Mondo a due ruote
C'erano i ragazzi, assiepati in modo sparpagliato lungo il nastro grigio che tagliava la città. C'era don Bruno, la cui grossa figura di bambino navigava un po' stordita nella severità ottocentesca del clergyman nero; c'era il rosa, quel "Rosa Gazzetta" sciorinato dalle vestigia dei palazzi metropolitani, a guardia e concordia delle raccolte intimità familiari, una macchia rustica di panno steso; allegria modesta d'un accarezzato benessere, qualcosa di residuale , semplice e schietto. E le magliette campeggiavano dai balconi elevati, recando la scritta "91° Giro d'Italia" . La Storia attraversava le strade provinciali di anonimi agglomerati. Ieri è toccato proprio a noi, a Bresso . C'erano, poi, loro: gli eroi della pista. Gli eroi di mio padre adolescente, che ancora tiene incorniciata la fotografia firmata "Coppi Fausto, sportivamente" ; e che ancora rivede nelle biciclette le fatiche sane degli sfollati, la speranza inerme