Parco giochi della mia infanzia
Parco giochi della mia infanzia, quando hai perso le stagioni? Quando i tuoi prati, oasi alate d'un circoscritto paradiso, hanno smesso di risuonare di voci tinnanti? Dove l'erba ha assorbito muta il cilestrino colore di garruli giochi? Eravamo uno sciame, allora, figli svettanti d'un futuro assolato. La bicicletta e gli schettini, il rapido vortice di pantaloni scampanati, beatamente implumi e frondosi, tra boom e austerity . La certezza d'una vacanza al mare, e tuttinpiedi davanti alla maestra. Qualcuno già nutriva un pensiero nascosto, un sottile e inquieto rigo musicale tra i risvolti delle casacche a quadri. Il saggio di danza, e ragazzine sparute più che aggraziate. Le lezioni di judo per i maschi, poi qua e là, circondati da un'ebollizione di generi, scompigliati fra barbe lunghe, camicioni colorati, e già qualche tocco di trucco su guance ruvide, si assaporava il fermento d'una porta arcana, d'una primavera sovvertita. Ma nessuno ci cancellava il sor