Post

Visualizzazione dei post con l'etichetta femminicidio

L’americana troia e il senegalese superdotato. (di Romina Fiore)

Immagine
  leggo  su   http://www.sardegnablogger.it/ del  15\1\2016   questo interessante  articolo  indignato   e  scritto  a   caldo     della bravissima  Romina fiore                   L’americana troia e il senegalese superdotato. Era donna. Era fidanzata, anche se con un rapporto temporaneamente interrotto. Era forse ubriaca, portandosi a casa un uomo appena conosciuto. Quindi “Se l’è cercata”. Deduzione scaturita in numerosi piccoli cervellini maschilisti. Quello che ha invitato nel suo appartamento era un senegalese. Di quelli col pisello grande, per intenderci. Ah beh, allora era anche un po’ zoccola. C’è la troia e c’è l’extracomunitario. Elementi imprescindibili per girare un film con la regia di Salvini e la sceneggiatura di Catena Umana. Le conclusioni arrivano presto, anche indotte da una certa stampa che non si limita a dare la notizia e/o moderare i commenti degli articoli online. Ci aggiunge, invece, contorni succulenti e licenziosi. Giochi erotici di fine serata.

6 Canzoni contro l’omofobia e la violenza sulle donne”. di Cristian Porcino “ con prefazione di Daniela Tuscano. recensito da Ada Romano

Immagine
                    Un libro contro la violenza sulle donne e l’omofobia Curiosando su amazon ho scoperto il libro “6 Canzoni contro l’omofobia e la violenza sulle donne”. Libri che trattano queste piaghe sociali sono ben pochi e solitamente scritti con una terminologia accademica, diciamo per addetti ai lavori. Porcino, invece, utilizza un linguaggio diretto, colto ma non ridondante. Io non ho fatto l’università e mi sono fermata al diploma. Purtroppo a quei tempi restare incinta in giovane età non permetteva grandi avanzamenti culturali e lavorativi alle donne della mia generazione. Però non ho mai smesso di leggere e documentarmi. Ho così appreso tante curiosità seminate nelle canzoni spiegate nel libro e ascoltate per tanti anni con troppa leggerezza e quindi non capite fino in fondo. Non avevo mai compreso Madonna e le sue canzoni; la consideravo solo una provocatrice. Mentre scopro, con sorpresa e interesse, la sua battaglia in favore dell’emancipazione delle donne. Utili

quando il femminicidio uccide anche la vita che porti dentro . OLTRE IL FEMMINICIDIO: MIA FIGLIA E IL MIO NIPOTINO UCCISI INSIEME Di Alina Rizzi

in sottofondo\  colonna  sonora  D el   mondo  - Csi N.b I  fatti riportati  sono veri . Ma  per  rispetto  dei parenti   delle  vittime (   anche se  legalmente   il bambino non nato , ma  a  meno una \  due settimane    dalla  nascita   viene  chiamato  feto  ,  per  i mie valori etici  è già vita )  sono stati cambiati i nomi  ed  usati nomi di fantasia  cosi  come sono  state  tolte  le  date  Non     commento perchè  questo  articolo scritto magistralmente  dice  già  tutto  . Ma  ora  basta  parlare    lasciamo  che  a parlare  sia  l'articolo  in questione OLTRE IL FEMMINICIDIO: MIA FIGLIA E IL MIO NIPOTINO UCCISI INSIEME Di Alina Rizzi Sarebbe stato il mio primo nipotino, il figlio della mia Barbara. Quando l’ho avuto tra le braccia, paffuto e dolce come un angelo,  ho subito deciso che lo avrei vestito con gli abiti e la cuffietta bianca che io e sua mamma da mesi avevamo comperato per lui. Era bellissimo, pareva dormire, con gli occhi chiusi e la b

