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Visualizzazione dei post con l'etichetta olocausto

la menoria condivisa non esiste il pasticcio della memoria alla Stazione Centrale di milano e delle lapidi in cui l’omaggio ai deportati della Shoah convive con quello alla guerra del Duce in Etiopia

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 La  vicenda   che riporto  nel post   odierno  dimostra   che   la memoria  condivisa  non esiste  ed   un utopia . Al contrario esistono    più memorie   su detterminati eventi del secolo scorso come  fa  notare  quest'articolo : <<   La memoria condivisa non esiste  >> de Il Foglio di    qualche anno fa   da  https://www.open.online/  del    24 MAGGIO 2023 - 06:35 Milano, il pasticcio della memoria alla Stazione Centrale: l’omaggio ai deportati della Shoah convive con quello alla guerra del Duce in Etiopia                                         di Simone Disegni La giustapposizione delle targhe al binario 21 dello scalo milanese, da cui partivano i convogli della morte della Shoah. Lo storico Filippi: «Così l’Italia (non) fa memoria» Ai viaggiatori che sbarcano a Milano da fuori città, la Stazione Centrale dà il benvenuto con un strano minestrone: di Storia e di memoria. Per lo meno a quelli non distratti da smartphone e bagagli che alzano lo sguardo sul complesso

come può un prof negazionista dell'olocausto .- shoah insegnare misteri all'italiana

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di  cosa  stiamo parlando   No vax, filorusso e omofobo: chi è Pietro Marinelli, il prof negazionista che ha interrotto lo spettacolo sulla Shoah - Open   Se poi un/a povera docente viene impallinata da screanzati deve pure sorbirsi i lazzi della pseudo-comica miliardaria che la deride dalla TV nazionale. Questo qui cosa deve fare ancora per essere sospeso: sganciare l'atomica?

perchè parlo ancora della shoah e dell'olocausto nonostante sia un tema inflazionato e ormai diventato giornata palla

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 leggo   qualche      giorno fa      su  uno dei giornali  vecchi    che   uso  per  accendere  il  fuoco del  camino  che una  Liliana  Segre  particolarmente amareggiata quella che arriva a Palazzo Marino, a Milano, per presentare assieme al sindaco Beppe Sala le iniziative per il Giorno della Memoria  ha  dichiarato  "Quando uno vecchio come me, che ha visto prima l'orrore, e poi, arriva a sentire che si nega addirittura quel che è stato la coscienza si sveglia. Dopo che sei stato silenzioso, ammalato, non capito, a un certo punto succede che non si sia mai contenti, che si diventi pessimista. E che si ritenga che fra qualche anno, della Shoah ci sarà una riga sui libri di storia, e poi nemmeno quella".  [...] Capisco che la gente dice da anni "basta con questi ebrei, che cosa noiosa". [...]  "Il giorno della Memoria è inflazionato, la gente è stufa di sentire parlare degli ebrei. il mio  commento  a  caldo  /d'istinto ( che poi  non lo è  se leggete

Benghabrit e la sua attività nella Grande Moschea di Parigi PER SALVARE GLI EBREI ALGERINI da lafarfalladellagentilezza

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  A salvare    gli  ebrei  dai nazi  fascisti      furono     anche    i  mussulmani    come riporto     questa  vicenda     ripresa     dalla bellissima  pagine    Facebook      https://www.facebook.com/lafarfalladellagentilezza Quando Albert Assouline iniziò a raccontare la sua storia, molti non gli credettero. Ma lui si ostinava a raccontarla, perché voleva che il mondo sapesse chi gli aveva salvato la vita. Per questo, molti anni dopo, nel 1983, scrisse un articolo su una rivista dei veterani francesi, per saldare il suo debito di riconoscenza. Ma ciononostante, molti continuarono a non credergli. Però nel 2005 la sua storia fu confermata, quando il celebre cantante algerino, Salim Halali, morì all’età di 85 anni. Halali si era trasferito giovanissimo in Francia, e lì divenne famoso per la sua voce, ma pochi conoscevano il suo passato. Eppure, alla sua morte, venne fuori la sua storia di sopravvissuto durante la Seconda guerra mondiale, una storia molto simile a quella di Assouline

lucy Salani: "Io trans, sopravvissuta a Dachau, chiedo a Meloni di non toglierci i nostri diritti"

