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Il Mondo migliore

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In questi giorni abbiamo spesso sentito parlare, o forse straparlare, di "Italia migliore" . Secondo gli organi d'inforNazione più accreditati, l'Italia migliore sarebbe quella che elogia il governo sempre e comunque, che non protesta mai, che plaude alle ronde e si entusiasma quando la polizia caricare gli extracomunitari su appositi autobus con inferriate, come accade a Milano; che approva senza riserve le "missioni di pace" militari (sostenute devotamente pure dall'"opposizione"); mentre se qualcuno osa timidamente obiettare che, a suo umilissimo parere, gli eroi sono, chessò, i volontari o i missionari; se ritiene che probabilmente si esagera a trattare esseri umani come bestie pericolose; beh, state tranquilli: costui è ipso facto un criminale, un anti-italiano, un apostata e chi più ne ha, più ne metta.   Sarà. Ma a Milano, tre sere fa, abbiamo visto un'altra Italia, addirittura un altro mondo, e, scusate, a noi piace un pochino d

Si chiamano Hadzabe e vivono in Tanzania da almeno 50 mila anni

Si chiamano Hadzabe (plurale di 'Hadza'), vivono in Tanzania, nella valle Yaida, da almeno 50 mila anni e sono gli ultimi veri cacciatori e raccoglitori primitivi: conducono la stessa esistenza che l'umanità ha vissuto in epoca preistorica, prima di scoprire l'agricoltura, la scrittura, le forme di organizzazione politica. Abitano il territorio circostante il lago Eyasi dalle parti di Arusha, nelle provincie di Shinyanga e Singida, sono prevalentemente dei cacciatori e raccoglitori di prodotti agricoli la cui sussistenza dipende sostanzialmente dalla fauna selvatica e dai prodotti agroforestali. Oggi sono rimasti in 1.500 -2000 individui. La creazione di un area nuova per safari in Tanzania potrebbe mettere a rischio la loro esistenza! A minacciare la tribù, è una società araba, la UAE Safaris Ltd, (dietro la quale pare ci siano membri delle famiglie reali degli Emirati Arabi Uniti) che sta trattando col Governo della Tanzania per ottenere una ulteriore concessione di 3

Senza titolo 1598

San Pietro e Carloforte Mille liguri nell'ottobre del 1541, al seguito dei Lomellini, Signori di Pegli (Genova), approdarono a Tabarka, isola della Tunisia, per dedicarsi alla pesca del corallo. All'inizio del '700, per le ripetute incursioni dei pirati barbareschi e per l'impoverimento dei banchi coralliferi, i Tabarkini accettarono l'invito di Carlo Emanuele III di Savoia, re del regno Sardo Piemontese, e si trasferirono nell'isola di S.Pietro allora disabitata; fondarono quindi la città di Carloforte in onore del sovrano (17 aprile 1738). Nell'isola di S.Pietro essi proseguirono le attività di sempre dedicandosi alla pesca del tonno e del corallo. Alla fine del '700 Carloforte subì due invasioni, la prima ad opera dei francesi e la seconda, ben più drammatica, da parte dei pirati tunisini che ripartirono per l'Africa con oltre 800 persone come ostaggi. Solo dopo cinque anni vennero finalmente liberati grazie al re Carlo Emanuele IV. Nella seconda

Senza titolo 933

Far guerra per la pace e`  come far l'amore per la verginita`!!

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 dalla  nuova  del 10\10\2005 Con i laboratori di Guspini torno a casa e apro bottega Li chiamano “Laboratori di transizione” e sono unici in Sardegna e in Italia. Un’esperienza analoga è stata attivata solo a Bologna e ha per nome “Le botteghe di transizione”. A Guspini questi “laboratori” sono una bella realtà produttiva partita due anni fa, bisognerebbe clonarla in tanti altri villaggi dell’isola dei nuraghi. Gli amministratori non si sono limitati a creare zone artigianali e industriali confidando poi nel “si arrangi chi può”. No, sono stati ostetrici di impresa, hanno consegnato chiavi in mano un locale di tot metri quadrati a chi era in grado di produrre. E poco importa che sforni mobili, coltelli o ripari la carrozzeria delle macchine. Può anche occuparsi di verde pubblico e privato ma anche di cablaggio multifilo e di automazione industriale. L’importante è accumulare fatturato, contribuire a mettere in moto la macchina lenta dell’economia. Meglio ancora se a far richiesta di q

Senza titolo 795

Nel supramonte del sud, un tempo regno dei bracconieri, torrenti, vallate e cascate spettacolari Linas, il parco dei sogni   Tutelata l’area dove sorge la miniera di Perd’e Pibera Itinerario nella Sardegna più segreta, in uno dei siti ambientali più preziosi del Mediterraneo  GIANNI OLLA   VILLACIDRO. «Sul Linas ci vanno i bracconieri, non i turisti...». Breve scambio di battute prima di un ennesimo viaggio in cerca dei parchi che ci sono e non ci sono. Il nostro interlocutore è un geometra dell’ente foreste, che conosce bene quei luoghi. I bracconieri li combatte da anni, e ne conosce le mosse, i sentieri che utilizzano, le trappole, anche micidiali, e non solo per gli animali. Chi scrive ha semplicemente chiesto notizie della strada sterrata che, da Gonnosfanadiga arriva alla base delle cime, ed in particolare a Perda’e Sa mesa, 1236 mt, facilmente raggiungibile, a piedi, dall’altipiano di Nuraxi Togoro. Infatti nella primavera scorsa la strada, comunale, è stata resa inagibile per q

Senza titolo 792

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 Salve a  tutti\e  voi cari amici   vicini e  lontani    appena  tornatri  o che partite  per le ferie    Rieccoci al consueto appuntamento  ( se voi avete   altri post  simili  ben  vengano in qualunque  momento   )    del lunedi  . Prima   degli articoli di oggi   voglio però  L'introduzione d'oggi non serve per  spiegare l'articolo  ma  per  rispondere a  delle    email ( scusate  ma non  ho resisto  e  poi   è meglio soffernmarsi   a chiarire  che  lasciare delle ambiguità  o deimalintesi  , non  vi sembra  ? )   che stò ricendo  da quando   ho deciso di aprire   ispirato al bellissimo  blog  maree.splinder.com e  alle  lezioni  di  letteratrura  italiana  del prof  Nicola Tanda  e  di  filologia romanza   del prof  Paoolo Manichedda  . Alcune    d'esse  (  la maggior  parte   )  sono   d'approvazione  e  di metraviglia  , altre  (  ma che  ci volete fare  la mamma  dei cretini è sempre incinta   )    di  sfottò  del tipo : <<   sei troppo nostalgico  , tr