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Walt Whitman, A uno sconosciuto, letto da Mimmo Pelini

qui  altre poesie  e altre  letture  di  W.Whitman  da  http://tinyurl.com/nqeysq

da Riflessioni: Il tempo

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L’Oste scaltro Pensando al tempo, viene in mente un oste scaltro che ci ubriaca mescolando vini diversi   per rubarci il senno ed i baiocchi … ma se con Dalì provassimo a ridisegnare gli orologi ed inventassimo un tempo nuovo, fuori dalla logica fredda “del prima e del poi”, un tempo che si piega e non ci piega , nel quale poter “ubriacare l’oste” perché possa mescere ottimo vino per gli amanti, allora potremmo recuperare quella dimensione della “contemporaneità”   che ci permette di vivere non solo l’uno accanto all’altro, ma con l’altro, così la vecchia “ora” dilatandosi per accogliere il prima ed il dopo, esploderebbe, perdendo la rigidità per recuperare la fluidità, l’elasticità della fanciullezza. Non un invito al “carpe diem” pare, dunque, quello di Dalì, in quanto il tempo perde la propria “carpibilità” intesa come individualistica fruizione dell’ “attimo che fugge” per diventare un’ indivisibilità condividibile , un “tempo” da coniugare al plurale, che non si lascia incatena

da Riflessioni - Guerre e pace

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  “Una singola morte è una tragedia, un milione di morti è una statistica.“ Stalin "Combattere per la pace è come fare l'amore per la verginità." J. Lennon   La nascita e la morte rappresentano i due più affascinanti momenti dell’esistenza umana ed intorno ad essi, e per essi, ruota l’intera vita di ogni singolo individuo. Questi verrà al mondo nel parto, generato da un altro essere nel suo sacrificio di carne ed amore. Da questo momento in poi sarà attore di esistenza e domande sul principio, sullo scopo e sulla fine del suo vivere. Ognuno di noi nel corso della propria vita cerca di trovare risposte plausibili alla morte che – normalmente – per prima sperimenta nella perdita dei propri cari, quasi come naturale preparazione alla propria stessa “fine”. Alcuni individui ricercano le risposte a questi due misteri cardinali nella fede, altri nella ragione e nell’indagine scientifica, altri ancora nelle leggi proprie della natura e nel fatalismo ad essa correlato. Ma de fact

da Riflessioni - Il gelido sapere

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  “… vogliamo non sapere che cosa sia il coraggio, ma essere coraggiosi, e neppure sapere che cosa sia la giustizia, ma essere giusti, come anche essere sani piuttosto che sapere cosa sia l’essere sani” Aristotele, Etica nicomachea Un buon filosofo deve essere in grado non solo di “vedere più lontano degli altri”, ma di sapere rendere prossime le cose che vede, deve avere cioè quella capacità pratica oltre che teoretica, di fungere da catalizzatore di eventi oltre che di pensieri. Se sia più importante “fare la verità” o “conoscere la verità” o se piuttosto bisognerebbe chiedersi se si possa fare qualcosa senza   avere la conoscenza previa o platonicamente   innata della stessa o ancora se si possa al contrario lasciar fare alle cose verità nei nostri pensieri perché possiamo autenticamente conoscere la realtà che ci circonda, e su che cosa sia la verità stessa e se di fatto esista o sia conoscibile, ci permettiamo di lasciare a noi ed a voi, sempre aperto l’interrogativo, non tanto pe