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Visualizzazione dei post con l'etichetta Dio è laico come me

il gesto di Papa francesco ai funerali laici di Giorgio napolitano

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 A mio  avviso   il  gesto   di papa  francesco  ai  funerali  laici di  Giorgio napolitano  , passerà  alla  storia    come   il   Non expedit  (in italiano:  non conviene ) la   disposizione della  Santa Sede  con la quale si dichiarò inaccettabile che i cattolici italiani partecipassero alle prime  elezioni politiche  del  Regno d'Italia   e, per estensione, alla vita  politica nazionale italiana , sebbene tale divieto non fosse esteso alle  elezioni amministrative . La disposizione fu revocata ufficialmente da  papa Benedetto XV  nel  1919 .   Infatti   La visita di Papa Francesco al feretro di Giorgio Napolitano, presidente emerito della Repubblica Italiana, morto il 22 settembre scorso, è di sicuro un evento inedito. “È la prima volta che un Santo Padre ha varcato la soglia del Senato, lo ha fatto per rendere omaggio al presidente emerito e, come mi ha detto, a tutta l’Italia”, ha spiegato Ignazio La Russa. Sette minuti in cui il pontefice, arrivato in carrozzina, si è alzat

ecco perchè non posso definirmi completamente ateo

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 da l'espresso Atei militanti ecco perché sbagliate Un conto è non rispecchiarsi in alcuna religione rivelata. Altro è credere, in modo assoluto e intollerante, nel grande nulla Eugenio Scalfari Gli atei. Non so se è stata mai fatta un’indagine nazionale o internazionale sul loro numero attuale, ma penso che non siano molti. I semi-atei sono certamente molti di più, ma non possono definirsi tali. L’ateo è una persona che non crede in nessuna divinità, nessun creatore, nessuna potenza spirituale. Dopo la morte, per l’ateo, non c’è che il nulla. Da questo punto di vista sono assolutisti, in un certo senso si potrebbero definire clericali perché la loro verità la proclamano assoluta. Anche quelli che credono in una divinità (cioè l’esatto contrario degli atei) ritengono la loro fede una verità assoluta, ma sono infinitamente più cauti degli atei. Naturalmente ogni religione cui appartengono è molto differente dalle altre, ma su un punto convergono tutte: il loro Dio proclam

basta devo smettere di vedere l'erba del vicino sempre più verde

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 ho deciso d'estendere  dopo avwer  ascoltato queste parole    di continuare   il mio viaggio interiore    a me  questo articolo  riportato  qui sotto  tratto  da    blog.donnamoderna.com/sessoeluna/2012   pur  continuando  a    vivere    cosi   insomma a cercare una via di mezzo tra me stesso e gli altri \ il mondo che mi circonda Il detto “L’erba del vicino è sempre più verde” ha del vero anche quando si parla di relazioni di coppia. Ci troviamo infatti spesso a pensare che  quello che fanno o hanno le altre coppie sia sempre migliore.  Oppure che le scelte che prendiamo come coppia  siano sempre le peggiori , invece di tirare fuori il meglio dalle scelte fatte. Quante volte ci ritroviamo a stare fuori con gli amici più a lungo di quanto vorremmo solo perché pensiamo che una volta andati via accada qualcosa di straordinario che noi perderemmo. O ci ritroviamo a spendere interi pomeriggi controllando le e-mail, twitter o facebook per la disperata ricerc

chi lo dice che i laici non credono in Dio non ha capito niente dello spirito

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Edith Stein donna totale

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Il numero 2 sembra accompagnare la sorte di Edith Stein: nata alla fede cristiana il 1° gennaio 1922, durante la festa della Circoncisione di Gesù, martirizzata ad Auschwitz nel 1942. A 52 anni. Edith Stein riassume tutto: l’ebraismo e il cristianesimo, o forse solo Gesù, un ebreo osservante e, al tempo stesso, uno strano ebreo: un ebreo che trascende l’ebraismo per giungere alla pienezza di un’umanità totale, ricapitolativa, senza più religione, perché di ognuno. Edith Stein fu la prima a svelare questa realtà scandalosa ancor oggi, l’appartenenza di Gesù al suo popolo, allora del tutto accantonata se non addirittura negata con forza. È stata di ognuno (e di ognuna) mantenendo la propria originalità. A lato: il fonte battesimale di Edith Stein nella cattedrale di Bad Berzagern. Sotto: un monumento alla filosofa. Mi occupai di lei già anni fa . Ma, in occasione del settantesimo della morte (cadrà, più precisamente, il 9 agosto prossimo) e del 90° del battesimo, in tempi, se non altrett

E' Natale...

