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La battaglia per la libertà in Iran non è solo roba di done e solo per il velo il caso I calciatori della Nazionale iraniana di calcio hanno deciso di appoggiare la protesta delle donne del loro Paese

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La  battaglia in Iran non è solo roba  di donne   ed   solo per l'obbligatorietà  del velo  I calciatori della Nazionale iraniana di calcio hanno deciso di appoggiare la protesta delle donne del loro Paese con un gesto simbolico di grande impatto: prima dell'amichevole con il Senegal - giocata in Austria, a Maria Enzersdorf, subito a sud di Vienna - hanno coperto con dei giubbotti neri le proprie maglie durante l'esecuzione dell'inno. Un gesto di aperta solidarietà verso le donne che protestano dopo la morte di Mahsa Amini e Hadis Najafi. La partita è finita 1-1, con un gol di Sardar Azmoun, il più forte calciatore iraniano, che è stato il più esplicito nel prendere posizione con i post pubblicati sul suo profilo Instagram. L'attaccante del Bayer Leverkusen ha scritto: "Non posso più tacere. La punizione è l'espulsione dalla Nazionale? Cacciatemi. Se servirà a salvare anche una sola ciocca di capelli delle donne iraniane ne sarà valsa la pena".     Que

questo non è il vero islam In carcere per un romanzo nel cassetto. Teheran arresta la scrittrice Ebrahimi Nel suo computer la storia di una ragazza ribelle alla lapidazione

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da  La Stampa    del   10/10/2016  di  FRANCESCA PACI In carcere per un romanzo nel cassetto. Teheran arresta la scrittrice Ebrahimi Nel suo computer la storia di una ragazza ribelle alla lapidazione Golrokh Ebrahimi Iraee con il marito Arash, l’attivista e studente di filosofia in cella per i suoi contatti «pericolosi», tra cui quelli con la BBC in farsi Due anni fa la Guardia rivoluzionaria iraniana irrompe senza mandato in casa dello studente 30enne Arash Sadeghi e di sua moglie Golrokh Ebrahimi Iraee: arresta lui, già detenuto in passato, e sequestra computer, taccuini, cd. Lei viene interrogata per 20 giorni, durante i quali sente le urla del marito torturato nella stanza accanto, poi esce in attesa del verdetto. Martedì si fanno vive le autorità giudiziarie: Golrokh è condannata a 6 anni di carcere per il racconto mai pubblicato che i pasdaran hanno trovato nel suo pc. Non dunque per l’attivismo in favore di Narges Mohammadi e le migliaia di prigionieri politici di Tehran co