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Non è questione di meridionali L’omertà è un prodotto tipico del Sud? Falso, ecco i documenti sui silenzi nordici

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un ottimo articolo sul editorialedomani  del16\3\2022   quello  dello   storico Enzo Ciconte Scrittore, docente e politico italiano, è fra i massimi esperti in Italia delle dinamiche delle grandi associazioni mafiose. Fra i suoi libri,  segnalo :    Processo alla 'Ndrangheta (Laterza), 'Ndrangheta padana (Rubbettino) e La grande mattanza. Storia della guerra al brigantaggio (Laterza).        Era il 10 agosto 1867. Anni dopo nella ricorrenza del luttuoso anniversario, il 10 agosto 1904, il poeta Giovanni Pascoli prende carta e penna e scrive ad un altro orfano, Leopoldo Notarbartolo figlio del più noto Emanuele che era stato direttore del Banco di Sicilia, ucciso il 1° febbraio 1893. I due hanno avuto la “medesima sorte” dice Pascoli: sono orfani di un padre assassinato. hanno cercato la verità senza trovarla, si sono scontrati con un muro di silenzio. La conferma ci viene da alcune vicende trovate nei documenti dell’Archivio centrale dello Stato. Prendiamo ad es

anche noi italiani abbiamo fatto la shoah e l'olocausto I campi di concentramento fascisti in Jugoslavia

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  anche noi italiani    non fummo immuni  dai  crimini dell'olocausto  ma  di questo  non tutti  ne parlano e  chi lo fa  viene bollato  come   anti patriota    da   http://www.trentino-suedtirol.ilfatto24ore.it/ Lunedì, 29 June 2015 17:45 Scritto da Davide Allegri I campi di concentramento fascisti in Jugoslavia “Il mio nome è Marija Poje. Sono una ex internata nel campo di concentramento forzato di Rab-Arbe e di Gonars. Sono nata il 5 aprile 1922 a Gorači, un paesetto sperduto tra i boschi al confine tra la Slovenia e la Croazia. Sono stata arrestata e internata alla fine del mese di luglio del 1942 con tutta la mia famiglia, con tutta la gente del mio paese, i bambini, i vecchi, tutti. Ci hanno bruciato le case a Stari kot dove mi ero trasferita dopo il matrimonio. Siamo partiti solo con quello che siamo riusciti a portarci dietro. […]In quella bolgia infernale dove il pianto dei bambini si alternava agli urli delle donne alle quali avevano appena fucilato

SFATIAMO IL MITO dei ricercatori validissimi costretti ad emigrare. esistono anche gli imbeccilli

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  storia  tratta  da   http://www.agoravox.it   per  mezzo   della stessa  autrice   che  è anche propietaria del sito   http://www.inpuntadicapezzolo.it/ La storia di Gigione, il ricercatore scarsone Si parla sempre di ricercatori validissimi costretti ad emigrare. Delle loro difficoltà, in un Paese che non li comprende. Ma esiste un numero considerevole di storie ben diverse. Storie di scarsoni, non raccomandati, che ottengono riconoscimento (e successo) grazie alla retorica dello "stato che umilia la ricerca" e dell'incapacità di giornalisti e persone comuni di rendersi conto del loro reale (scarso) valore. La statistica ha il compito di quantificare numericamente i casi, i media quello di raccontare entrambi i tipi di storie. Perché assolutamente non bisogna trasmettere alla gente comune un'immagine idealizzata della realtà. Ecco la storia di Gigione (nome di fantasia): non bravo, non raccomandato, emigrato e poi rientrato in Italia grazie alle offert