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Un Gesù Bambino nero contro ogni razzismo. "...Per il cosiddetto Natale, per la Babilonia delle feste dei ricchi, per le lobby, per le mafie, per i partiti, per i prelati - verremo ancora alle vostre porte e grideremo ancora piu' forte per quanto voi vi crediate assolti siete per sempre coinvolti. - Compagne e compagni, amici e amiche, eterosessuali, gay, lesbiche, transessuali, atei, agnostici, cristiani, musulmani, buddisti, indù, continuiamo a camminare tutti in direzione ostinata e contraria. Su la testa! UN CALDISSIMO ABBRACCIO A TUTTA LA TERRA! Scavalchiamo i "MONTI" al grido LIBERTA'-UGUAGLIANZA-FRATERNITA'! SE NON ORA QUANDO?" (Don Andrea Gallo, prete del marciapiede) PDTM NEWS24H

Un vescovo-madre

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Dopo nove anni di episcopato, il card. Tettamanzi lascia la Cattedra ambrosiana A Bresso, dietro il Parco Rivolta, al confine con la strada, si trova uno spazio vuoto, in marmo bianco, circondato da un cancelletto. Un rettangolo dalle linee severe eppur addolcite dalle dimensioni domestiche, dal colore stesso, candido, certo, ma tenue, e leggermente venato di rosa. È un limite sospeso, che presto sarà occupato da un monumento. Ai caduti? alle donne del Risorgimento? Ancora lo ignoriamo. Tettamanzi festeggiato dai fedeli della Valbiandino. Sotto: con Madre Maria Vittoria Longhitano, parroca della Chiesa veterocattolica ambrosiana ; in basso: in mezzo ai Rom del Triboniano. Mentre, ieri, costeggiavo quell’opera in divenire, ricordavo l’ingresso a Milano del cardinale Tettamanzi, la difficile eredità che si accingeva a raccogliere. Ricordo quella partenza a piedi da Renate, la sua città natale, immersa nella Brianza lussureggiante e devota: terra di parroci, di oratori, di processioni. Al

Wojtyla senza miti

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Dunque domani, con gran clamore, proprio nel giorno della festa del lavoro, o piuttosto della mancanza di lavoro (secondo le ultime stime, il tasso di disoccupazione giovanile in Italia è volato al 28,6% e molti 40-50enni licenziati non verranno più riassunti, la sicurezza è tornata a essere un fastidio per i "padroni" interessati al solo profitto e le conquiste sociali minate dalle fondamenta), il Vaticano ha deciso di canonizzare Karol Wojtyla , Giovanni Paolo II. Un uomo che, fra l'altro, fu operaio. Fra i pochi prìncipi della Chiesa che ha voluto sottolineare una continuità, e non una contrapposizione, tra i due eventi è da menzionare, al solito, l'arcivescovo di Milano Dionigi Tettamanzi , che ha organizzato veglie per il lavoro in tutta la diocesi (nel capoluogo, il rito si è svolto il 28 aprile scorso, presso la chiesa "Regina Pacis" di via Kant) e ha attivato da alcuni mesi l'inizativa Adotta una famiglia , per testimoniare solidarietà fattiva

Ma che piazze d'Egitto!

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In una Milano quasi primaverile gli umanisti si sono uniti agli amici egiziani in festa per le dimissioni di Mubarak . "Rispetteremo i trattati" , è l'assicurazione rivolta a Israele dal governo provvisorio. Eppure, mai come in questi momenti, euforici certo, ma non meno reali, si avverte un'inebriante sensazione di spossata felicità; quella felicità che proviamo dopo una lunga, dolorosa, spesso frustrante fatica; una felicità fisica e contagiosa, che ripaga delle sofferenze. Una felicità che segue una vittoria conquistata a caro prezzo, e da soli; "dal basso", come usa dire. " La caduta di Mubarak segna una straordinatia vittoria di popolo - commenta Emanuela Fumagalli di Mondo Senza Guerre (a sinistra nella foto, col cartello giallo) . - In diciotto giorni di mobilitazione nonviolenta, resistendo ad aggressioni di ogni tipo, gli egiziani sono riusciti a liberarsi di un dittatore che li opprimeva da trent'anni. Il coraggio e la perseveranza dimos

Nun te piace, 'o presepe?...

