da altre opere, persino da preghiere: da I migliori anni della nostra vita ad Amore dopo amore , a La vita è un dono ... Poi il corso della mia città. Estate. Però quel corso era sempre grigio. Grigio come le parole della canzone. La corsa affannosa per trovare un suo disco: non era facile allora. Mi sormontava un condominio. Compatto. Elevato. Elevatissimo. Una cat

Renato è l'unico

Giornata Mondiale della Pace *** Mi sento stanca, di quella stanchezza buona, profonda, lineare, fisicamente intatta e indisturbata, che si compiace del suo molle sopore. L'automobile mi riporta a casa. E' sufficiente socchiudere gli occhi, ed eccomi sola. Con un unico accompagnatore: Renato Zero e la sua musica . Il mio amore per lui, che dura ormai da oltre trent'anni, nacque in sventagliate oasi di luce: al mare, in estate, lo ascoltai la prima volta; sempre al mare, tempo dopo, lo vidi in tv: ed era proprio Capodanno, un Capodanno del '78 trascorso ancora in famiglia, assieme a un cugino già adolescente. Poi ancora al mare, finalmente dal vivo. Allora esilissimo, irriverente, sfacciato, fin troppo provocatorio, un capolavoro di glam e di follia, il giovanotto nudo, come in seguito l’avrei chiamato, portava avanti una protesta tutta intima dove il sesso celava una spiritualità inattesa, da bimbo ferito. Quel desiderio di colore non era nato forse in un’anima troppo c

Renato Zero, un artista singolare

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Un'"affabulazione" sull'incontro di stasera tenutosi allo Iulm di Milano tra il cantautore, gli universitari e i fans. Bentornato a Milano, Renato, anche se non hai avuto l'accoglienza che ti aspettavi. Non bisognerebbe mai aspettarsi niente. Tu stesso hai esordito paragonando la parola "sicurezza" a "ovvietà, piattume, pigrizia" . Ebbene, qui non sei stato sicuro, sei stato colto un po' di sorpresa, ti hanno spiazzato.Esordirei così, se potessi trovarmi a faccia a faccia con lui, adesso. Qualcuno l'avrà seguito per fargli la posta, questa sera. Io non ho voluto. A parte il fatto che sono debilitata e voglio mantenermi in forze per domani. E poi, dato l'umore del Nostro, ho ritenuto più saggio lasciarlo tranquillo, lui aspettava altre persone, non noi. Non i "soliti noti". Insomma l'incontro allo Iulm di Milano si è rivelato, da questo punto di vista, al di sotto delle aspettative: sala mezzo vuota, e quel mezzo riempi

Maggiorenni senza te

A Freddie Mercury Vitalità? Tanta. Frenesia? Ancor di più. Innocenza? Forse. Ma un'innocenza ambigua, sfuggente e arcana come il San Giovanni di Leonardo. Quindi, magari, in ultima analisi. Non tanto innocente. Ma nel contempo bella, forte, barocca, icona dei nostri tempi sommossi. Eccessiva, sicuramente. Eri tu, Freddie, quello delle tutine sgargianti, perché così mi apparisti, in un televisore ancora in bianco e nero, malgrado fossi l'emblema dei colori. Colori forti, senza contrasti, aggressivi, perché simbolo di un'età svagheggiante, neopagana e divertita. Un uomo sexy, finalmente, che non temeva la fisicità; e che del suo corpo aveva fatto il veicolo per trasmettere, semplicemente, gioia e piacere. Dicevi che i Queen erano i Cecil B. De Mille del rock, per me eravate il liberty eclettico d'una stagione dove queste commistioni erano possibili. Dove il cielo sembrava raggiungibile, anzi, si era steso sulla terra con la sua fantasmagoria di astri. E noi potevamo srot

Le donne al tempo dei berluscones...

...sono femmine. Ammirate di cosa è capace questa qui, una ex concorrente del Grande Fratello , dicono, sotto lo sguardo compiaciuto e assatanato di Chiambretti che, con la scusa di prenderla per i fondelli, intanto la ospita nel suo programma tutto a base di sesso e di squinzie. P. S.: Pochi giorni fa a due donne è stato assegnato il Premio Nobel per la Medicina, esattamente come alla Montalcini. Ma a Chiambretti & soci fa un baffo. Ben altre sono le femmine che gl'interessano, e che vogliono mostrare.

Benigni sulle strade di Corinto

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D'accordo: gustosissima, a Sanremo, la satira su Berlusconi, Mastella, Alfano & Co., una frecciata allo sfacelo veltroniano ci poteva pure stare, ma non importa. Importa il "dopo". Quando ha parlato degli omosessuali (mai definiti gay, e non a caso). Il bersaglio non era quel gocciolone di Povia , ma Ratzinger e i suoi epigoni . Li ha stracciati sul loro stesso terreno [cfr. il video completo ] . La citazione "L'amore è superiore alla fede" è tratta infatti dall' Inno alla carità di san Paolo . Senza nominare niente e nessuno, con le semplici e sublimi armi dell'arte e della cultura, Roberto ha fatto capire dove sta la verità.

La nostra vita a Zero - "Quattro dischi e un po' di whisky" in scena a Roma

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Rossana è schietta, determinata, volitiva. Gestisce un cocktail-bar dal nome curioso: Quattro dischi e un po’ di whisky . La vita sembra averla resa disincantata, talora cinica, ma dietro la maschera si nasconde un grande bisogno d’amore e di tenerezza. Lorenzo è un giovane e fascinoso prete dall’inquieta vocazione che, dopo aver gettato la tonaca alle ortiche, cadrà tra le braccia di Paola, la bella del gruppo, aspirante attrice. Camillo, infine, è il più estroso dei quattro: gay frizzante negli anni ’80, più pacato oggi, ma sempre sottilmente pervaso da guizzi inattesi, scrive con poca fortuna favole per bambini: “È la rappresentazione del puer , il bimbo eterno”, spiega Roberto Biondi . Si deve a lui la stesura di Quattro dischi e un po’ di whisky : “Una commedia leggera e ironica – spiega – che prende spunto da un un verso di Triangolo , canzone-simbolo di un’icona nazional-popolare come Renato Zero , cui tutti i protagonisti sono affettivamente legati. Accompagnati dalle sue canzo

La nostra vita a Zero -

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Rossana è schietta, determinata, volitiva. Gestisce un cocktail-bar dal nome curioso: Quattro dischi e un po’ di whisky . La vita sembra averla resa disincantata, talora ci nica, ma dietro la maschera si nasconde un grande bisogno d’amore e di tenerezza. Lorenzo è un giovane e fascinoso prete dall’inquieta vocazione che, dopo aver gettato la tonaca alle ortiche, cadrà tra le braccia di Paola, la bella del gruppo, aspirante attrice. Camillo, infine, è il più estroso dei quattro: gay frizzante negli anni ’80, più pacato oggi, ma sempre sottilmente pervaso da guizzi inattesi, scrive con poca fortuna favole per bambini: “È la rappresentazione del puer , il bimbo eterno”, spiega Roberto Biondi . Si deve a lui la stesura di Quattro dischi e un po’ di whisky : “Una commedia leggera e ironica – spiega – che prende spunto da un un verso di Triangolo , canzone-simbolo di un’icona nazional-popolare come Renato Zero , cui tutti i protagonisti sono affettivamente legati. Accompagnati dalle sue can