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Visualizzazione dei post con l'etichetta Dio è laico come me

LA CHIESA E I REGIMI DI DESTRA

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La componente del mondo cattolico italiano più sensibile ai valori democratici prova, e in alcuni casi esprime a chiare lettere, un sincero sgomento per l'assordante silenzio delle gerarchie vaticane di fronte al pericolo costituito per la legalità democratica dalla destra italiana. Per la verità, mi pare che questo stupore sia del tutto immotivato: l'atteggiamento attuale è, infatti, assolutamente coerente con quello tenuto di solito dal Vaticano nei confronti dei regimi autoritari di destra. Di seguito, qualche esempio tratto dalla storia del secolo scorso, cominciando col fascismo che, riguardandoci più da vicino, merita un'attenzione particolare. In Italia nel 1922 Mussolini è appena arrivato al potere e mostra subito le sue intenzioni autoritarie proclamando alla Camera che poteva "fare di quest'aula sorda e grigia un bivacco di manipoli". La cosa non allarma il Vaticano, anzi il cardinale Gasparri, segretario di Stato, trova motivi per compiacersene e c

La Cei, il papi e la regina

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1. E’ di oggi un pesante articolo non firmato (quindi molto autorevole) del Financial Times e dell'Independent di Londra che certamente non sono comunisti che definiscono il sultano di villa Certosa «Un pericolo» per l'Italia, dopo il Times di Londra, quotidiano filo conservatore e il Guardian, quotidiano filo laburista. Essi definiscono il presidente italiano del consiglio dei ministro «un pericolo per l'Italia e un maligno esempio» e «corruttore dell’avvocato David Mills». La differenza con i giornali nostrani è abissale. 2. La Cei ha parlato . Dovremmo essere tutti contenti e soddisfatti che finalmente i vescovi, riuniti a Roma per la loro 59a conferenza (25-29 maggio 2009). I giornali hanno parlato di parole forte, di critiche al governo per le misure promesse e non mantenute e al comportamento personale del capo del governo. Insomma, un rigurgito di etica sana a salutare. Per un momento mi sono sentito orgoglioso che i vescovi avessero tutto ad un tratto acquistato q

Laggiù

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Mia madre ricorda sempre che Porta Venezia, a Milano, era mèta di pellegrinaggio per lei e per tutta la famiglia. Abitavano poco lontano, in Corso Buenos Aires, in un palazzone liberty scrostato. Ci erano finiti chissà come, forse rifugiati, sbadati dell'arte come tutti i disperati di quegli anni lontani. I fregi curvilinei non potevano interessarli, l'importante era un solido tetto, e l'avevano occupato, come topi spauriti. Quel palazzone ottocentesco aveva conosciuto anni migliori. Ma decadeva in un destino d'oblio: niente ascensore, soprattutto niente bagno. E così, la domenica mattina, tutti in fila verso Porta Venezia, con sapone, panni e asciugamani: "Laggiù c'era un diurno" , ha spiegato la mamma. "Laggiù" è oggi una vestigia, una nicchia, una strana edicola sacra: il diurno è scomparso da tempo, lasciando di fronte a sé un vasto spazio di desolazione, in cui s'ammassano spente storie irresolute. Decisamente poco raccomandabile, avvent

Pensieri pasquali (con ruota di scorta ridicola)

Su richiesta di diversi amici, accetto di fare da tramite per coloro che sono stati colpiti dal terremoto in Abruzzo. Bisogna aspettare che finisca l’emergenza perché c’è il rischio di buttare via molte risorse e aiuti, come l’esperienza insegna. Di un governo che dovrebbe dimettersi in blocco perché ha allentato tutte le leggi di sicurezza per favorire i profitti, ha condonato l’incondonabile, ha devastato e devasterà ancora di più perché lontano dalla logica di tutela dell’ambiente, io non mi fido. In queste ore quasi tutti i ministri stanno facendo passerella perché sono vicine le elezioni. Bravo Franceschini che è andato di nascosto, quasi in punta di piedi senza farsi riprendere da alcuno. Vedo i lestofanti già pronti a saltare sulla macchina della spartizione compresi gli aiuti. Berlusconi non vuole aiuti esterni, da vero tronfio e gonfio megalomane di bassa statura. Noi abbiamo un punto privilegiato di osservazione in Abruzzo: don Aldo Antonelli che vive ad Avezzano e di cui c

Gli scolaretti di Cesare

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Con la sua lettera ai vescovi della Chiesa Cattolica riguardo alla remissione della scomunica dei ai lefebvriani datata 12 marzo 2009, il papa ha voluto dare una strigliata a quelli che nei toni e probabilmente nelle sue più intime convinzioni dovrebbero essere degli scolaretti ubbidienti senza la possibilità di dibattito proficuo. Pare evidente, piuttosto, che la revoca della scomunica avvenuta qualche giorno prima dell'anniversario del Concilio Vaticano II e qualche giorno prima della Giornata della Memoria sia materia di colpa grave, giacché ne sussisto no tutte e tre le condizioni: materia grave, piena consapevolezza, deliberato consenso. Che il papa non fosse a conoscenza delle posizioni notoriamente negazioniste e anticonciliari del lefevbriani è una storiella cui nessuno crede. Don Pierpaolo Petrucci, Priore del Priorato di Rimini della Fraternità di San Pio X così affermava nel Messaggero del 29 gennaio scorso: « La scomunica ci è stata tolta senza che a noi fosse stata po

