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Visualizzazione dei post con l'etichetta 25 aprile

Don Pozzi, il partigiano di Dio che mise in salvo gli ebrei

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 stavo cercando storie    da   raccontare  anziché  riportare  i  soliti pipponi   non  basta  quando    ce ne  saranno    nella  settimana  della memoria  ed ho trovato  questa    https://www.avvenire.it/agora/pagine/ del     11 febbraio 2023   Gianni Santamaria Il parroco di Clivio, insieme al maresciallo della Finanza Cortile e alla signora Molinari organizzarono una rete clandestina per far espatriare i perseguitati. Un libro ricorda la vicenda di eroismo La rete da cui passavano gli ebrei a Clivio - Archivio Comune di Clivio Don Gilberto Pozzi - Archivio Comune di Clivio «Questa è una storia di finanzieri, di sacerdoti, di gente comune e di fuggiaschi. Una storia di perseguitati, di spie, di delatori, ma anche un racconto di grande solidarietà.  Quell’autunno del 1943, a Clivio, accaddero molte cose: pedinamenti, rapporti segreti, arresti e scelte determinanti nell’Italia divisa in due dopo l’8 settembre ». Già l’incipit del volume di  Gerardo Severino  e  Vincenzo Grienti ,  Il p

Lea Schiavi torna a casa: la reporter antifascista celebrata finalmente in patria

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finalmente Martedì verrà ricordata ufficialmente, per la prima volta in Italia, da un Ordine dei giornalisti, quello del Piemonte, grazie anche al libro- inchiesta "Il caso Lea Schiavi" che ho scritto su di lei. Un altro avvenimentoi dopo l'iniziativa fatta Il 25 Aprile 2021 l'amministrazione comunale di   Borgosesia, sua città natale, guidata dal Sindaco Paolo Tiramani le intitola i Giardini Pubblici.L'evento fu ripreso dai media nazionali, riportando in luce nel capoluogo valsesiano la figura della giovane reporter antifascista, evento a cui partecipano i famigliari.Infatti la sua storia è una storia particvolare scomoda ed indigesta . sintesi eccola . Da  repubbblica  del  16 APRILE 2022 ritorna a casa perché Lea, nata a Borgosesia il 2 marzo del 1907, era una brava e affascinante giornalista antifascista. Il suo omicidio fu opera di sicari curdi, su ordine verosimilmente del servizio segreto militare ( il Sim) dell’Italia fascista, allarmat

25 aprile | La guerra delle partigiane, la Liberazione dimenticata. “Senza di noi la Resistenza sarebbe stata impossibile. Quella battaglia serviva anche per avere gli stessi diritti degli uomini. E non è finita

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da  questo  articolo  de   https://www.ilfattoquotidiano.it N.b   poiché  non capisco il perchè blogger non  legge il codice embed  dei video    li potete  trovare   sull'url  dell'articolo   Le combattenti furono 35mila, altre 20mila ebbero funzioni di supporto. E poi le migliaia di arrestate, torturate, condannate dai tribunali fascisti. Eppure il contributo delle donne nella battaglia per la libertà è stato a lungo lasciato ai margini del racconto. "Ci chiesero di non sfilare" ha raccontato tempo fa Lidia Menapace. Ilfatto.it ha intervistato 4 di loro: Mirella Alloisio, Francesca Laura Wronowski, Teresa Vergalli e Ida Valbonesi. Storie diverse, spirito comune: "La comunanza di sentimenti fra persone che non si conoscevano, ma che si riconoscevano come appartenenti alla stessa idea di umanità”   “Senza le donne non ci sarebbe stata la Resistenza . Abbiamo rischiato come gli uomini ma allora in tanti ci guardavano male. E i

Libertà ,rispettare la tua non significa che puoi essere omofobo o razzista. Tanto meno fascista o neofascista

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 canzoni suggerite  la tua libertà - francesco Guccini Questa democrazia - Giancarlo Cobelli Dopo   anni  da  uno o  più post   sulla libertà  , quest articolo  (  da  cui  ho  copiato il titolo  del post   )  preso da  ilfattoquotidiano del 26\4\2019   me che trovate  sotto  e le    due  canzoni  citate  all'inizio  del post insieme   alla   classica <<   la  libertà di  Giorgio Gaber  >>    che fungono da  colonna sonora    confermano il mio percorso   del mio blog  ed   del mio account  social  ,  e  soprattutto del perch+è  non elimino (  salvo casi eccezionali   )   nessiuno\a    ,    ma   aspetto  che     siano  ad   ad eliminare me  o    a  rimuoversi   di Margherita Cavallaro Una delle cose che mi sono sempre sentita ripetere dagli adulti ogni volta che litigavo con mio fratello (più o meno ogni 20 secondi) era: “la propria  libertà  finisce dove comincia quella degli altri”. Un sano principio frutto della saggezza popolare e, mi sono resa conto ie

Giuseppina Demuro, la suora che sfidò la furia nazista

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La  resistenza  e  la lotta   contro le leggi  razziali  era  anche  storie  piccole  e  sconosciute  \  semi conosciute  come  questa  a  anche   che vi  propongo oggi  tratta    quotidiano l'unione  sarda  . La storia completa nel volume "Sardegna al femminile" disponibile nello store online a questo  link N.B  le  foto prese   dall'articolo  sono fornite   gentile concessione de "La Donna Sarda" Il ritratto di Suor Giuseppina Demuro è quello di una religiosa non comune, dotata di audace carisma, di c ora ggio intrepido, e di volontà incrollabile. Figlia della Carità Vincenziana, passerà alla storia come la donna sarda che salvò antifascisti, ebrei e partigiani rinchiusi nel carcere “Le Nuove" di Torino.                              Suor Demuro nel suo ufficio nel carcere di Torino. Con le figlie delle detenute Suor Giuseppina Demuro, all’anagrafe Rosina, era una donna di media statura, con occhi illuminati da lamp