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Da chi abbiamo imparato l'immortalità se non dall'immortale

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MANO NELLA MANO NELLA NOTTE DI GIZA         Splende il tuo sguardo mai quasi orfico nella notte di nettare, stella fissa nel firmamento, non muore nel tramonto,non viene sciacquata via dall’alba, le ciglia battono cicloniche portando repentini aggrappamenti e sulla tua bocca inzuppata dal sangue delle escoriazioni dei papaveri è nata oh si fremo è nata l’ultima avventura scala appoggiata al sole e così dobbiam traballar per la gloria di qualcuno che non ci ama ma io L’ho buttata la al sole, voglio il sole le corriamo incontro scherzando la sera aspettare era più folle del gesto che abbiamo fatto così noi correvamo incontro alla sua alba dalla notte in bilico sul cratere dell’intimo tentativo sudando antiche secrezioni rem. Dentro la corsa affannosa sentir la tua dispnea perché vuoi toccar il folle fa vibrar le corde che ho attaccato alle stelle ed essa sembra uscita dal mio sogno d’oro, troppo lontana che non lo riesco ad acchiappare hai già compiuto la magia del miraggio, allora tente

Le occasioni perdute e ritrovate. Rileggere Pascoli

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E’ forse inevitabile collegare quest’autore all’infanzia. Alla mia, segnatamente. Non posso esimermene, poiché fu il secondo poeta che incontrai, dopo Ungaretti (quello della Madre , non di “M’illumino/d’immenso” ) e prima di Grazia Deledda , l’altra grande passione della mia gioventù. Nell’antologia - il “libro di lettura” - i versi di Fides spiccavano dietro un’immagine di bimba attonita, dagli occhi nerissimi e curiosi, immersa in un verde lussureggiante. Come il vastissimo parco del mio collegio: mondo protetto, involucro coalescente, lontano dalle brutture e dalle violenze della realtà esterna, e cattiva. Un luogo che sarebbe piaciuto al Pascoli , così folto di siepi che il guardo escludevano e le suore candide, madri spirituali, spose d’un marito celeste. Giardini chiusi, fonti sigillate. Eravamo bambini e lui il cantore buono delle dolci ninnenanne, dei trepidi vagiti, delle umili e fragilissime nonnine… Inevitabile non associarlo all’infanzia, ho affermato. Sì. Eppure, errato

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Intervista esclusiva all'autore di Topo Oreste e la Grande Città CLICCA QUI   per leggerla!

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Proprio  mentre  scrivo questo post mi risuonano  le parole della  famossima   e bellissima   the  end     dei doors THE END (  the doors  1967 ) This is the end, beautiful friend This is the end, my only friend The end of our elaborate plans The end of everything that stands The end No safety or surprise The end I'll never look into your eyes again Can you picture what will be So limitless and free Desperately in need of some stranger's hand In a desperate land Lost in a Roman wilderness of pain And all the children are insane All the children are insane Waiting for the summer rain There's danger on the edge of town Ride the King's highway Weird scenes inside the gold mine Ride the highway West, baby Ride the snake Ride the snake To the lake To the lake The ancient lake, baby The snake is long Seven miles Ride the snake He's old And his skin is cold The West is the best The West is the best Get here and we'll do the rest The blue bus is calling us The blue bu

Siamo figli di Omero o della Bibbia?

Niente paura, stavolta non si parla di religione, ma di influenze artistico-letterarie. Ho ritrovato un saggio che avevo letto quando mi dilettavo di Storia delle Religioni . Il saggio è di Fortunato Pasqualino , i riferimenti sono a Mimesis di Erich Auerbach , ma il succo del discorso è: perché la letteratura nord europea (e americana a seguire) ha dato il meglio di se stessa nello scavo psicologico del personaggio (horror, thriller, gialli) mentre quella italiana (parliamo di classici) sembra totalmente priva di mistero? Le colpe vanno equamente ripartite tra Omero , la Controriforma , la mentalità epicurea del Rinascimento e una certa incuria, tutta italiana, per le cose divine. Sarà per questo che tra alcuni di noi e papa Joseph Ratzinger non corre buon sangue? Bah… Ma andiamo per ordine. Cito Eugenio Scalfari di qualche settimana fa: I poemi omerici rappresentano il punto di partenza della letteratura occidentale…Gli eroi dell’età del Bronzo raffigurati nell’Iliade, e gli dei

Il lanternino - sito di incontro tra le persone che danno vita ai libri

IL LANTERNINO Lettera informativa n. 1 - Aprile 2007 Cari tutti, il sito del Lanternino è pronto e sono in linea il regolamento e vari documenti. Ognuno potrà informarsi e capire meglio il nostro progetto, visitandoci all'indirizzo www.lanternino.net . Chi ha buone proposte da sottoporci non esiti. Saranno valutate ed eventualmente pubblicate. Nessuno si offenda se alcune saranno rifiutate. L'esito dell'iniziativa dipende proprio dalla qualità di tali proposte. Vi invitiamo a segnalare il nostro progetto a traduttori, scrittori, case editrici, associazioni, istituzioni culturali e riviste letterarie, in Italia e all'estero. L'intento è quello di creare un punto d'incontro per tutte le persone che danno vita ai libri: autori, traduttori, revisori, editori. Auguriamo buoni incontri a tutti. Il Lanternino

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TOPO ORESTE E LA GRANDE CITTA'     Può un topo rischiare la vita per salvare una comunità di gatti? Se questo topo si chiama Oreste... SI'!     Un libro per ragazzi ma non solo, utile anche a far pensare i "grandi".     Consigliatissimo. Se siete curiosi... seguite il banner :)

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Sempre  sul gioco del calcio oltre il libro di Cavina  da me recensito    qui sul blog  ho trovato  nel  bolettino  ANNO I numero 4 APRILE 2007     letterario e culturale  che  m'arriva  via email  dell’Associazione Culturale Gennaro Sparagna ( direttore responsabile e proprietaria della testata  Sparagna Irene - redazione: via stazione snc - 04026 Tremensuoli di Minturno (Lt)   Email irene@irenesparagna.it   Web www.irenesparagna.it   ) ho  trovato questo bel  racconto  breve  che  s'intitola   La partita Racconto breve di Sandra Cervone e  che  ripropongo  sotto Camminava seguendo i suoi pensieri. Suo padre se n'era andato da casa che lui aveva solo sei anni. E Ivan, allora, nonostante i suoi trentanni compiuti, si sentiva ancora un ragazzino e non capiva proprio cosa volessero dire tutti quei: "Ma ormai sei cresciuto!". Adorava i bambini piccoli, quelli che sentiva più simili a lui. Voleva solo guardarli, parlare con loro. Ridere, scherzare. Sentirsi ancora cos