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meglio un giorno da Borsellino che una vita da Cosentino

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S'ode a destra Il lavoro ieri e oggi di Bruno Ugolini La precaria che gridava “Sono come voi!”

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L’immagine che più mi ha colpito, nel diluvio di fotografie e video sui fatti di Roma,  non è quella dell’assalto al blindato o quella delle vetrine fracassate, o quella dei dimostranti pacifici che insultavano (“fascisti!”) i ragazzotti in nero.  No, io sono rimasto preso dalla sequenza, trasmessa sulla “Sette” sabato sera e che aveva come protagonista una ragazza. Questa piangeva affannata, correndo attraverso i cortei sbriciolati, gridando “Ma io sono come voi!”.  Aveva trovato la sua macchina bruciata e per lei era un danno insopportabile.  Ecco quella ragazza, forse una precaria, indignata come tanti in quel sabato che doveva essere di lotta e non di carneficina, era una testimonianza vivente.  Lei era il “nemico” colpito dalla furia repellente dei Black Block. Lei, come quei tanti giovani corsi a un appuntamento che consideravano decisivo. Lei come quel ragazzo con tre dita bruciate, come quei  cittadini che dovranno pagare le spese comunali per i danni provocati alla città