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Visualizzazione dei post con l'etichetta Cécile Kyenge

«Ministro orango», Cucca: non abbiamo assolto Calderoli Il senatore sardo spiega il no all’autorizzazione a procedere: «Per l'accusa formulata, istigazione all’odio razziale, mancano i presupposti giuridici»

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Un bel tentativo d'arrampicarsi sugli spechi  . Va bene   parlare  ala gente  , uscire  dalla torre  d'avorio  , ma parlare   alla pancia  e poi inventarsi  la scusa  non ci sono prove  questo   non è  degno   di un paese   civile . E  testimonia    quanto  dicevo nel post precedente  . Non mi soffermo oltre  , per  evitare di beccarmi  una denuncia per  villipendio  dele istituzioni  e poi io  non ho  come  Caderoli e   compagni di merde   il  culo ..... ehm ......   le spalle  coperte     da  amici  politicanti  da  la  nuova sardegna online del  8\2\2015                                           Roberto Calderoli e Cécile Kyenge NUORO. «Sia chiaro: nessuno ha assolto Calderoli. La frase è evidentemente offensiva, ma non ci sono gli estremi dell’istigazione all’odio razziale, questo no!». « Una valutazione puramente tecnica,

Kyenge: “Calderoli assolto per avermi detto orango, triste il Pd che lo difende” razzismo di stato ?

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Premetto che   come politica  non come persona la Kyenge non mi piace  e non mi è  mai  piaciuta  eche è stata messa  li slo per  avere  voti  e fare bella fiugura    di un governo multi etnico per poi  Clicca  sull'immagine per  ingrandire    . Ma   come Michele Serra  sempee  su  repubblica  d'oggi  :   (.....) Si capisce che la questione della libertà  di parola, in specie della parola politica, è  grande; complicata; non certo risolvibile  con un paio di querele o, al contrario, con  un paio di non-autorizzazioni a procedere.Ma almeno sul piano dell’esempio ci si  aspetterebbe che la classe dirigente di un  paese europeo pretendesse, da se stessa,un minimo sindacale di compostezza e di decenza. Quante ne bastano per capire che dare dell’orango a una donna italo africana è una schifezza proprio perché «nel pieno esercizio delle proprie funzioni politiche». In questo senso no, la Giunta per le autorizzazioni non fa pensare alla classe dirigente di un paese europ

Macerata, Forza Nuova insulta ministro "Cécile Kyenge torna in Congo"

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il solito disco rotto  dell'estrema destra.infatti come dice  un comento a questo articolo  : <<  tutte stupidaggini già sentite migliaia di volte. consiglio cambiare nome in Forza Obsoleta   >>   dall'unione  sarda ( eccetto  la  2 foto   che  è presa  dalla mia  bacheca  di facebook )   del  9\5\2013   "Kyenge torna in Congo". Questo lo striscione affisso da militanti di Forza Nuova davanti alla sede del Pd in via Spalato a Macerata. Ne dà notizia una nota del movimento di ultradestra, contrario alla proposta del sen. Mario Morgoni di concedere la cittadinanza onoraria al ministro dell'Integrazione Cecile Kyenge. "Proporrò ai sindaci della provincia di Macerata di invitare il ministro Cecile Kyenge alla prima cerimonia utile per il conferimento della cittadinanza onoraria ai figli di immigrati nati qui. La battaglia per la legge sullo ius soli deve diventare una battaglia di tutta la politica it

L'anatema di Don Loi sul ministro nero "E' pericoloso mischiare le razze"

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Non sei degno di portare tale abito .Sicuramente gli studi da seminarista gli hai conclusi al seminario di bossi a Cassano Magnago. "C'era proprio bisogno di un ministro di colore?" Commenta così il parroco ogliastrino su Facebook Cécile Kyenge, ministro dell'integrazione. Una vera e propria crociata. Nata da un post e poi diventata virale. Una polemica esplosa in Rete ma non solo. Don Alessandro Loi, parroco di Lotzorai, scrive e commenta sul suo profilo Facebook il neo ministro dell'integrazione Cécile Kyenge. "C'era proprio bisogno di un ministro di colore? Con tutto il rispetto per la signora". Il post non ci mette molto a essere il più letto e anche quello più discusso. I commenti si moltiplicano nel giro di poche ore. Don Loi come Borghezio insomma. Quasi troppo facile il paragone con l'esponente della Lega. Certo è che quella frase poi spiegata con altri interventi continua anche oggi a far discutere: il popolo della Rete ma anche il