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Visualizzazione dei post con l'etichetta andrangheta

Il fotografo veneto di origine sarda che filma la natura calabrese Andrea Crobu nuovamente in Calabria per realizzare un servizio per le campagne pubblicitarie di un celebre marchio della pesca sportiva

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 ricevo come  di consueto   il  whatsapp di Emiliano Morrone   autore    dell'articolo     che  trovzte   sotto  . Ed  ogni  volta   che  leggo    sia  le  sue  anteprime   come quella  d'oggi  È stata appena pubblicata, in apertura, l'intervista con Andrea Crobu, fotografo veneto di origini sarde che filma il mare e i laghi della Calabria per conto di un marchio internazionale della pesca sportiva. Il professor Crobu parla della bellezza della natura calabrese rovinata da distese di spazzatura, della diffusa rassegnazione al brutto che si registra in Calabria, dei pericoli dell'autonomia differenziata, dell'inutilità - a suo avviso - del ponte sullo Stretto, della scomparsa dell'antimafia civile e dell'urgente bisogno, secondo la sua analisi, di una nuova classe dirigente, capace di impedire il consumo di suolo, imporre l'eguaglianza nei diritti e fermare lo spopolamento della regione.  mi  acccorgo   che  è  una  dei  pochi      cronisti  locali   che 

fuga dall'andrangheta nel nome dei figli \e

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  « Sono la madre di un ragazzo di 15 anni e uno di 13. Temo che possano finire in carcere o essere ammazzati come è successo a mio padre, mio fratello e mio suocero... Per favore, mi aiuti». Sono proprio i figli, e il desiderio di assicurare loro un futuro lontano da prigione e morte, il filo conduttore fatto d’amore che unisce le storie delle donne di ‘ndrangheta che si rivolgono al programma Liberi di scegliere, il protocollo governativo creato nel 2012peroffrire ai minori di famiglie mafiose la possibilità di una seconda vita lontano dalla criminalità organizzata.  La liberazione dalla malavita e la rinascita passano anche attraverso il coraggio delle donne, quasi sempre madri, quasi sempre vittime di matrimoni combinati tra clan per espandere il sistema delle alleanze strategiche, un complesso mosaico di parentele. Le donne delle ‘ ndrine sono cruciali: hanno il compito di garantire la discendenza, di crescere i figli che saranno i futuri capi e possono preservare o sfaldare l’uni

Un’inchiesta sul desiderio di boss e picciotti di entrare negli ordini cattolici di Emiliano Morrone

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  Un’inchiesta sul desiderio di boss e picciotti di entrare negli ordini cattolici Duro e “puro”. S’infuria il boss  Giuseppe Commisso , odia i Cavalieri di Malta (Sovrano Militare Ordine di Malta, Smom). Il giovane  Pietro Futia  gli ha chiesto il permesso, una spinta per entrare. Quelli sono una porcheria, ribatte il capobastone. Lo Smom succede all’antico ordine dei Cavalieri ospitalieri, è soggetto alla Santa Sede e svolge assistenza nel mondo. Perché il ragazzo di ‘ndrangheta ne è affascinato? di  Emiliano Morrone Pietro è di Siderno (Reggio Calabria), a sud del Sud, dove un picciotto resta sempre tale. Il giovane ci pensa, il futuro gli sembra chiuso: là dal classico rispetto paesano c’è la condanna al banditismo, la fuga, il carcere o la morte sotto casa. Lavorare per «l’onorata società» è un’alea. S’accetta e fine, l’alternativa l’hanno sepolta da un pezzo in Regione.  Forse in Calabria è anche peggio millantare l’appartenenza allo Stato . Serve una svolta, dunque. I Cavalieri

storie di mafia e di andrangheta la storia di Fabrizio Miccoli ex giocatore del Palermo e la sanità in Calabria

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 Leggi anche   Estorsione, Miccoli si presenta al carcere di Rovigo. Deve scontare 3 anni e mezzo di Salvo Palazzolo24 Novembre 2021 Miccoli, ascesa e caduta di una stella del calcio dalle amicizie criminali L'attaccante pugliese ha militato nel Palermo dal 2007 al 2013 ed è il giocatore rosanero che ha realizzato il maggior numero di gol di Massimo Norrito Sei anni di magie con la maglia rosanero, ma anche inchieste giudiziarie, sdegno per le frasi ingiuriose nei confronti di Giovanni Falcone sino alla condanna per estorsione resa definitiva dalla Cassazione. La storia a Palermo di Fabrizio Miccoli è una storia di grandi successi sul campo finita nel peggiore dei modi. Miccoli ha indossato la maglia rosanero dal 2007 al 2013 ed è ad oggi il giocatore del Palermo che ha realizzato il maggior numero di gol. Sono 81: 74 dei quali in serie A, nelle 179 partite disputate. Con Miccoli in campo il Palermo ha raggiunto alcuni dei traguardi più importanti della gestione di Maurizio Zampari

Se la mafia non è il nemico ma lo è la cultura mafiosa (di M.Galli)

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da http://www.alessioporcu.it/commenti/galli-mafia-cultura-mafiosa/  del    4 giugno 2017 di Marco GALLI Sindaco di Ceprano Il problema più complesso non è combattere la mafia (  anzi le mafie  aggiunte  mia  ) , ma la cultura mafiosa che la sostiene, si prostra, la difende.Un’impresa ancora più difficile in una nazione che ha fatto del clientelismo e del servilismo verso i potenti una peculiarità quasi unica, tra i Paesi avanzati del continente. Una nazione dove l’onestà non è di moda, così come la legalità. E che per questo sconta un livello di corruzione altissimo, con un costo in termini economici e di qualità della vita che non ha uguali. Il ritardo dell’Italia sul piano economico e sociale non è dovuto al mancato investimento di risorse. Ma dalla corruzione che ha deviato gli investimenti nelle tasche dei mafiosi e dei politici corrotti.Purtroppo ancora oggi si fa troppo poco e i centri di potere restano sostanzialmente gli stessi, anche se cambiano nome,

mafia a volte lo stato si ricorda e s'impegna d'aiutare chi denuncia il caso delle tasse di Mauro Esposito l'imprenditore che denunciò la 'ndrangheta nel nord ovest e d altre storie

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 da  repubblica  del 13\4\2017 Torino, il fisco "congela" nove anni di tasse all'imprenditore che denunciò la 'ndrangheta Mauro Esposito Mauro Esposito, testimone chiave del processo "San Michele" alle cosche del Nord Ovest, aveva accumulato un milione di debiti. Ora commenta: "Boccata d'ossigeno per me e i miei dipendenti" di CARLOTTA ROCCI Mauro Esposito non dovrà più pagare pagare le tasse arretrate all’agenzia delle entrate. L’imprenditore di Caselle che aveva avuto il coraggio di denunciare le minacce subite dalla ‘ndrangheta e si era costituito anche parte civile nel processo San Michele, ha vinto la sua battaglia contro il fisco i n una vicenda che in tanti avevano definito assurda . Il debito con l’erario e con Inarcassa ammontava a circa un milione di euro, soldi che Esposito non aveva potuto pagare proprio perché stritolato dalle cosche. Eppure l’Agenzia delle Entrate aveva sostenuto che le minacce della ‘ndrangheta non cost