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Visualizzazione dei post con l'etichetta 8 marzo

A QUALI DONNE FATE GLI AUGURI ? - Saverio Tommasi

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 di  cosa  stiamo parlando    c La metà del Paese fa gli auguri alle Donne ma poi le lesbiche no. Le immigrate no. Le musulmane ancora meno. Le madri con l’eterologa no. Le figlie delle coppie gay no. La metà del Paese fa gli auguri alle Donne e poi se una donna guadagna meno è perché ha il ciclo, se dice “mi piace fare i pomp*ni” è una tro*a, e se è una donna trans la chiamano “il trans” perché un tempo aveva il pisello (o ce l'ha ancora) e se lo merita. Parliamoci chiaro: voi, che siete la metà del Paese sulle cui gambe corrono le discriminazioni, il migliore augurio che potete fare alle donne, è quello che non v’incontrino mai.

«Noi donne siamo stufe di essere straordinarie». Otto storie di lavoro e resistenza per raccontare l’8 marzo

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da https://espresso.repubblica.it/ del 7\3\2023 di Chiara Sgreccia Per la Giornata Internazionale le testimonianze di una lotta quotidiana. Contro stereotipi, aspettative e luoghi comuni che rafforzano il divario di genere «Al mio posto tutti avrebbero fatto lo stesso», dice Fabiola Lanciani, professoressa di diritto e tecniche amministrative e finanziarie in un istituto alberghiero. Non ha mai smesso di lavorare, sebbene oltre che della cura dei figli si sia fatta carico anche dell’assistenza ai genitori anziani e alla sorella disabile del marito. «È un lavoro che tipicamente cade sulle spalle delle figlie femmine. Mio fratello ha provato a dare una mano. Però, appena mia madre ha iniziato ad aggravarsi, ad aver bisogno di aiuto per ogni attività, anche per andare in bagno, si è tirato fuori. Eppure, io l’ho fatto anche quando è toccato a mio padre». Lanciani per 10 anni ha assistito i suoi genitori, prima la madre malata di Alzheimer, poi il padre che ha perso la mobilità a causa de

"Educhiamo gli uomini"...lo sento ripetere da mesi. quindi educhiamo anche le donne ad essere preda

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 in  sinesi  scusate  se  mi ripeto   non insegnare a tua figlia ad essere preda \ insegna a tuo figlio a non essere cacciatore ( joumana haddad poetessa libanese ) "Educhiamo gli uomini"...led anche giusto ma lo sento ripetere da mesi. Certo, educhiamo ANCHE gli uomini, ma prima cresciamo le bambine nell'indipendenza emotiva. Insegniamo loro che é possibile vivere anche senza un uomo, che l'amore é fatto di rispetto e che la felicità é un diritto. Diciamo loro che una donna é donna anche senza figli. Che per imparare a cucinare e a sistemare casa ci sarà sempre tempo . E che il sesso é una gioia, non un dovere ! Perché finché si continua a ripetere solo che tocca educare gli uomini, si continua a dare a questi ultimi una condizione di vantaggio. E pure queste madri che dovrebbero educare i figli maschi, ma con che criterio li possono educare se nessuno ha fatto vedere loro cosa sia una donna ! No, cazzo ! Insegniamo alle donne a riconoscere i mostri, a sganci

serafina battaglia prima collaboratrice giustizia del fenomeno mafie - da Donato Armesano

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A questa persona  (    qui   e  nei  link  ,  insieme alla  colonna  sonora sotto  maggiori  news  su    di lei  e  sulla  sua  storia   bisogna intitolarle una via al suo paese e spiegare il perche '!!!! E tutte le scuole ogni anno dovrebbero portarle lì dove hanno ucciso la sua famiglia e dire cosa le hanno fatto e spiegare che cosa e 'l 'omerta '   da   Donato Arnesano    ·  La mafia le ammazzò il marito. Ma lei, Serafina, non parlò perché era cresciuta nella trappola dell’omertà e della mafia. Poi però toccò al figlio, Salvatore, un bravo ragazzo cresciuto in un ambiente sbagliato. La mafia uccise anche lui. Per Serafina Battaglia cambiò il mondo e decise di abbandonare totalmente la vita di prima e rompere l’omertà. Era il 30 gennaio quando prese una decisione storica: dire ai giudici tutto quello che sapeva. Sicari, affari mafiosi che aveva il marito, informazioni. Tutto. Divenne la prima donna in Italia testimone di giustizia. Pagò un prezzo enorme oltre a quel

"Se hai fame prendile": le brioches solidali della barista bresciana Cristina Georgiana Vlad

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come ogni anno   ci  avviciniamo  al 8 marzo . Ed alla solita pubblicità    , rubriche   ed  inserti  sui  sul '8 marzo   speciali     ed  al mio  contro  8 marzo  . Lo  so che la storia  che  riporto    è  vecchia  più di un mese   ma    certe   cose  in non invecchiano  mai   e  dimostrano   che  le  donne    esistono    364  giorni al'anno e  h24  non solo  in quella  data  da  https://milano.repubblica.it/cronaca/  01 febbraio 2019 "Se hai fame prendile": le brioches solidali della barista bresciana . Ogni sera dopo la chiusura lascia sacchetti di dolci, panini e frutta. "Anch'io ho provato la fame, so cosa vuol dire" di LUCIA LANDONI "Se hai fame, prendi": il senso dell'iniziativa solidale e antispreco promossa dalla caffetteria Zerotrenta di Brescia sta tutto nel messaggio che la titolare Cristina Georgiana Vlad fissa sui sacchetti lasciati ogni sera fuori dal locale con i prodotti freschi avanzati nel co

Futuriste al Man di Nuoro: le artiste che sconfissero la misoginia del Movimento Dal 9 marzo fino al 10 giugno 2018,

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  canzoni  suggerite   Voglio una donna - Roberto Vecchioni il tuo culo e il tuo cuore - Roberto Vecchioni ti potrebbero interessare   https://it.wikipedia.org/wiki/Valentine_de_Saint-Point http://www.iltempo.it/cultura-spettacoli/2009/03/07/news/tante-odiate-e-ammirate-br-le-donne-del-futurismo-57001/ http://www.museoman.it/it/index.html Futuriste al Man di Nuoro: le artiste che sconfissero la misoginia del Movimento Dal 9 marzo fino al 10 giugno 2018, 100 opere raccolte sulfilo rosso del Manifeste de la Femme Futuriste 07 marzo 2018 Valentine de Saint Point NUORO. E' dedicato alle donne che riuscirono a trovare spazio in un movimento programmaticamente misogino come il Futurismo la mostra «L'elica e la luce. Le futuriste. 1912_1944», al Man dal 9 marzo al 10 giugno 2018. Attraverso oltre 100 opere fra dipinti, sculture, carte, tessuti, maquette teatrali e oggetti d'arte applicata, l'esposizione prende le mosse dal Manifeste de la Femme futuriste (1912

ruolo importante delle donne nella grande guerra