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GLI OCCHI DI MARIO di © Daniela Tuscano

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(Aggiornamento del 29/7/2019, in occasione delle esequie di Mario Cerciello Rega) Non era tutto d'un pezzo. Mario il carabiniere era un uomo tutto d'occhi. Enormi e radi, di quell'azzurro che molceva la solidità della vit a. Due laghi in un volto di spianata, che sarebbero piaciuti a Pier Paolo Pasolini.  Occhi da leggere, decifrare. Non "intelligenti", vocabolo arido e volgare.                                     Ma antichi. Incomprensibili alle menti borghesi, appiattite su una correttezza di plastica, abbacinate senza luce. Prive di senso storico, di radici. Mario e la sua Rosa come Tonino e Graziella di "Comizi d'Amore". Come Tonino e Graziella, spietati nella loro innocenza. Ma la coscienza dell'amore, essi, l'avevano. Erano l'Italia ancestrale e maturata. Vivevano il loro tempo, la loro fatica, la loro fiducia. L'azzurro di Mario, chissà da dove veniva. Forse semplicemente dal mare. Forse da qualche recesso paga

LUCIDA FOLLIA

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“Più numerosi adesso che nei primi secoli del cristianesimo”: così papa Francesco nel commentare l’impressionante numero di testimoni immolati per la loro fede. Li hanno uccisi l’odio, il razzismo, l’intolleranza. Ma anche l’indifferenza: la nostra, in primo luogo; e il pensiero va immediatamente alle vite spente in quell’immensa bara d’acqua in cui s’è trasformato l’antico “Mare Nostrum”. Testimoni (martiri) inconsapevoli ma non meno autentici, a qualsiasi credo appartenessero, cui è stata negato, da subito, l’elementare diritto a vivere. Testimoni comunque, perché gloria di Dio è l’uomo. Un movimento ascensionale, che parte dalla terra per giungere al cielo, ma non rinnega, anzi, motiva e dà pregnanza alla prima. Qualsiasi sfregio all’umanità, a quella concreta di ossa e carne, è sfregio al Creatore. I testimoni (martiri) non sono uomini e donne scarnificati; divengono anzi più tangibili e fattuali. È l’agire che conferisce loro una circolare pienezza; la coscienza d’essere cellul