non si può imprigionare il vento

Immagine
Per  arricchirvi  culturalmente  non  cadere  nelle propaganda del potere vi consiglio Ragioni senza forza ,  forze senza  ragione. Una risposta a Oriana Fallaci  è  un libro di Allievi Stefano pubblicato da EMI nella collana Religioni in dialogo   http://www.ibs.it/code/9788830713741/allievi-stefano/ragioni-senza-forza.html   dall'amica   e  compagna di  viaggio Daniela Tuscano  In fondo, non ci sarebbe molto da commentare. I fatti sono li', lampanti. La conclusione, anche. Feroce quanto si vuole, disumana al massimo ma, purtroppo, né imprevedibile né sensazionale. I soliti analisti riprendono la salmodia sulla comunità planetaria, che per Realpolitik si è mossa tardi e, allentata la tensione, ha abbandonato Reyhaneh al suo destino. Sì, tutto vero. Com'è vero che il suo caso non provocherà alcuna rottura diplomatica fra Stati, e verrà presto, già di fatto lo è, archiviato. Le rituali frasi inutilmente sdegnate e si volterà pagina. Poveraccia, le è anda

CORPUS DOMINAE di © Daniela Tuscano

Immagine
musica  in sottofondo   Nothing man-Pearl Jam Secondo lo psicoterapeuta Alberto Pellai ("Famiglia Cristiana", 19 giugno 2014) ad armare la mano assassina di Carlo Lissi è stata "la cultura dell'onnipotenza narcisista".  da     Pagina di I libri di Daniela Tuscano Quella per cui "io posso tutto e l'altro non vale niente, quello che sento io ha valore e quello che sentono gli altri non vale niente". Ma "onnipotenza narcisista" è un ossimoro. Il narciso è per sua natura un i mpotente, un incompiuto, uno che ha bisogno dell'altro pena la cancellazione della propria identità/umanità. E una società individualista, costituita da tanti Io che non diventano Noi, perde i connotati di societas per corrompersi in massa di singoli incapaci di comunicare fra loro. I desideri scadono a pretese, le volontà a velleità. Tutto diventa liquido: privo cioè di forma, centro, passato e futuro. Esiste solo un indeterminato presente, o meg

MOTTA VISCONTI, DALLA PARTE DI LUI. COME SEMPRE di © Daniela Tuscano

Immagine
potrebbe interessare  http://www.fanpage.it/omicidio-motta-visconti-la-confessione-la-famiglia-era-diventata-una-gabbia/ Al netto delle tante e tante parole, analisi, sfoghi o imprecazioni sull'atroce vicenda di Motta Visconti (e su quella, speriamo conclusa, di Yara), resta un solo punto fermo: la colpevolizzazione della vittima. Su "Repubblica" di oggi, quotidiano progressista, leggiamo l'approfondito reportage di Massimo Pisa: Carlo "era soverchiato dalla personalità della moglie, più grande di sette anni, e aveva già tentato di troncare, ma inutilmente". Spiegazione evidenziata nello strillo. Non solo: "La ricordano ancora in tanti la scenata che Maria Cristina [...] gli fece quando lui, a una settimana dal matrimonio, a chiesa e ristorante prenotati, e regali già pronti e smoking cucito, si presentò in via Ungaretti [...] per dire che lui non se la sentiva. 'Tu non mi rovini la vita', gli urlò prendendolo per il collett

violenza sulle sulle donne perdonare o non perdonare il primo schiaffo ? e rispondere come india ad uno strupro con la pena di morte ?

 dall'unione  sarda   d'oggi  cronaca  di OLBIA.  Le testimonianze delle donne vittime degli ex compagni assistite al Centro antiviolenza «Mai perdonare il primo schiaffo» Un'imprenditrice: «Picchiata e derubata, per lui ero una schiava» OLBIA  «Perdonare uno schiaffo a un uomo è come farsi la prima pera: entri in un abisso dal quale rischi di non uscire più». Marta ha 43 anni, ha studiato, è una piccola imprenditrice. Sa usare bene le parole e oggi che ha fatto, e ancora sta facendo, una lunga terapia, sa anche analizzare quello che le è successo. Marta è una delle 200 donne seguite al Centro antiviolenza di Prospettiva donna. Vittima di violenza fisica, sessuale, psicologica ed anche economica. Lui, oltre alla dignità, era riuscito a portarle via parte della società e molto denaro. I processi sono ancora in corso ma il suo ex compagno è stato allontanato ed è fuori dalla Sardegna. L'INCONTRO  «Quando l'ho conosciuto avevo un'attività in un centro tur

