Ho puntato la sveglia alle 5,30 e sono stato fortunato. Così ho visto in diretta Jesse Jackson ascoltare Obama in silenzio, immobile, mentre le lacrime gli rigavano il volto. E sul quel viso c'era Martin Luther King, Angela Davis, Nelson Mandela. Ho seguito il discorso di McCain, dignitoso e rispettoso della contesa. Laggiù quando si perde non si invocano i brogli. Poi Obama. Già. E così mentre in Italia si faranno classi separate per bianchi e diversi dal bianco, negli Usa eleggono presidente un uomo nato a Honolulu da padre Kenyota, vissuto da piccolo in Indonesia. Che di nome fa Barack Hussein! Insomma una svolta epocale. E siccome al di là dei massimi sistemi si vive anche di piccole soddisfazioni, stamattina davanti al caffè ho immaginato il cattivo risveglio di Borghezio, Boso, Calderoli, Castelli, Bossi e compagnia. Gentaglia che siamo riusciti a mandare al governo del nostro paese. E il prode Gasparri che non si è risparmiato la cialtronata giornaliera (Al Qaeda sarà conten