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viaggio nella frontiera puntata VIII la gara

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 puntata  precedente Dopo  esserci  allenati duramente  , visto  che alla  gara  avrebbero partecipato  gli arcieri  più bravi arcieri della nazione indiana , arrivò il giorno  tanto atteso della gara  . Jack riusci a tenere  testa  ai  migliori partecipanti  delle  varie tribù , tirando   fuori il meglio di se in particolare  nella prova  della  quadrupla  infilata  . Sbaragliava  avversari su avversari e  s'avvicinava sempre più alla  vittoria  arrivando ala frase  finale  . Quando  nell'ultima  tornata   ,  un arciere ( non ricordo  la  tribù d'appartenenza  )  nella prova  del tiro  singolo lo raggiunse . S'arrivò   ad un risultato di parità  . Ecco  che i due  concorrenti rimasti  in gara  si  contesero il premio  all'ultimo tiro . L'avversario di jack  stava  per  estrarre la freccia dalla sua  faretra   quando   jack  s'accorse   che  uno scorpione    stava  per  mordere la   mano  del suo avverssario     estrasse    dal fodero  e

Fra i nastrini di un cantiere

Io non vedo un cimitero in quell'aria di mare.     Sebbene tutti si ostinino a dare per scontato che puzzi di morte:     Cellule morte evaporate da pizze tagliate a fettine precise, come solo un boia sa fare. Treni senza più binari e con il tempo ormai perso; recuperabile nemmeno investendo capitali di minuti strappati ai sogni mattutini. Strade colme di cappelli gialli, nastrini a strisce rosse e bianche, come bandierine, ma mancano le stelle, manca sempre qualcosa da queste parti. Borsette schizzofreniche si ribellano al proprietario per avere una sorte, per avere un dannato ruolo negli archivi della polizia. Oggetti, ancora col prezzo annesso, guardano il trafficare di banconote mensili non registrate, passare da mani a mani occupate da pistole. Gessetti scrivono per troppi pochi occhi distratti da vele e polvere. Vele e polvere. Vele e polvere .   Io non vedo oggetti. Io vedo menti, cuori, fegato e polmoni. Vedo immensa poesia. Immensa umiltà. Trovo l'identità nei vicoli de

il gabbiano

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Si erano conosciuti , una sera d’estate   durante una festa sulla spiaggia. Lei era sola , il marito l’aveva lasciata per un’altra   e nonostante fosse ancora scossa da quell’evento aveva deciso di reagire   e prendersi una boccata di vita, perché la vita non finiva lì   davanti alla banchina del porto mentre una nave prendeva il largo portandosi via una parte di lei   , la vita continuava e lei era ancora troppo bella e giovane per rinunciarci. Lui era rimasto colpito dal suo sguardo dolce e malinconico   , era un turista come tanti in quella calda estate e non conosceva nessuno che potesse presentargliela, così rimase per un po’ a guardarla mentre era seduta al tavolo del baretto sulla spiaggia   a   sorseggiare   un long drink   circondata dal fumo di una sigaretta. Lei si era accorta di quegli occhi che la scrutavano erano occhi chiari , luminosi e molto fascinosi e abbozzo un mezzo sorriso senza guardarlo, poi prese il bicchiere , si alzò e scese i tre gradini di legno che la sepa

Riflessi

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  Le abbiamo vissute, o soltanto attraversate. E già le rimpiangiamo. Le lunghe, liquide marine delle primavere mediterranee ci accarezzano spavalde e assonnate, percorrenti come rivoli, sfumate come orizzonti. E i lidi assorbono una mestizia d'attesa, solcati da sbiaditi giochi infantili. Qua e là s'arresta un pino, assorto per un sentiero diruto, contro muri non ancora roventi. **** L'avvocato è astigiano. Verosimilmente, compose Una giornata al mare appoggiato ai parapetti della riviera ligure, ma le atmosfere da lui descritte mi evocano piuttosto pallori adriatici. O, ancora, le sagome dolcemente sgraziate di zerbinotti romani. Un sole scucito nella rena, fuliggine e speranza, caracollanti felicità d'un'Italia speranzosa e negletta. Poi, come in un passo di danza, tutto si perde nel cielo lontano. Daniela Tuscano

La crisi di Giulio

Le cose cominciarono ad andar male. All'inizio Giulio pensava che andassero male per tutti. Ne parlavano in giro, la "crisi" dicevano. E in effetti la crisi c'era, la sentivi nell'aria, lo vedevi al supermercato quando col tuo stipendio non riuscivi che a comprare l'indispensabile, lo capivi dalle pubblicità, quelle che ti facevano sembrare il prestito la scelta più giusta da fare quando invece sapevi benissimo che era solo ua stronzata, lo capivi dagli sguardi di solidarietà della gente, quella in fila alla posta, quella che attraversava a piedi la strada, quella che gremiva le chiese. C'era crisi ma si sopportava, era un male condiviso e stranamente se sono in tanti a soffrire della stessa pena uno si abitua a pensare che in fondo non sta così male. Invece a Giulio andò che un giorno, oltre a dover convivere con la crisi (come tutti), beh, un giorno Giulio diede di matto. In realtà non è che impazzì davvero ma a tutti sembrò così, e si sa se tutti pensan