LA LETTERA La mia vita prigioniera in fuga dall'amore violento

da  repubblica  online  di GIULIA Sto scrivendo nel bel m ezzo della notte. Mi trovo isolata dal mondo e lontana dai miei affetti in una casa di cui nessuno sa l'esistenza e che deve rimanere segreta. La zona è sorvegliata in ogni angolo da telecamere. Non scrivo da un carcere. Non è per un reato commesso che mi trovo qui ma per gli sbagli di un'altra persona, una persona che ritenevo mi amasse. Sono chiusa qua dentro senza la possibilità di uscire  né di ricevere visite, tutto questo per la mia sicurezza. Questa è la mia storia. Tutto ha avuto inizio circa un anno fa, quando, nel bel mezzo della mia ex spericolata vita è apparso lui: Mario. Come tanti ragazzi della nostra età ci siamo innamorati e abbiamo dato inizio alla nostra storia d'amore. Almeno così la vedevo io, noi ci amavamo anche se lui era molto geloso. Sotto la sua crescente pressione ho cancellato tutte le mie foto perché se no lui si incazzava, così pure i numeri di telefono degli amici maschi. E ancora no

Ieri chiusura della kermesse del festival di Gavoi 2013 con Simonetta Agnello Hornby La letteratura insorge Stop al femminicidio

Immagine
per  approfondire   sito del festival   pagina d facebook  da  la  nuova sardegna estate del  8\7\2013 di Fabio Canessa INVIATO A GAVOI  Femminicidio. La parola ricorrente dell'ultima giornata del festival letterario di Gavoi è un termine brutto, nel suono e nel significato. Uno strano neologismo, brutale ma efficace che dà risalto a un problema che troppo spesso si è tentato e si tenta di dimenticare: la violenza domestica, quella subita dalle donne da padri, mariti, fidanzati, conoscenti. Spesso tra le mure di casa, luogo immaginato o che fa comodo immaginare sempre perfetto, felice. Ne parlano anche al festival Michela Murgia, che con Loredana Lipperini è autrice di "L'ho uccisa perché l'amavo. Falso!", e Simonetta Agnello Hornby (protagonista ieri sera dell'incontro che ha chiuso la decima edizione del festival organizzato dall'associazione l'Isola delle Storie) che quel male quasi tenuto nascosto o comunque sottovalutato l'ha

Femminicidio, capirsi per combatterlo insieme

   leggendo  il manifesto   di questa  comunity  di facebook www.facebook.com/UccidiAncheMe Informazioni "Uccidi anche me" è un progetto fotografico di Fiorella Sanna e Francesca Madrigali. Una serie di ritratti e interviste in cui volti e parole si mescoleranno tra loro per dare ancora più forza e più voce alla lotta contro il femminicidio. Descrizione Lo scopo del progetto "Uccidi anche me" è quello di sensibilizzare le persone sul tema del femminicidio, coinvolgendo donne e uomini che "donano" il proprio volto e le proprie opinioni e pensieri sul gravissimo fenomeno che sta assumendo il carattere di emergenza in Italia. Fotografiamo e intervistiamo le persone che stanno partecipando- già tantissime, fra le quali le nostre amiche e amici, sorelle, madri, artisti, esponenti della società civile e della politica. Il nostro approccio non vuole essere “luttuoso” o peggio quello di accentuare gli aspetti della cronaca nera, ma al contrario