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Boffo, a Terni fascicolo sulla condanna Cei:

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di Redazione Terni - Il fascicolo di condanna c'è. Della vicenda chiusa con il patteggiamento di Guido Boffo e del pagamento dell'ammenda massima prevista: 516 per il reato di molestie. È conservato negli archivi del tribunale di Terni. Una vicenda sulla quale stamani non ha voluto fare commenti il procuratore della Repubblica, Fausto Cardella. Il magistrato, che all’epoca dei fatti non guidava ancora l’ufficio, si è limitato a confermare che nessuna iniziativa è stata presa dalla procura in seguito alla pubblicazione della notizie riguardanti Boffo da parte de Il Giornale . Smentite Nel fascicolo riguardante il procedimento per molestie a carico di Boffo "non c’è assolutamente alcuna nota che riguardi le sue inclinazioni sessuali": a confermarlo ai giornalisti è stato oggi il gip di Terni Pierluigi Panariello. Il giudice si sta occupando della vicenda essendo stato chiamato a decidere in merito alle richieste di accesso agli atti presentate oggi da diversi giornalis

Impuniti in Parlamento

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I due favoriti alla segreteria del Pd, Bersani e  Franceschini, si stanno rivelando maestri di slalom. Qualunque questione divida i rispettivi schieramenti, anziché affrontarla, la dribblano. Zitti e mosca sulla sentenza del Tar a proposito dell’ora di religione. Zitti e mosca sull’inverecondo attacco di Nichi Vendola al pm che indaga su alcuni uomini della sua vecchia giunta: anzi, massima copertura all’inquisito numero uno, l’ex assessore Alberto Tedesco, sospettato di corruzione e dunque promosso senatore del Pd al posto del neo-europarlamentare Paolo De Castro. E proprio sull’immunità parlamentare, ormai degenerata in spudorata impunità, piacerebbe sentire una parola chiara dagli aspiranti leader dell’opposizione. Una parola che valga per tutti. E non solo per gli inquisiti-impuniti di centrodestra. Il Pd s’è stracciato le vesti il mese scorso, quando la maggioranza ha salvato dai loro processi Roberto Castelli (denunciato da Oliviero Diliberto per averlo accusato di far “sprangar

La kill-pill incombe

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31 luglio 2009   Cossiga ci spiega che la Ru486 va fermata perché “è contro la 194” “Così l’aborto diventerà un metodo contraccettivo come gli altri” Anche il ministro Ronchi contrario Poche ore prima che l'Aifa votasse a maggioranza l'introduzione della pillola abortiva RU486 in Italia, il presidente emerito della Repubblica, Francesco Cossiga, ha chiesto un decreto per bloccare l’adozione della pillola e ha rivolto un’interpellanza al governo e al ministero del Welfare. Convinto com’è che il presidente, Giorgio Napolitano, dopo essersi rifiutato di firmare il decreto legge che tentava di bloccare l’esecuzione di Eluana, questa volta una firma non la negherebbe. “Chiedo che si faccia riferimento alla legge 194 – spiega al Foglio – e si spieghino i limiti dell’aborto farmacologico, più pericoloso di quello chirurgico. Così l’aborto diventerà un metodo contraccettivo come gli altri. Io mi muovo sul piano morale del male minore, e il male minore è l’aborto chirurgico. Anche per

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LA POLEMICA Fioroni: «La Gelmini chiuderà 4000 istituti». Il ministro: «Falso» L'ex ministro Pd: «La norma sull'accorpamento nascosta nel decreto Sanità». La replica: «Disinformazione» Il ministro Gelmini (Inside) ROMA - Nuovo scontro sulla scuola tra l'opposizione e il ministro Gelmini. È Giuseppe Fioroni (Pd) a denunciare un taglio di 4.000 istituti con meno di 500 alunni «nascosto» in un decreto riguardante la sanità, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 7 ottobre. Ferma la replica del ministro: «Questa è disinformazione». FIORONI - Nel mirino di Fioroni c'è «la norma sull'accorpamento e la conseguente chiusura degli istituti scolastici con meno di 500 alunni, inserita di soppiatto dal Governo in un decreto riguardante la Sanità». Nel dibattito in Parlamento sulla riforma della scuola, la stessa Gelmini aveva escluso un provvedimento del genere. E invece, attacca Fioroni, «tutto questo confe