Fools in love

E poi nessuno risponde. No, forse non si può cominciare così. Partiamo dal principio. Sei stravaccato sul tuo divano. Sì, hai capito bene, stravaccato. Non sistemato elegantemente come un lord o come potrebbe stare Queen Elizabeth nei suoi palazzi in Inghilterra quando decide di farsi una siesta, no. Sei messo tutto storto, hai addosso ancora le scarpe, per non parlare del resto del vestiario che ormai ha ben poco di presentabile tutto stropicciato com'è ora. Sì, insomma sei rimasto folgorato da quell'ultimo stralcio di quell'inutile telefilm romantico alla tv e non hai saputo resistere, neanche il tempo di metterti in pantofole, di mettere su le robe per la casa, ti sei trovato buttato sul divano adagiato come deve sentirsi una busta nel bidone della spazzatura. Ma il divano è la tua culla per quando le cose vanno male e il tuo trampolino per quando invece vanno così bene da aver una pazza voglia di saltar giù dai palazzi. La realtà è che sei solo in casa, sei single come

Allo specchio

Come un reporter d’assalto mi lancio nella mia ultima inchiesta. Se è vero che certi popoli hanno tendenze “naturali” o “culturali” particolari quali tendenze ha il popolo italiano? Per farlo ho pensato fosse utile indagare fra chi a suo tempo ci ha “accolti” come immigrati e si è potuto fare un’idea di “noi” come noi ce la stiamo “facendo” di chi arriva nel nostro paese. Ovviamente non potendo andare indietro nel tempo e non potendo andare neanche negli Stati Uniti mi sono accontentato di infiltrarmi in una enclave di studenti americani a Firenze per ascoltare cosa dice il loro “buon senso” a proposito. Pensavo di essere seduto ad un bancone di un pub invece mi sembrava di stare davanti ad uno specchio, uno di quelli che ti deformano fino a renderti irriconoscibile. John dopo un paio di birre perde ogni freno inibitore e comincia a raccontarmi un aneddoto. -           Un avvocato americano aveva appena finito il suo intervento come ospite al corso che sta frequentando qui in Italia qu

Furti gastrici

Gianni è sempre stato un tipo strano, una personalità altalenante. Questo però l'ho scoperto dopo aver abitato per un po' con lui. Alcuni giorni Gianni è in palla, ti saluta e pare che abbia rubato il sorriso più bello alla persona più felice della terra. Un furto, ma ne sono contenta. Continua a leggere...

Parco giochi della mia infanzia

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Parco giochi della mia infanzia, quando hai perso le stagioni? Quando i tuoi prati, oasi alate d'un circoscritto paradiso, hanno smesso di risuonare di voci tinnanti? Dove l'erba ha assorbito muta il cilestrino colore di garruli giochi? Eravamo uno sciame, allora, figli svettanti d'un futuro assolato. La bicicletta e gli schettini, il rapido vortice di pantaloni scampanati, beatamente implumi e frondosi, tra boom e austerity . La certezza d'una vacanza al mare, e tuttinpiedi davanti alla maestra. Qualcuno già nutriva un pensiero nascosto, un sottile e inquieto rigo musicale tra i risvolti delle casacche a quadri. Il saggio di danza, e ragazzine sparute più che aggraziate. Le lezioni di judo per i maschi, poi qua e là, circondati da un'ebollizione di generi, scompigliati fra barbe lunghe, camicioni colorati, e già qualche tocco di trucco su guance ruvide, si assaporava il fermento d'una porta arcana, d'una primavera sovvertita. Ma nessuno ci cancellava il sor

Ballare sul mondo(Dedicato all'ultimo giorno di scuola)

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Sospesa. L'aria sembra un po' più fina l'ultimo giorno, quando tutto si conclude, e afferri la vita. E, se ci fai caso, il tempo non è mai inclemente. Forse non lo è nel tuo paesaggio del cuore, perché finalmente scavalchi quella finestra e l'aula, d'improvviso, pare sgombra anche quando risuona ancora di voci, anzi di strida, e profuma di dolci e spuma di bevande. L'avverti estranea e la respingi, forzata e triste, e inadeguata, e il suo grigiore ti mette un po' d'imprevista nostalgia. E si vorrebbe frugare pensosi quel sottile dolore, impigliato qua e là, come a caso, fra le maglie gaudenti dei compagni e l'inarcatura delle spalle dell'amica, che finalmente si scop re bella e libera. Vorresti cacciare e insieme lasciarti sedurre da quel suono arcano e vibrante, come un'eco perenne. In un angolo, dopo aver condiviso la festa, ti apparterai ascosamente. Non ti hanno nominato il più bello della scuola, né la più attraente delle compagne, eppur