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  "Non tollero che si possa agire contro delle persone come noi che hanno subito la deportazione nei campi di concentramento. Non tollero una donna che si può permettere la sfacciataggine di toglierci i nostri diritti. É una vergogna".  Non va per il sottile Lucy Salani 98 anni, l'unica transgender italiana sopravvissuta al campo di concentramento di Dachau, quando, durante l'apertura della Festa dei Sentinelli a Milano, le chiedono cosa pensa di un'eventuale vittoria di Giorgia Meloni. "Essere trans nel Ventennio è stato terribile", ha ricordato durante l'inaugurazione della mostra  Omocausto,  dedicata allo sterminio dimenticato degli omosessuali da parte del nazifascismo. "L'Italia è in sospeso sul tema dei diritti, ed è quel 'sospeso' che fa paura e non vorrei che tornassimo all'era fascista", ha sottolineato con forza Salani .                                        di Andrea Lattanzi Musica - "Betterdays" - b

I pugili di Auschwitz, veri e improvvisati: costretti a battersi nei lager per sopravvivere

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  repubblica  online   La storia di Noah Klieger, che sarebbe poi diventato scrittore, giornalista e dirigente sportivo in Israele, ha ispirato José Ignacio Perez a scrivere ''K.O. Auschwitz". Atleti nell'inferno dei campi di concentramento   Noah Klieger  ha avuto un vita lunga, dal 1925 al 2018. E’ stato scrittore, dirigente sportivo, giornalista: ha raccontato il basket in dieci mondiali e cinque olimpiadi. Tutto o quasi passa però in secondo piano rispetto ad anni maledetti, a un maledetto: 1944, 1945,  Auschwitz . “Sai fare la boxe?”. In quella miriade di porte che il destino apre e chiude, la sua vita può ruotare anche intorno  a una banale domanda. No, la boxe Noah non la sa fare, ma coglie la sfumatura, capisce che può essere una via di scampo. “Sì”, nonostante non abbia mai messo un paio di guantoni e sul ring non sia ammessa improvvisazione, perché su quel quadrato ci salgono non solo kapo fisicamente molto più in forma di lui, ma anche gente che prima di ent

2 giugno 1948: il processo ai dottori dei campi di concentramento

 

le foto di Whilelm Brasse ed altre storie del 900

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 il ricordo di tali eventi  no  è   solo  il 27 gennaio  Un giorno di febbraio del 1941, un giovane prigioniero polacco di nome Whilelm Brasse fu incaricato dai nazisti di fotografare, uno dopo l’altro, tutti i prigionieri di Auschwitz, di fronte e di profilo. Quando, quasi due anni dopo, fu il suo turno, prima che la foto fosse scattata, Czesława Kwoka “si asciugò le lacrime e il sangue dal taglio sul labbro” - come ricorda lo stesso Brasse - che le aveva procurato la kapò a bastonate in faccia. In quel momento Czesława aveva 14 anni, era appena arrivata al campo, non parlava e non capiva una parola. Poche settimane dopo, il 18 febbraio 1943, le ammazzarono la madre, Katarzyna. Il 12 marzo fu assassinata con un’iniezione di fenolo nel cuore. Poco prima che l’Armata rossa fece irruzione ad Auschwitz, i nazisti ordinarono a Brasse di distruggere tutte le foto insieme ai negativi, ma lui riuscì coraggiosamente a salvarne qualcuna. Tra queste, c’era quella di Czesława, che diventerà una d

MEMORIA, AMNESIA, INCOERENZA

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leggi anche Nella legge sul giorno della memoria e sul giorno del ricordo mancano la responsabilità dei fascisti    con il post  d'oggi   finisco   la  mia  contro  giornata settimana della memoria    del  27\1\2022   lo so  che   come  dice    Emiliano Antonino Morrone 11 h    ·  MEMORIA, AMNESIA, INCOERENZA Buongiorno per tutto il giorno. Oggi è il Giorno della Memoria. Molti scriveranno pensieri al riguardo: contro la violenza, l'odio, l'ingiustizia, la disumanità. Domani sarà, come ogni giorno, la Giornata dell'Amnesia e dell'Incoerenza: riprenderemo le nostre piccole guerre contro il vicino di casa, il compaesano, il confinante. Lo riempiremo di insulti, proveremo ad infangarlo, diremo ogni male possibile sul suo conto. Incapaci di costruire comunità, di valorizzare le diversità, di essere accoglienti, solidali, inclusivi. Il buonismo social(e) è interno al capitalismo, che ci induce ad essere mercanti della nostra immagine, megafoni del nostro ego in cerca