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UNA FIGLIA CATTURA I RICORDI DEL PADRE MALATO DI ALZAIMER , IL POD CAST SMEMORATI DI ANNA MARIA SELINI

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Articolo    che  mi coinvolge  personalmente  perchè  ho vissuto l'esperienza di  un  familiare , mia  nonna paterna  malata malata   di  tale malattia   per la quale all'epoca non c'erano cure       e le  nuove  tecnologie  per  bloccare ( già  le:  telecamere , le  vhs  e  i registratori analogici  per lei la mettevano  in crisi  figuriamoci   se    fosse  viva    ancora  oggi    con il  digitale  ) i  suoi ricordi     .  da    https://mariocalabresi.com/lultima-fiaba-della-buonanotte/ Una figlia cattura i ricordi del padre, malato di Alzheimer e quei momenti diventano il luogo in cui si ritrovano, come quando lei era bambina e lui la faceva addormentare. Quella testimonianza sulla malattia è diventata il podcast “Smemorati”, una storia preziosa che ci ricorda quanto sia importante ascoltare le persone che amiamo .  Questa è la storia di una figlia che, durante il lockdown di quattro anni fa, decide di intervistare ogni pomeriggio il suo vecchio padre, quasi novantenne, p

Nulvi Quella targa ritrovata in soffitta e la Lancia di Claretta Petacci ?

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da la  nuova  Sardegna  del  16\4\2023    «Difficile ricostruire tutte le prove ma in  famiglia si è sempre  detto che  apparteneva a lei» Forse quel cimelio apparteneva all’automobile dell’amante del Duce Dopo Piazzale Loreto l’acquisto all’asta e lo sbarco della vettura in Sardegna Si è arrampicato su una scala, ha fatto un buco nel controsoffitto e poi ha cominciato a infilarci la testa e le mani. Giovanni Buscarinu, forte del suo passato da muratore, è un tipo abituato a farsi le cose da solo. «L’idea era quella di creare una piccola soffitta dove conservare alcuni attrezzi – racconta –. Ma a un certo punto ho trovato una lastra di ferro arrugginito. L’ho tirata fuori e mi sono reso conto che si trattava di una vecchia targa di auto. Quindi ho preso il telefono e ho chiamato la persona che, qualche tempo fa, mi aveva venduto la casa». Dall’altra parte della cornetta la risposta che mai si sarebbe aspettato: «Ma quella è di Claretta Petacci! Stai a vedere che, alla fine, quel

L’intuito del giornalista e la strage di piazza Fontana di Emiliano Morrone

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da  https://www.corrieredellacalabria.it/2023/01/28/lintuito-del-giornalista-e-la-strage-di-piazza-fontana/ Sabato, 28 Gennaio Ultimo aggiornamento alle 20:00 LA STORIA «L’intuito del giornalista e la strage di piazza Fontana» Questa è una bella storia di giornalismo sul posto, sul campo. Il caso, qualcuno parlerebbe di fortuna o di destino, ebbe un ruolo fondamentale. Ma l’intuito e la bravura personale fecero il resto…                                     di Emiliano Morrone Questa è una bella storia di giornalismo sul posto, sul campo. Il caso, qualcuno parlerebbe di fortuna o di destino, ebbe un ruolo fondamentale. Ma l’intuito e la bravura personale fecero il resto. La strage di piazza Fontana favorì la carriera di un giovane giornalista, proveniente da Cosenza. Ho tirato fuori questo ricordo di mio zio Luigi Morrone, detto Gino, che dopo quella strage diventò una firma di punta del quotidiano nazionale “Il Giorno”. Buona lettura. Milano, 12 dicembre 1969. Quel giorno ero di “cort

anastasia di Danila Selis

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  Mia madre, quando noi figlie eravamo ragazze, ogni tanto ripeteva di badare a non lasciare tutto d'un colpo eventuali fidanzatini. Era un consiglio di cui ebbi a capire l'importanza in seguito. Da bambine, ai miei tempi, era sempre validissima la proibizione delle caramelle dagli sconosciuti. Un nostro zio, buono come il pane ma un pò ruspante, passato il tempo delle caramelle, ci diceva di non accettare da nessuno sigarette di droga. Noi lo prendevamo affettuosamente in giro per via di quelle sigarette, ma ognuno, in famiglia, ci mise del suo per proteggerci dai tempi difficili già da allora. Ricordo, a proposito, un fatto molto brutto, culmine di un amore sfortunato e anche breve, che portò alla scomparsa dalla faccia della terra di Anastasia, detta Sia, che, dopo una storia con un ragazzo, decise di lasciarlo. Era costui uno straniero di zone problematiche del mondo, ma questa è una nota "di colore" e basta, che non influì più di tanto sul drammatico accadiment