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Mica vero che "non fa male a nessuno" . Anzi, nuoce gravemente alla salute . Chi? Meglio domandare "cosa", ma in verità è proprio quel "chi" a disturbare. Il presepe fa male. E, dietro e dentro di lui, la statuina di quel bimbo seminudo. Ciò ch'essa simboleggia. Il presepe realizzato dagli allievi del liceo artistico "De Nicola" di Sesto San Giovanni (Milano), frequentato da giovani di diverse confessioni. In basso: la "crèche des santons" a Mentone (Francia). Il collegio docenti della scuola materna di via Forze Armate, a Milano, aveva infatti stabilito di celebrare un Natale senza Natività . Via stelle comete, grotte o capanne, pastori e pecorelle, San Giuseppe, Madonne e quel povero cristo di Gesù Bambino. Al loro posto renne dal naso rosso, Babbi Natale paffuti e gaudenti, canti e cori inneggianti alla festa, ma, per carità, senza il minimo accenno alla religione. Per rispetto dei bambini, si capisce.

L'ultima cena?

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Io non canterei vittoria a proposito del presunto "fallimento" del simposio Vespa-Bertone-Berlusconi . E attenti a considerare quest'ultimo un fesso. Non lo è affatto. Il suo lessico è elementare, ridotto all'osso: tipico delle persone incolte e dei pubblicitari. Per questo fa leva sul popolo italiano, notoriamente poco incline alla lettura e all'approfondimento. E', soprattutto, un ladro di linguaggio, astuto nel cooptare le parole più in voga per stravolgerne il senso. Avete notato come si è disinvoltamente appropriato de l termine "bavaglio"? Dai suoi tg, soprattutto quello sulla prima rete Rai, ha fatto sapere che l' imbavagliato è lui , in nome d'un diritto che non può essere assoluto : quello della libertà di stampa. Perché prima di essa esiste il diritto alla privacy, come usa dire con orribile anglismo, e che è tutt'altra cosa dall'intimità. A rigor di termini sarebbe pure incontestabile, e infatti egli spera che molti ital

Il Crocifisso: braccia aperte per ogni uomo

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Vi sottopongo un'altra interessante riflessione. In queste settimane noi pastori siamo stati più volte interrovati da cristiani e non cristiani sulla vicenda del Crocifisso. In molti siamo stati toccati dalla sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo che ne proibisce l'esposizione nelle aule scolastiche italiane perché sarebbe contraria al diritto dei genitori di educare i figli in linea con le loro convinzioni e per salvaguardare il pluralismo educativo di una società democratica. Ci pare opportuno offrire a tutti queste considerazioni: - Condividiamo le parole dei nostri vescovi e di tutti coloro che hanno espresso amarezza e perplessità sulla sentenza che ha colpito il segno che più rappresenta una grande tradizione, non solo religiosa, del Continente europeo. Con tale miopia come può l'Europa camminare? - Facciamo nostro l'invito del Papa ai cristiani di avere coraggio nell'esprimere la propria fede, anche nelle forme pubbliche: troppe volte è pavid

No, la laicità non significa togliere il crocefisso, simbolo d'amore

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Non sono d’accordo con la sentenza della Corte europea dei diritti e non mi piacciono la gran parte delle reazioni della politica e della chiesa italiane. D’impulso direi: giù le mani dal crocefisso, chiunque voi siate, cattolici, cristiani, atei, agnostici, giudici europei o italiani, cardinali, leader politici. Non si cancellano consuetudini (non tradizioni) con sentenze anche illuminate e dal punto di vista della difesa della laicità dello Stato ineccepibili. So che mi attirerò le ire di tante e di tanti, ma trovo la polemica sul crocefisso inutile, sopra le righe e soprattutto ipocrita. L’Italia è un paese cattolico e non si può offendere il sentimento popolare rispetto alla religione? Forse no, forse sì, non è questo il punto. Il nostro paese ha un lungo percorso da fare dal punto di vista dell’emancipazione dai poteri superstiziosi delle gerarchie cattoliche. Il misticismo cristiano, dopo alcuni falliti tentativi di correzione da parte del Concilio Vaticano II, è di nuovo ripiomb

Carlo delle città

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Don Gnocchi era l'infanzia. Non l'infanzia mutilata, lacera e macilenta. L'infanzia, e basta. La mia, innanzi tutto, perché la sua figura mi ha accompagnata fin dai testi scolastici. Perché la via a lui dedicata, a Bresso, sorge sul limitare della grande metropoli, nella periferia ancora disadorna, brulla e ingrigita. Perché le immagini che lo ritraggono, già circonfuso di un'aura sfuggente, hanno qualcosa di fanciullesco. Lo sguardo. Completamente libero, trasparente, senza sopraccigli, sconfinato sulla fronte spaziosa e infinita. L'infanzia dunque, e, conseguentemente, l'interezza. Nulla di dolciastro, di patetico, di limitato nell'operosità di questo prete lombardo, sottile come un giunco. Se oggi siamo giunti alla consapevolezza che il bambino è persona completa e intatta, lo dobbiamo in gran parte a lui. Non si limitava ad accogliere, come testimonia Vincenzo Russo che, prima di diventare uno stimato professionista, è stato ospite del sacerdote. Lui v

