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La pastora, i silenzi e la politica tra lacrimogeni e scontri di piazza

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Unione  sarda  del 9\10\2011di GIORGIO PISANO Cosa fosse un lacrimogeno l'ha capito una mattina dell'anno scorso in via Roma, a Cagliari. La polizia era schierata in assetto antisommossa. E lei - madre di famiglia - guardava con curiosità, quasi fosse in televisione, una scena che non la riguardava. Distante, lontana. Confusa tra i manifestanti, tutti con la stessa maglietta azzurra del Movimento pastori, si sentiva intoccabile, irraggiungibile, sicura. D'un tratto un sibilo ha spezzato il silenzio «e io mi sono ritrovata questo coso tra i piedi, dentro una nuvola di fumo acre». Respirava a fatica ma ha provato a reagire, calpestarlo, allontanarlo con un calcio. Poi ha capito cosa prescrive la tattica del popolo blu in questi casi: ritirata. Ritirata velocissima tra le stradine che circondano il Consiglio regionale e i poliziotti, zavorrati nello scafandro d'ordinanza, dietro. Urla, respiro corto, il frastuono dei passi assordante come quello di una mandria. Gr