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L'elzeviro del filosofo impertinente /9

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A tre mesi dalla sua morte prematura il mondo si prepara a celebrare i funerali di George Michael . I tabloid inglesi indicano come possibile data il 26 marzo, giorno della festa della mamma nel Regno Unito. L'esito dell'autopsia ha accertato che la morte della popstar è attribuibile a cause naturali. L'apertura del testamento ha chiarito che i maggiori beneficiari del patrimonio ereditario saranno le sorelle, mentre non c'è alcuna traccia del fidanzato Fadi Fawaz e del padre Kyriacos Panayiotou. La mancanza di quest'ultimo non mi stupisce affatto. Purtroppo George (al secolo Georgios Kyriacos Panayiotou) crebbe con un padre che non lo stimava e gli rinfacciava spesso di non avere alcun talento. Diventato adulto con una disistima così persistente riuscì a staccarsi di dosso quell'orribile etichetta, e a volare in alto grazie proprio a quel talento che il padre non voleva vedere. Qualcuno rinfacciò a Michael di non essersi battuto abbastanza per la comunità Lg

STELLLA NERA di © Daniela Tuscano

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Il destino l'aveva segnato, ma andarsene nel giorno di Natale lascia sempre un dolore aggiunto. Anche se poi, per una star, è il modo forse più discreto per uscir di scena. George Michael s'è spento fra le luminarie che, una volta tanto, non brillavano per lui, ma offuscato lo era da un po', e su di lui pencolava quell'insidiosa irresolutezza, quella pendola di fragilità che facevano del cantante anglo-cipriota un eterno adolescente. Intrappolato nell'immaturità della decade più fatua del Novecento. Io non ero una fan degli Wham! né del ciuffo artatamente, chiassosamente biondo. Non del sex-symbol posticcio e nemmeno, in fondo, della voce così bella ma, anch'essa, sempre lì lì per scivolare sul crinale della morbidezza, barocca, anzi, cherubica. Molto meglio il Michael solista, finalmente restituito alla sua mediterraneita', quasi arabo, prepotentemente uomo, o nel disperato tentativo di diventarlo. Ma questa opportunità gli fu preclusa, o se la nego&