19 ottobre: anniversario di Aldo Capitini, filosofo religioso, ideatore delle marce per la pace

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(Calendario Liturgico: COMMEMORAZIONE, colore liturgico del Tempo) Aldo Capitini nacque a Perugia il 23 dicembre 1899 da una famiglia della piccola borghesia: suo padre era un impiegato comunale. Conseguito un diploma tecnico, la sua sensibilità ben presto lo porta come autodidatta agli studi classici e umanistici fino a sostenere gli esami liceali ed ottenerne il diploma. Si iscriverà alla Normale di Pisa dove conseguirà la Laurea in Lettere e Filosofia; nella stessa Università lavorerà come Segretario Economo. Con l'avvento della dittatura fascista ed il suo rifiuto di iscriversi al Partito Fascista, Capitini perde il lavoro e per mantenersi deve dare lezioni private. L'atteggiamento alquanto accondiscendente della Chiesa Cattolica Romana verso la dittatura, lo porta ad interessarsi anche dell'ambito religioso, di cui auspica una Riforma che, come nel sociale, vede possibile con il metodo della nonviolenza indicato da Gandhi; inizia in quel periodo la sua adesione anche a

Fuori tempo massimo

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"La strage degli immigrati a Lampedusa somiglia alla Shoah " . Finalmente è arrivato, inequivocabile, duro, senza tentennamenti, l' editoriale di "Avvenire" . Termini come olocausto, sterminio, ecatombe e truculenze varie vengono di solito utilizzati dal quotidiano dei vescovi per l'aborto, il testamento biologico e i/le senzadio che li praticano, o vorrebbero praticarli. Sull'infamia delle leggi xenofobe e razziste di questo governo, a parte qualche formale reprimenda, finora mai nulla di veramente significativo. Adesso basta. La misura pare essere colma anche per la tollerantissima gerarchia cattolica. Sì, dovrei esclamare: "Finalmente!". Dovrei, vorrei poter riabbracciare la mia Chiesa. Dovrei e vorrei. Ma non posso. Verbi servili, verbi che - grammaticalmente - hanno bisogno del predicato cui appoggiarsi per aver senso compiuto. Ma quel predicato non mi esce. Tornare, riabbracciare, esclamare, no, non ci riesco. Spero di poter aggiungere

Il cuore dell'America, le viscere del maschio

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Grazie a lei avevamo scoperto Hemingway , Spoon River , e - per quanto mi concerne - la beat generation (fantastico il suo Beat Yippie Hippie ), soprattutto Ginsberg . La vidi una volta sola, proprio assieme al suo amato poeta, ai Magazzini Generali a Milano: ultima volta anche per lui, era il 1996 e Allen morì di lì a poco. Adesso anche Fernanda Pivano non c'è più. Che irritazione, in questi giorni, le fanfaluche dei reduci pentiti di Woodstock, Arlo Guthrie diventato repubblicano, i vecchi ex-spinellati trasformatisi in banchieri, le riviste finto-trasgressive, i sermoncini dei militanti che scuotendo i ricci grigi e cadenti gorgogliano che no, era tutto finto, un sogno, un'illusione (del resto lo aveva predetto persino il ben più autorevole genitore di Arlo, Woody...). Fernanda era, in tal senso, fuori del tempo e della commercializzazione. Rileggetevi l'introduzione a Jukebox all'idrogeno di Ginsberg, e capirete perché quest'ultimo era un vero artista e la ge
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Ormai la conoscono tutti. Ormai lo sanno, che è stata nuovamente, ignominiosamente condannata ad altri inutili, protervi, impacciati, stupidi (poiché inutilmente crudeli) 18 mesi di arresti domiciliari. E' un problema di democrazia, hanno detto. Certo. Perché è un problema di donne. E di uomini. Non per nulla un raro uomo che l'aveva compreso si chiamava Walt Whitman. For you o democracy , ricordate? No, arrestate i sorrisini. Non alludeva solo al "dolce amore dei compagni". Voleva pure le compagne, lui. Femminista, cioè compiutamente uomo, come Pasolini. Aung la conoscono tutti, dicevo. Ma non si tratta solo di lei. Isabella Bossi Fedrigotti scrive di donne sole, libere e coraggiose. Concordo solo in parte. Nel suo commento usa il termine "fragilità". Sono forse fragili, Natalia Estemirova , Zarema Sadulayeva , Clotilde Reiss e, nemmeno a dirlo, Anna Politkovskaia e l'arcinota Neda Agha Soltan ? E' forse fragile una giornalista come Lubna Ahmed