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L'ovvio e la censura di © Daniela Tuscano

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"Ama, la tua bandiera /è la più bella che ci sia/Ama, la tua bandiera/è la più cara che ci sia...". Questi i versi d'un antico brano di Edoardo Bennato che irrideva la retorica patriottarda e l'idolatria per i simboli. L'identità esasperata, l'"eccesso antropocentrico" per usare un termine caro a papa Francesco, demonizza il diverso da sé. Dopo la strage di Charleston si è ripresentato il problema dell'esposizione della bandiera confederata, uno dei simboli più forti di tale identità esasperata, segregazionista, razzista. Oggi leggo un titolo su "Repubblica" firmato dall'illustre Vittorio Zucconi: "Se anche 'Via col Vento' è un simbolo razzista". Ho un moto di fastidio, anzi di rifiuto, al punto che sono tentata di fermarmi lì. Insomma, il virus di cui soffre la stragrande maggioranza degli internauti sta per contagiare anche me; ma lo vinco e m'inoltro nella lettura, rendendomi presto conto che del romanzo