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Visualizzazione dei post con l'etichetta pena di morte

C'è differenza tra chi invoca linciaggio e pena di morte e gli assassini in branco?

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dopo questa  vicenda   "Un gruppo di albanesi", scriveva ieri il gruppo editoriale de  Il Resto del Carlino ,  La Nazione  e  Il Giorno . Oggi viene comunicato che gli indagati sono nove: 8 italiani e un albanese. Il suffragio universale è messo male, ma anche la libertà di stampa non scherza.  # gruppodiitaliani mi chiedo  come giustament e si chiede  anche la nostra  amica Tina galante

donna decapita all'eur se il killer \ boia fosse stato italiano anziché straniero ? i forcaioli diventano ponzio pilati

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vi potrebbe interessare  anche http://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2014/08/il-ritorno-degli-untori-dei-rigorgiunti.html Donna decapitata all’Eur, la polizia: “Costretti a sparare per difenderci”. Spunta un sms www.lastampa.it del 25\8\2014 Inquirenti al lavoro per ricostruire la dinamica del delitto. Tracce di sangue fuori dalla villetta, perde quota l’ipotesi dello stupro. Ho aspettato fino ad oggi, perchè pensavo che magari fossero ancora in ferie, tutti quelli che sono pronti a scagliarsi contro chiunque non sia cittadino italiano , invocandone la pena di morte, anche solo per aver rubato una mela . Ed ora? Ora che un "normale" connazionale ha "semplicemente" decapitato un colf "straniera" hanno il braccino corto per digitare su una tastiera  ?  Mi chiedo come si possa essere severi boia quando il carnefice è uno straniero per poi trasformarsi in novelli Ponzio Pilato quando , come in questo caso, il boia nel vero se

violenza sulle sulle donne perdonare o non perdonare il primo schiaffo ? e rispondere come india ad uno strupro con la pena di morte ?

 dall'unione  sarda   d'oggi  cronaca  di OLBIA.  Le testimonianze delle donne vittime degli ex compagni assistite al Centro antiviolenza «Mai perdonare il primo schiaffo» Un'imprenditrice: «Picchiata e derubata, per lui ero una schiava» OLBIA  «Perdonare uno schiaffo a un uomo è come farsi la prima pera: entri in un abisso dal quale rischi di non uscire più». Marta ha 43 anni, ha studiato, è una piccola imprenditrice. Sa usare bene le parole e oggi che ha fatto, e ancora sta facendo, una lunga terapia, sa anche analizzare quello che le è successo. Marta è una delle 200 donne seguite al Centro antiviolenza di Prospettiva donna. Vittima di violenza fisica, sessuale, psicologica ed anche economica. Lui, oltre alla dignità, era riuscito a portarle via parte della società e molto denaro. I processi sono ancora in corso ma il suo ex compagno è stato allontanato ed è fuori dalla Sardegna. L'INCONTRO  «Quando l'ho conosciuto avevo un'attività in un centro tur