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Freelance: giovani non più giovani professionisti dell'oggi La storia di Eleonora Casula

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Anche i frelance sono giornalisti . Soltanto che sono , per esperienza personale i più liberi . Essi sono " una categoria " Dimenticati dal Jobs Act ci sono giovani che non si sono arresi prima e non si arrendono ora. Stay hungry, stay foolish , citando Steve Jobs è il leit motiv della nuova generazione di creativi della rete. Inventarsi un lavoro non è facile occorrono coraggio e perseveranza, una buona dose di formazione e di coaching. Nessun timore per tasse, casse, INPS, ritenute e tutto ciò che comporta avere una Partita Iva. Mettersi in gioco, lanciarsi su un mercato, provare a lavorare in modo indipendente e con i propri strumenti è possibile, ma lo è solo ed esclusivamente se si ha la giusta formazione, il giusto carattere e sopratutto una ottima conoscenza della rete e dei suoi infiniti piccoli e grandi segreti. Tra i giovani c'è chi è in grado di ritagliarsi uno spazio professionale. Un caso, quello di Eleonora, libero professionista e Partita Iva

alla faccia della democrazia ecco perchè ho cambiato idea su fare il giornalista . criticava la “politica delle promozioni” di Panorama. Licenziata. Articolo21 pubblica la mail della discordia

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 l'unico commento   che riesco a fare  è nel    titolo  .    da   http://www.articolo21.org/ La giornalista Paola Ciccioli è stata cacciata da Panorama dopo averci lavorato dieci anni. Articolo 21 pubblica in esclusiva il testo integrale della mail da lei inviata al Direttore Generale Periodici della Mondadori per protestare contro “la politica delle promozioni di Giorgio Mulè, una delle quali riguarda la giovane figlia dell’ex ministro Scajola. Paola Ciccioli   (  foto  sotto  ) lavora, anzi lavorava, in Mondadori da vent’anni, dieci dei quali a Panorama. E’ stata anche rappresentante sindacale di questa testata durante la direzione di Pietro Calabrese. Chi la conosce racconta che si è sempre battuta perché la serietà e il lavoro dei colleghi non venissero mortificati e perché “cognomi importanti” non avessero la meglio su “cognomi anonimi” della redazione. Le sue divergenze, su questo e altri punti, con l’attuale direttore Giorgio Mulè risalirebbero ai tempi di Carlo