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Palermo, il geriatra Mario Barbagallo a capo del Conservatorio: il caso approda in parlamento

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DI COSA STIAMO PARLANDO Palermo, il geriatra  Mario Barbagallo  a capo del Conservatorio: il caso approda in parlamento Le deputate del Pd Serracchiani e Piccoli Nardelli rivolgono un'interrogazione al ministro Bussetti: il primario nominato dal governo non ha competenze specifiche ma nel curriculum vanta quelle della nonna e di uno zio musicista Leggendo di vicende   come quella  dell'assegnazione   al  geriatra Mario Barbagallo, del ruolo di di direttore  del conservatorio  musicale  di palermo , ormai  dovrei essere  rassegnato  e  non dovrei neppure  scandalizzarmi  \  indignarmi   visto  che ormai   è la regola italiana , se non fosse  : 1)  per la  sua risposta che poi  è la  citazione    : << la  famiglia  Barbagallo  -San  Giorgi è  e  da  sempre impegnata i  ambito  artistico musicale . La  nonna   Maria  san Giorgi   era una delle proprietario del teatro  San Giorgi di Catania   dove nel secolo  scorso hanno recitato i maggiori artisti italiani .>>

alla faccia della democrazia ecco perchè ho cambiato idea su fare il giornalista . criticava la “politica delle promozioni” di Panorama. Licenziata. Articolo21 pubblica la mail della discordia

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 l'unico commento   che riesco a fare  è nel    titolo  .    da   http://www.articolo21.org/ La giornalista Paola Ciccioli è stata cacciata da Panorama dopo averci lavorato dieci anni. Articolo 21 pubblica in esclusiva il testo integrale della mail da lei inviata al Direttore Generale Periodici della Mondadori per protestare contro “la politica delle promozioni di Giorgio Mulè, una delle quali riguarda la giovane figlia dell’ex ministro Scajola. Paola Ciccioli   (  foto  sotto  ) lavora, anzi lavorava, in Mondadori da vent’anni, dieci dei quali a Panorama. E’ stata anche rappresentante sindacale di questa testata durante la direzione di Pietro Calabrese. Chi la conosce racconta che si è sempre battuta perché la serietà e il lavoro dei colleghi non venissero mortificati e perché “cognomi importanti” non avessero la meglio su “cognomi anonimi” della redazione. Le sue divergenze, su questo e altri punti, con l’attuale direttore Giorgio Mulè risalirebbero ai tempi di Carlo