Le due sorelle

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Una Pasqua terrena, una festa illusoria, una glorificazione fittizia. Così potremmo definire la Domenica delle Palme e degli ulivi, simbolo d'una pace non trovata, scoppiettante tripudio dietro il quale incombe un minaccioso futuro. Il potere, religioso e laico, aveva già deciso che la misura era colma, e il falegname di Nazareth avrebbe messo a repentaglio un intero popolo se avesse continuato a predicare il suo falso verbo. Fatica a parte, gli usurpatori stranieri erano forse i più sollevati alla prospettiva di eliminare l'ennesimo visionario sorto tra gente riottosa e ribelle. Quanto a Gesù, ignoriamo cosa pensasse; se umanamente si sia rallegrato dell'accoglienza tributatagli, mescolando al sorriso il turbamento dell'incomprensione. Se invece "si aspettasse tutto", come c'insegnavano un tempo a catechismo. Ma la morte, quella sì, l'aspettava, pur se arriva sempre sola, e sempre, e comun que, inattesa e unica, irripetuta e sfidante, irrompendo come

Benigni sulle strade di Corinto

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D'accordo: gustosissima, a Sanremo, la satira su Berlusconi, Mastella, Alfano & Co., una frecciata allo sfacelo veltroniano ci poteva pure stare, ma non importa. Importa il "dopo". Quando ha parlato degli omosessuali (mai definiti gay, e non a caso). Il bersaglio non era quel gocciolone di Povia , ma Ratzinger e i suoi epigoni . Li ha stracciati sul loro stesso terreno [cfr. il video completo ] . La citazione "L'amore è superiore alla fede" è tratta infatti dall' Inno alla carità di san Paolo . Senza nominare niente e nessuno, con le semplici e sublimi armi dell'arte e della cultura, Roberto ha fatto capire dove sta la verità.

Papa, vescovo lefebvriano: "Le camere a gas? Disinfettavano"

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Pubblico qui l'intervista al prete Abrahamowicz (tratta da ApCom). Cliccando sul suo nome si può trovare il video di una sua "Messa": tra i fedeli , il neonazista Paolo Karatossidis (Forza Nuova) e altri seguaci. Abrahamowicz è anche il celebrante di Umberto Bossi . Grassetti miei. © APCOM Roma, 29 gen. (Apcom) - Le camere a gas? "L'unica cosa certa è che sono state usate per disinfettare " . Lo afferma in un'intervista alla 'Tribuna' di Treviso il prete lefebvriano don Floriano Abrahamowicz . Dopo la clamorosa intervista del vescovo Richard Williamson , che minimizza la Shoah, altre affermazioni negazioniste. Don Abrahamowicz (che il 15 settembre 2007 celebrò messa in latino a Lanzago di Silea per il leader della Lega Nord Umberto Bossi ) rilancia la teoria per cui i numeri d ella Shoah sono un "problema secondario" , accreditati dagli stessi capi delle comunità israeliane subito dopo la liberazione "sull'onda dell'emoti

Benedizioni

In questi giorni non posso dedicarmi al blog come vorrei. Ed è un vero peccato, perché di cosette interessanti ce ne sarebbero parecchie, e sarebbe anche il caso di soffermarvisi un poco. Dacché, appunto, non mi è del tutto possibile, mi limito a qualche lapidario commento. Innanzi tutto sul neopresidente Barack Hussein . Il quale, per aver semplicemente manifestato di voler rispettare la volontà delle donne che abortiscono (ché questo è il VERO senso dell'abolizione delle norme oscurantiste del suo predecessore W.) si è beccato le infiammate reprimende del Vaticano . Conosciamo tutti a menadito la strenua battaglia d'un pugno di maschi celibi, misogini e saccenti contro le esecrande assassine che osano violare la legge divina e, soprattutto, la potestà dell'uomo sul loro corpo-contenitore. In nome della Vita, certo. Forse dovremmo rettificare con "integrità della stirpe" . Già. Perché non è forse ozioso ricordare che l'aborto era considerato un reato abominev

1° gennaio, liturgia per la Giornata Mondiale della Pace

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*Maria Madre di Dio – A – B - C / 1° Gennaio [1] Nel 1969 con la riforma liturgica voluta dal Concilio Vaticano II e con la pubblicazione del Messale romano riformato, Paolo VI ha dedicato il primo giorno dell’anno civile a «Maria Santissima Madre di Dio». A questa giornata associò anche la Giornata mondiale della Pace che ogni anno ha un tema particolare di riflessione. In questo giorno si celebra il Figlio di Dio nato dalla figlia di Sion che lo offre al mondo: il Figlio di Maria, circonciso nell’alleanza della Pace (Nm 25,12; cf 1Mac 8,20.22) che è il nuovo «nome» della salvezza messianica. Solo la poesia ispirata di Dante ha saputo evocare questa singolare sintesi tra divino e umano: «Vergine Madre, figlia del tuo Figlio…» (Divina Commedia, Paradiso, XXX, 1). Questa festa è anche un punto d’incontro con le chiese d’oriente che celebrano con grande venerazione la Theotòkos /Madre di Dio. Nazareth: basilica dell'Annunciazione. La prima attribuzione del titolo di Madre di Dio a