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La morte dell'idolo ©Maria Antonietta Pinna alias Mary Blindflowers

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Ancora  sulla    morte    di  uno dei  padri    del rock   David  Bowie  alias  il Duca  Bianco da http://controcomunebuonsenso.blogspot.co.uk/ Il "dolore" per la morte di un personaggio famoso è veramente dolore? Direi proprio di no. In riferimento alla morte di Bowie, frasi del tipo: “oggi è morto dio”, “oggi è morta una parte di me”, “i miei parenti possono anche morire ma non riesco a sopportare la morte di Bowie”, oltre ad essere grottesche, rappresentano la negazione del dolore nel momento stesso in cui lo affermano con tanta insistenza. Si assiste ad una sorta di identificazione di massa, una mistificazione della coscienza in cui ogni uomo medio si rende conto che anche gli idoli in cui fino al giorno prima si identificava moriranno, esattamente come lui, come tutti. Non è affatto dolore, è soltanto la paura della propria morte veicolata nel simbolo, unita al desiderio che il punto fermo rimanga inossidabile nel tempo e possa perfino sfidare i secoli. Capire questo ri

Che ora è di © Daniela Tuscano

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“Mi scusi, signorina, che ora è?”. Resto colpita più dalla voce lieve che dall’appellativo, dopo tutto non sono pochi quelli che ancora mi chiamano signorina, ingannati dai miei fagotti, dal mio aspetto mai cresciuto. Me lo domanda una vecchietta. Sono le undici, in realtà il tempo non esiste in questa mattinata brumosa ed eguale. Rispondo, poi proseguo per la mia strada, ho le commissioni da sbrigare. Ma oggi qualcosa manca. Forse è vero, non sono mai diventata adulta, nessuno alla mia età si sentirebbe povero perché da questo lunedì siamo senza David Bowie. David Bowie visto da Giovanni Barca. Si può pensare a lui assillati da mille preoccupazioni molto concrete, fra l’acquisto del pane e le tasse da pagare, il lavoro che sì c’è, ma domani chissà? A me succede. E succede che tutto diviene peso, lentezza e confusione. Perché io sono ancora qui, fra queste case che mi han vista crescere, d’età se non di spirito, perché i colori me li sono inventati grazie a lui, perché la fantasi