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Un’inchiesta sul desiderio di boss e picciotti di entrare negli ordini cattolici di Emiliano Morrone

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  Un’inchiesta sul desiderio di boss e picciotti di entrare negli ordini cattolici Duro e “puro”. S’infuria il boss  Giuseppe Commisso , odia i Cavalieri di Malta (Sovrano Militare Ordine di Malta, Smom). Il giovane  Pietro Futia  gli ha chiesto il permesso, una spinta per entrare. Quelli sono una porcheria, ribatte il capobastone. Lo Smom succede all’antico ordine dei Cavalieri ospitalieri, è soggetto alla Santa Sede e svolge assistenza nel mondo. Perché il ragazzo di ‘ndrangheta ne è affascinato? di  Emiliano Morrone Pietro è di Siderno (Reggio Calabria), a sud del Sud, dove un picciotto resta sempre tale. Il giovane ci pensa, il futuro gli sembra chiuso: là dal classico rispetto paesano c’è la condanna al banditismo, la fuga, il carcere o la morte sotto casa. Lavorare per «l’onorata società» è un’alea. S’accetta e fine, l’alternativa l’hanno sepolta da un pezzo in Regione.  Forse in Calabria è anche peggio millantare l’appartenenza allo Stato . Serve una svolta, dunque. I Cavalieri

Se la mafia non è il nemico ma lo è la cultura mafiosa (di M.Galli)

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da http://www.alessioporcu.it/commenti/galli-mafia-cultura-mafiosa/  del    4 giugno 2017 di Marco GALLI Sindaco di Ceprano Il problema più complesso non è combattere la mafia (  anzi le mafie  aggiunte  mia  ) , ma la cultura mafiosa che la sostiene, si prostra, la difende.Un’impresa ancora più difficile in una nazione che ha fatto del clientelismo e del servilismo verso i potenti una peculiarità quasi unica, tra i Paesi avanzati del continente. Una nazione dove l’onestà non è di moda, così come la legalità. E che per questo sconta un livello di corruzione altissimo, con un costo in termini economici e di qualità della vita che non ha uguali. Il ritardo dell’Italia sul piano economico e sociale non è dovuto al mancato investimento di risorse. Ma dalla corruzione che ha deviato gli investimenti nelle tasche dei mafiosi e dei politici corrotti.Purtroppo ancora oggi si fa troppo poco e i centri di potere restano sostanzialmente gli stessi, anche se cambiano nome,