Io me la ricordo bene, l'estate del 1973 -- di Daniela Tuscano

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  Fu, forse, l'ultima estate pienamente estate. Le estati dei bambini, interminabili, sprofondate, azzurre, che duravano mesi e non bastavano mai. Le estati delle nonne, delle letture e delle scoperte. Anch'io ero scoperta, il mio petto minuscolo e fiorito, ma acerbo e senza sesso. Per gli adulti. Talvolta anche per me. Ma non sempre. Nell'estate del '73 ero "fidanzata" con Giorgio, da  #Vercelli . Durò due lunghi anni, sapeva di ghiaccioli multicolori, di spiagge libere, di short e di labbra. Sì, le labbra avevano un sapore. D'acqua tiepida e molle, rotonda e innocente. Lo vissi, quel momento di pace totale, di libertà spontanea, per cui anche i vecchi sorridevano, e per quel momento ancora vivo, viviamo tutti. E scrivevo, sempre e ovunque. Poi l'autunno, l' #austerity . Anche quella la ricordo bene. E gli  #anni70  dovrei raffigurarli così, strade nere, abiti ridicoli e strizzati con qualche retrogusto di povertà. Ma sono realtà parziali, da adul

perchè 11 settembre 2001 è ancora attuale

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Oggi è l'11 settembre e come ogni anno che passa è sempre più difficile scrivere o parlare di quello che successe 21 anni fa senza cadere nella : retorica patriotica , stuchevolezza , nel conflitto ideologico , nel non dimenticheremo mai ma poi si continua con la stessa politica estera che n'è alla base .  nella   1ª fila:  Le  Torri Gemelle  bruciano su  Manhattan    2ª fila:  La sezione crollata del  Pentagono  (sinistra); a fianco lo schianto del  Volo United Airlines 175  sulla  Torre Sud  (destra) 3ª fila:  Un pompiere manovra i soccorsi a  Ground Zero  (sinistra); a destra, il ritrovamento di un motore del  Volo United Airlines 93  (destra) 4ª fila:   Il   Volo American Airlines 77   ripreso da una telecamera di sicurezza mentre si schianta sul   Pentagono .   la  soluzione  sarebbe quella  di mettere    video  del silenzio (  sarà  retorico   ma  davanti  a  simili  eventi    non ne  riesco a  farne  a meno  ) 

EVVIVA LE COZZE E LE BUGIE PER BISOGNO di Augusto Ditel

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Riporto  ,  dall'amico  Augusto  Ditel   un  bellissimo spaccato  di vita “locale” che tratteggiano benissimo i protagonisti con un po' di nostalgia  dei   tempi che furono  . Infatti  siamo nel magico campo delle bugie a sfondo marinaro, con apoteosi in mitologiche battute di pesca che Stefano Benni definiva “Ittiomachia” Arriva di buon mattino, parcheggia l’auto al fresco, aggrotta le sopracciglia, inforca gli occhiali da sole, specchiati con lenti blu notte. Accanto allo zaino, ecco spuntare uno shopper mezzo sdrucito, di quelli del supermercato, che contiene un retino nero a maglie fitte. Piomba sulla spiaggia, si rifugia in un cantuccio, a venti centimetri dalla battigia (non stima quelli che la chiamano, sbagliando, bagnasciuga). Estrae il retino, all’interno del quale i tre chili di cozze sembrano riconoscerlo per fargli festa, incuranti del loro destino che le vedrà perire, dopo l’incontro ravvicinato con l’apposito coltellino da “isbucciuladore”, come si ama dire in o

come raccontare san valentino ai bambini senza sdolcinature ed censure . il caso della storia di Topolino “Ho sposato una strega

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 le  varie storie   sdolcinate  sull'ultimo n  di  topolino (  vedere    copertia    sinistra ) e la  striscia  d'oggi della  rubrica  /  foto sotto a  centro di  penauts     proposta  da  Il Post    d'oggi    mi  hanno  riportato alla  mente una storia  bellissima    storia  degli anni  90    che letta  oggi    sarebbe   considerata  da  educande  ma    al'epoca   c'erano    ancora   forti  sacche  di  perbenissimo  e  bigottismo . Essa  s'intitola     Topolino in: “Ho sposato una strega”     ( SIC  a  non averlo  conservato oggi  varebbe  un  bel  po' di €  visto  che  stando alle dichiarazioni rilasciate da Marconi  in un’intervista del 2008 , le tavole originali  dovrebbero essere state distrutte )    .  Meno male  che    c'è la  rete   a supllire   tale  mancanza    e desiderio di rileggerla  o leggerla per  la   prima  volta  .  Infatti  :  Questa “parodia del celebre film di René Clair interpretato da Fredric March e Veronica Lake (1944) non ha av