Mondo a due ruote

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C'erano i ragazzi, assiepati in modo sparpagliato lungo il nastro grigio che tagliava la città. C'era don Bruno, la cui grossa figura di bambino navigava un po' stordita nella severità ottocentesca del clergyman nero; c'era il rosa, quel "Rosa Gazzetta" sciorinato dalle vestigia dei palazzi metropolitani, a guardia e concordia delle raccolte intimità familiari, una macchia rustica di panno steso; allegria modesta d'un accarezzato benessere, qualcosa di residuale , semplice e schietto. E le magliette campeggiavano dai balconi elevati, recando la scritta "91° Giro d'Italia" . La Storia attraversava le strade provinciali di anonimi agglomerati. Ieri è toccato proprio a noi, a Bresso . C'erano, poi, loro: gli eroi della pista. Gli eroi di mio padre adolescente, che ancora tiene incorniciata la fotografia firmata "Coppi Fausto, sportivamente" ; e che ancora rivede nelle biciclette le fatiche sane degli sfollati, la speranza inerme

UNA DOMANDA MOLTO IMPORTANTE-APPELLO

Una domanda importante... M esi fa lessi su Tuttosport,di una tourneè o comunque di un viaggio in Sud America di una Nazionale italiana anni 60/70 e di un calciatore sconosciuto e  forse senza squadra che in una partita di allenamento (forse e dico forse,in Venezuela..) con gli Azzurri aveva umiliato la mitica difesa,segnando più di un gol e rivelandosi da solo imprendibile per i nostri e vincendo tutti i dribbling.Alla fine del primo tempo il fantomatico giocatore non scese più in campo e ciò fece molto felici i nostri.Questa "storia" vera è stata riportata da un giornalista italiano che incontrò,molti anni dopo,questo "campione celato" su di un aereo.Il giornalista a tutta prima non credette a quest'uomo,pensando ad una sparata,ma tempo dopo incontrò l'ormai-già-in-pensione-capitano (di cui non ricordo il nome!) e quest'ultimo gli disse che era tutto vero e che per lungo tempo la Nazionale e la Federazione tacquero a proposito di questo umiliante segre

Senza titolo 2324

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William Shakespeare Romeo e Giulietta Trasfigurazione moderna 4 mani di: Bhaky and Kurtz.   Nota introduttiva. Intervento di Mercutio: E’ vero, io parlo di sogni, che sono i figliuoli di un cervello ozioso, generati da null’altro se non da un vano fantasticare, e d’una sostanza imponderabile quanto l’aria , e più incostante del vento che pur ora corteggia il gelido seno del settentrione, e che, indi, crucciato, muove rivolto il viso al mezzogiorno stillante di rugiada. Romeo:- Temo che sia sempre troppo presto: L’animo mio Presagisce una qualche terribile conseguenza che Tuttora si tien sospesa in alto alle mie stelle, e che avrà un doloroso Inizio del suo corso terribile con la festa di questa notte, e metterà fine ad una vita spregiata, come quella che il mio petto rinserra, mediante una qualche infame condanna a una morte prematura… Benvolio a Romeo: Ami forse? Romeo:Non sono… Benvolio: Non ami, dunque? Romeo. Non sono nelle grazie là dove io amo. Benvolio: ah, che l’amore, pur esse

Singapore

                        A Singapore la stagione delle piogge dura tutto l’anno. Sarà per questo che la vegetazione è così rigogliosa e l’aria così carica di umidità. A volte ci si dimentica di vivere in su un’ isola, sembra più di vivere in una foresta tropicale senza uscita. A Singapore c’è sempre gente di passaggio con valige che stanno per essere fatte o disfatte. Singapore è simile al bellissimo fiore di una pianta carnivora, alla quale è sempre meglio non avvicinarsi troppo. Singapore è per anime erranti, senza nazionalità. C’è gente che proviene da ogni angolo del mondo che lavora nell’albergo che dirigo. Un guazzabuglio, di diletti, cadenze, tradizioni, colori. Ogni anno mi dico che è l’ultimo poi sempre li al mio posto a controllare allo specchio se sono in ordine. Il mio albergo non è tra i migliori ma è dignitoso. Ammetto ce ne sono di meglio e se io fossi un turista in vacanza non lo sceglierei ma infondo lo amo e un giorno mi mancherà. La pioggia cadeva lenta e io cercavo u