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In mezzo al guado

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Antonio, operaio in pensione, piange dopo l'annuncio del referendum alla  Fiat Mirafiori   (foto di Alessandro Contaldo) . E non credevi davvero, anziano dal nome antico, di tornare a capo basso quelle mani, quella penna raschiata per anni nel desiderio d'un futuro nella certezza della fatica nel sangue e nella conquista Quella penna è ora pugnale o contro di te, o senza di te ti hanno tolto le rose strappandoti il pane Lacrime smarrite perdita di senno sputo del mondo un crollare di capo tramonta per sempre il sol dell'avvenire e sei festuca vuota in questo prato d'asfalto senza fiori da mirare condannato a un'attesa e a una sordida speranza

la mia schiavitù dell'abitudine

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Dopo aver letto sulla busta  della libreria questa poesia : << Lentamente muore   chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non ..... [  continua qua   ] >>  che molti attribuiscono  al poeta  Pablo Neruda  ho capito che la mia (  credo anche quella  vostra  , sempre  che  abbiate scelto  l'opposto )  lotta lotta  per  : essere me stesso, essere attento per essere padroni  di me stesso e non vivere   come monumento  ( due  parafrasi musicali , Linea  Gotica   degli ex Csi la prima  , Marzo  1995  dei Mau Mau  la seconda , mi  scuso   soprattutto con i miei  40 lettori  delle  origini    per   la ripetizione  nella citazione  ma  non ne  ho trovato  altre  ) ma  soprattutto  per non essere  un morto che  cammina \ uno  zombie , è  e sarà parzialmente  efficace   se continuo ad essere schiavo delle  abitudini e della a mediocrità , dell'insicurezza\e  totali , delle paure, angosce , dei sensi  di colpa  inutili e frustra