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Visualizzazione dei post con l'etichetta sofferenze

Figli di guerra e di madre ucraina: Emma ed Elia intrappolati a Tblisi . APOLIDI I GEMELLINI DELLA MATERNITA' SURROGATA NON HANNO DIRITTI IN GEORGIA

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  Premetto  che  pur  essendo   contro la matrernità  surrogata   ( utero  in affitto  come  la  chamano   molti dettratori   ed  oppositori di tale pratica  )  soprattutto  quando  essa sconfina   nel lucro e nella mercificazione  \  sfruttamento    ,  sono del parere  che  vada   , parlo soprattutto del nostro paese, regolamentata     come  lo  è stato per  l'aborto negli anni   70 , per  evitare     d'aggiungere  sofferenza   a  sofferenza   ed  si abbiano dei  casi dolorosi   come  quello  riportato  sotto  . Ma soprattutto   rendere   chiaro  cosa è permesso   e cosa  no in quanto  c'è  una ella  differenza tra  gravidanza  per altri   e maternità  surrogata \  utero  in affitto  ,  soprattutto  quando  essa sconfina   nel lucro e nella mercificazione  \  sfruttamento  ,  sono del parere  che  vada   , parlo soprattutto del nostro paese, regolamentata   come  lo  è stato per  l'aborto negli anni   70 , per  evitare     d'aggiungere  sofferenza   a  sofferenz

sul fine vita ha trionfato l'ipocrisia di stato

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Lo so che  «Il tema è complesso e forse bisognerebbe attendere le motivazioni integrali della Consulta prima di parlare »  come dice la mia amica Federica Raimondi  . Ma  a   caldo  mi  è venuto    questo  commento  beati gli ignavi che hanno deciso di non concedere a chi soffre di morire con dignità loro si che hanno i soldi per poterlo fare ed andare in svizzera .  Quindi   non riuscendo  a trovare   altra  risposta   una  risposta   , e    volendo  sentire  altri  pareri  ho condiviso   da un  gruppo di facebook   quella  slide   e mentre    aspettavo  le  vostre  risposte    ho letto questo interessante  articolo  di   MARTA PETTOLINO    su    https://www.thesocialpost.it/  del 16 FEBBRAIO 2022, 10:24 Cosa vuol dire “vita” quando nasconde la violazione del diritto all’autodeterminazione e alla dignità C’è da chiedersi cos'è la vita per la Corte costituzionale. E soprattutto perché perpetuare nella sofferenza irreversibile significa tutelare una per

ecco perchè anche se sono contro l'esibizionismo e un po' freddo sui gay pride non riesco ad essere omofobo

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da   https://www.ilmattino.it/caserta/  sabato 22 Febbraio 2020  «Io, gay non dichiarato, vittima della gang: ma non denuncio per paura, ho una moglie»                                 di Mary Liguori «Da anni frequento le chat di incontri, ho un nickname, ogni volta che vado a un incontro temo di trovarmi di fronte qualcuno che conosco, ma poi ci penso: non corro alcun pericolo, in fondo abbiamo lo stesso segreto. Siamo omosessuali non dichiarati, con moglie e figli e una vita apparente da etero. È un segreto in comune, nessuno lo svelerebbe a rischio di  essere a sua volta scoperto, ma dopo l’aggressione ho temuto che il mio castello di sabbia crollasse di colpo. Per questo ho preferito non denunciare. Mi avrebbero chiesto cosa ci facevo all’incontro, perché avevo un appuntamento con quel ragazzo che neanche sapevo che fosse minorenne, ovviamente. Mi avrebbero fatto delle domande alle quali avrei dovuto rispondere, poi ci sarebbe stato un processo e io avrei dovuto dire a tutti,

Viene stuprata e dà la bimba in adozione Madre e figlia si incontrano dopo 35 anni

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Questa  è l'ultima storia  per  oggi . Lo so che molti  (  soprattutto le  ragazze  ) mi dicono ma non è  che stai diventando    romantico  come noi  ?  . No sto diventando vecchio . E poiessendo cresciuto  con le nonne   e prozie    che  leggevano  e guardavano le telenovele .certe cose   mi appassionano  , se ben raccontante  . Ma  qui  non si tratta  solo  dis torie  da  romanzo rosa  , ma  storie  di sofferenza  e  magari sìdi sensi di colpa  . Viene stuprata e dà la bimba in adozione Madre e figlia si incontrano dopo 35 anni                               le  due protagoniste   La storia di Kathy Anderson commuove gli Stati Uniti. Quando aveva solo 15 anni era stata stuprata da un amico di famiglia. Una violenza in seguito alla qua

Giuseppe Vinci l'ex ostaggio libero fra 10 anni più precisamente nel 2013

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unione sarda del 9\12\2013 Davanti a quel furgone fermo al centro della carreggiata, l'automobilista pensa a un incidente stradale. Schiaccia disperatamente il pedale dei freni, ma l'Audi 80 rossa finisce contro l'ostacolo improvviso. Una Golf bianca arriva alle spalle a chiudere ogni via di fuga. Dal camioncino tamponato sbucano due figuri in tuta mimetica, mascherati e armati. Altri tre complici si materializzano nel buio: la reazione si riduce a un pugno che però riceve come risposta un colpo in piena faccia sfrerrato con il calcio di un fucile. Inizia così, la sera di un venerdì maledetto, alle 20 del 9 dicembre 1994, il rapimento più lungo nella storia sarda. Giuseppe Vinci, 31 anni, è uno dei 14 nipoti di Daniele Vinci, maestro casaro che, trasferitosi a Macomer intorno al 1930, è partito da un negozietto di frutta e verdura per diventare nel giro di qualche decennio titolare di un gruppo leader nella distribuzione alimentare. Giuseppe (figlio di Lucio Vinci che con V