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Visualizzazione dei post con l'etichetta la storia siamo noi

cosa è il viaggio ? è ascoltare e condividere storie di gente , di mestieri , di passioni

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Riporto  quello che  ho scritto  per  la  pagina e  l'account  di  fb  ,  visto che molti nei  commenti    e  in messanger    mi reputano strano  ne  approfitto  per   rinnovare  ed  aggiornare  le  FAQ  Compagnidistrada Pubblicato da  Giuseppe Scano  ·  19 min  ·   trovate nei post continua qui nel blog oppure clicca sopra per poter continuare a leggere ) e nella sua appendice  https://www.facebook.com/compagnidistrada/  ) non raccontiamo e non riportiamo le solite favole, ma storie vere, storie di persone, di paesi, di città ai margini dei media ufficiali o d'esse strumentalizzate \ usate politicamente per scopi elettorali e di propaganda . Ma anche Storie che stanno sbiadendo nelle nebbie della memoria o che anche resistono al martellare costante degli avvenimenti quotidiani che cancella immediatamente la memoria del giorno precedente. Infatti molto spesso n on sappiamo più da dove veniamo, quale è stato il nostro passato e lentamente

125 anni fa il primo sbarco a Ellis island, luogo simbolo dell'immigrazione Da lì oltre 12 milioni di persone tra il 1892 e il 1954

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da  http://www.rainews.it/dl/rainews/media/     d 'oggi   Era il primo giorno dell'anno 1892 ed era una fredda domenica d'inverno, quando la "migrante" zero entrò negli Stati Uniti attraverso la Porta d'Oro di Ellis Island. Annie Moore, di 15 anni, era partita dall'Irlanda 12 giorni prima insieme ai fratelli Anthony e Phillip e fu la prima persona a transitare per la nuova stazione di ispezioni federale nel porto di New York.  Prima, il centro deputato all'accoglienza degli emigranti era Castle Garden che però si rivelò insufficiente ad accogliere l'enorme massa di persone in cerca di fortuna oltreoceano. Così si decise che sarebbero passati da Ellis Island, un piccolo isolotto artificiale di fronte a Manhattan, un tempo adibito dall’esercito americano a deposito di armi e di munizioni. Un luogo di lacrime e di speranze che oggi è un santuario di ricordi, un prezioso scrigno dove andare alla ricerca delle proprie radici. Collegan

generation war giudizio globale

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  dopo il  un giudizio  parziale ( vedere  post  precedente  )   sorto dall'equivoco    sulla messa  in onda delle puntate  che mi ha portato  a vedere  la seconda  e  poi in replay  la  prima  , posso darne   un giudizio globale   del  film in questione   Un film bello, triste  , drammatico  , generazionale . In esso ci ho ritrovato anche  se in modo velato   gli echi del graphic novel  I Maestri dell’Orzo, la saga della famiglia Steenfort      . Confermo   quanto dicevo nel post  precedente  , in particolare la seconda  critica  . IL telefilm  testimonia  che  non è necessario  raccontare degli eventi storici  facendo un film storico . Un film controverso visto che << Secondo il giornale inglese  The Economist  nessuna  fiction  in Germania ha mai causato tanto dibattito tra il pubblico, mentre i critici hanno criticato molto severamente l’aspetto storico (in particolare il ruolo della Germania nell’ olocausto , sottolineando che la miniserie ha occultat

La nonnina delle poesie e la letteratura da stadio \ ultra

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non   ricordo la  fonte   È il 1978. Siamo a Nuoro. E, come ogni mattina, una vecchia signora apre la sua logora valigia di pelle e cartone e mette in mostra la sua preziosa mercanzia: piccoli libricini di versi sardi, rilegati alla buona, comprati all’ingrosso e venduti per poche centinaia di lire. Prima di lei «il lavoro» lo faceva il marito, che ai tempi di questa meravigliosa foto di Claudio Gualà era morto da pochi anni. Ma la «nonnina», rimasta sola, non si era persa d’animo. E ogni mattina, presa la sua valigia, continuava ad andare alle bancarelle della piazza del mercato, o alla vecchia fermata dell’Arst, vestita di tutto punto dal suo costume e seduta su una sdraio logora ancora più della sua valigia. Indicando con immutata passione e dita nodose la sua preziosa mercanzia. Come la mattina della foto, con la sua cliente, vecchia quanto e più di lei, che si accovaccia. Tocca un libro con la mano mentre la nonnina ne indica un altro. E insieme parlano di

il giorno della civetta ,placido rizotto, peppino impastato , il dolce e l'amaro

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Un mio amico  del web  ,  volendo approfondire la mafia al cinema  ed in tv  ,mi chiede alcuni titoli  di film  italiani  sulla mafia  . Ora , sbadato e con la testa fra le  nuvole  (  come di  mio solito  )  ho perso la  i suoi contatti   e quindi  , sperando  che mi ritrovi  , lancio  qui  il mio  Message In A Bottle parafrasando la  famosa  canzone dei Police ora  in canna nel mio ipod  .                                                 I film  italiani  specifici  sulla mafia  , eccetto  le  fiction (  la  piovra  celebre saga della  serie  italiana omonima prodotta tra il  1984  e il  2001  del commissario  cattani   alias  Michele  Placido  fino ala  4 e post  cattani  dalla  5  alla  10  .,  le   serie del capitano ultimo \  alias  del  Capitano    sergio di caprio    che catturo  toto riina   .,  Palermo Milano solo andata  seguito poi  da sequel ,  Milano-Palermo: il ritorno .  .,   il capo dei capi  .,  ) ed  i film  : Giovanni  falcone   di Giuseppe Ferrara e   Paolo Bo

dura esperienza femminile IN quello che 'era l'industria del sughero

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DALLA NUOVA SARDEGNA DEL 7\3\2012 Nanneddha e le sue sorelle, "tappaie" senza tutela di Tonio Biosa  TEMPIO  PAUSANIA .  Le donne e la fabbrica. Le celebrazioni dell'8 Marzo traggono spunto dalle vicende legate all'industrializzazione che coinvolse le donne. E in Sardegna le prime furono le operaie sugheriere di Tempio: le «tappaie», le addette alla produzione di tappi di sughero usati per molteplici impieghi, dall'enologia alla farmaceutica (i cosiddetti "medicinali", per turare boccette di vetro contenenti pastiglie o sciroppi). Le «tappaie» erano tante, costituivano una categoria distinta e battagliera, progressista e di sinistra. L'avvento della macchina ha poi soppiantato il loro ruolo mentre nel frattempo la presenza della donna in fabbrica è divenuta normale. Ma alla bella età di 91 anni, Giovanna "Nanneddha" Fresi, «tappaia» fin da ragazzina e per alcuni decenni, vivace e fiera, è una fonte preziosa di ricordi su un pe