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Visualizzazione dei post con l'etichetta la sardegna non è solo vendette \ desamistade

ti sbatto in sardegna

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 per  un attimo    smettiamo di parlare  di  coppie  di  fatto e  del   decreto  cirina    e  parliamo     un po'  della  nostra  terra  . da , con cui  concordo   Laura Laccabadora  ha aggiunto un nuovo video:  La Sardegna vista dai pastori (anni 60) . 12 gennaio alle ore 20:14  ·   lettura, della loro opinione sul banditismo in Sardegna e sull'amore dichiarato per la propria terra. Guardatela, smonta un sacco di stereotipi sulla pastorizia e sul falso mito del codice barbaricino. Non fatevi trarre in inganno dal bianco e nero, i loro pensieri sono più attuali di quanto pensiate.  seguici su  Laura Laccabadora  e su INSTAGRAM-->  instagram.com/lauralaccabadora. tale    pezzo sopra  riportato  è tratto da   

I SONUS DE CANNA : FEDERICA LECCA, LA SUONATRICE DI LAUNEDDAS

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chi lo dic e che le launeddas , classico strument sardo , debbano essere per forza suonate da uomini ? questa frase : << Su chi ti dat resaltu, et pius valore, est sa virtude chi ti nobilitat; virtude bella in anima costante ti faghe’ preziosa che diamante. ( Padre Luca Cubeddu 1748-1828 ) >> e la storia raccontata con maestria dal portale \ sito Tottus in Pari con la colaborazione di Serena Guidoni del sito ( cercatelo anche su facebook ) http:// www.ladonnasarda.it/ Le launeddas sono uno strumento musicale dal suono antico. Un ritmo atavico che risale fin dalle viscere della Sardegna e restituisce in musica una tradizione e una pratica millenaria (le prime tracce della loro esistenza risalgono alla preistoria, considerazione avallata dal ritrovamento dei bronzetti di Ittiri, raffiguranti un suonatore di launeddas). Formato da tre canne, di diverse misure e spessore e ognuna incaricata di una propria funzione (produrre la nota principale, le note d’accompagnamento

Rifiutò il cognome del padre uxoricida Mamoiada, a Vanessa Mele il premio S'Istima

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ne  ho già parlato tempo fa   su queste pagine  , ma    con piacere ne  riparlo  , perchè  è un piacere raccontare  storie  , anche  se  tristi e  dolorose  , si  gente   che  è riuscita   a lasciarsi alle spalle  il suo passato   e  le ferite   provocate   , senza  ricorrere  all'odio e  alla vendetta  Vanessa Mele (foto Massimo Locci) Quando era solo una bambina, suo padre uccise sua madre nella cucina di casa. Oggi la giovane porta il cognome materno. Oggi Vanessa Mele, ha 21 anni, sono passati 15 anni da quel giorno in cui suo padre, Pierpaolo Cardia, uccise sua madre Annamaria Mele nel soggiorno della loro casa di Nuoro. Da allora per Vanessa non fu più lo stesso: rifiutò il cognome paterno ed ingaggiò una battaglia legale per impedire che l'uomo che si era macchiato di quel delitto usufruisse della pensione materna. Oggi Vanessa vive in Galles dove studia Criminologia. Stasera, a Mamoiada, riceverà il premio S'Istima, pensato