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Visualizzazione dei post con l'etichetta L’INGIUSTIZIA QUOTIDIANA

Quaresimale

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Fakra Younas, giovane pachistana, ex ballerina, alle spalle un'infanzia cancellata dalla madre prostituta e tossicodipendente e da un marito vecchio, aveva creduto di trovare un riscatto in un secondo matrimonio, ricco, felice, appassionato. Cancellato anche quello, ben presto, da una sequela di violenze, umiliazioni, stupri. Fakra si oppone, resiste: non ha che sé stessa, e si raccoglie ai quattro stracci della sua anima violata ma viva, solida, l'unica presenza reale, quasi fisica, in quel suo mondo cancellato. Il marito acculturato e facoltoso non tollera quella che considera lesa maestà: la "sua" donna ha osato ribellarsi, si è sciolta dalle sue catene. Le rovescia addosso un odio ancestrale, possente, che sembra provenire dai secoli, come direbbe Primo Levi. La cancella, ancora. Il volto con l'acido. Non la sopporta come persona, come entità slegata da quel guinzaglio muto al quale lui la pretende "naturalmente" confinata. La brucia col liquido. Ab

repliche alle destre destre e alla sinistra destra ecco perchè per la cittadinanza italiana agli immigrati

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da  diario di Repubblica  del 2\2\2012 Tre anni fa mi trovavo a Toronto, in Canada, per  un festival internazionale di letteratura. Ricordo, in particolare, un incontro interessante con un simpatico musicista. Mi disse che aveva da  poco ottenuto la cittadinanza italiana con estrema facilità, era bastato il certificato di nascita del bisnonno  immigrato dal Veneto all’inizio del secolo scorso. Niente esame di lingua, di storia, di cultura, di costituzione,per misurare la sua italianità. «Non parlo l’italiano – ripeteva ridendo – e non sono mai stato in Italia, Paese di cui conosco pochissime cose. Per essere sincero mi sento completamente canadese». Gli chiesi: «Allora perché hai deciso di diventare cittadino italiano?». Mi rispose: «Per far felice la nonna, l’unica in famiglia che  parla ancora qualche parola di italiano». Gli raccontai la mia storia per ottenere la cittadinanza italiana, una cittadinanza “sudata”, non regalata. Un lungo percorso durato 12 anni di residenz