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Informarsi, dentro e fuori la Rete E parlarne. Che si debba partire da qui per risolvere il problema ?

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Oltre i classici consigli , come questo   riportato da http://www.webnews.it   e  proveniente dai moltissimi spunti raccolti all’ Internet Festival  e redatto  da Cospe, su  come   contrastare ed ridurre la diffusione dell'odio nella rete, ecco  questa  storia  . dall'unione  sarda   Si sono piazzati al terzo posto gli studenti dell'Università di Cagliari  (  foto sotto   presa  dall'account  fb di ,  Giulia  Tumatis  ,  una  di loro  )   che hanno partecipato al concorso mondiale del "Facebook digital global challenge" grazie alla campagna "#ReAct", dedicata al tema dell'immigrazione e al contrasto dell'estremismo creata dal team guidato da Christian Rossi, Facoltà di Scienze economiche. Il premio da mille dollari è stato assegnato a Washington (Usa) al termine della finale in cui ogni gruppo ha presentato il proprio progetto. Al primo posto si è piazzata una squadra del Libano, al secondo il Belgio; a congr

IL VERBO SI FECE SCARNO © Daniela Tuscano

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                                             IL VERBO SI FECE SCARNO Detesto l'esibizione di bambini laceri, denutriti, mutilati per suscitare un rapido e ipocrita pietismo, buono solo ad acquietare le nostre coscienze. Ma, in tal caso, corro il rischio. Perché l'autore dello scatto a sinistra, Sebastiano Nino Fezza, di professione fa il reporter, ma nell'animo è un missionario - o un poeta, o entrambi. È compenetrato dal senso del dolore, lo dipinge; e colpisce, scuote. Forse sarebbe questa l'immagine più adatta a ce lebrare l'Epifania 2017. Un bimbo che, a differenza della pur commovente statuina della mangiatoia, non ha nemmeno la forza di giunger le mani, e sa pregare solo col corpo. Il suo giaciglio è un materassino-sudario, lo sguardo erra in un vuoto senza speranza, già vizzo. È un'Epifania senza comete né gloria. E per questo, così simile all'Epifania reale, in un angolo di mondo, duemila anni fa. I Magi venuti da lontano videro molto probabilmen

Bonsai centenario sopravvissuto al bombardamento di Hiroshima. Ha 390 anni e nemmeno la bomba atomica è riuscita a ucciderlo

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S e gli alberi potessero parlare, questo bonsai (conosciuto anche come “Hiroshima Survivor”) avrebbe molte storie da raccontare. Il vecchio bonsai di 390 anni ha visto una serie di eventi, nel corso della propria vita, davvero importanti per la storia dell’umanità. Dalla Rivoluzione Francese al primo uomo sulla Luna , dall’ Indipendenza Americana alla Guerra Fredda , la storia di questa pianta è lunga quasi quanto quella di tutto l’uomo moderno. La parte più notevole è però un accadimento che coinvolge il bonsai in prima persona, ovvero la bomba nucleare lanciata dagli Statunitensi contro Hiroshima , che devastò la bellissima città giapponese. Il piccolo pino bianco si trovava a meno di 3 chilometri dal punto di impatto della bomba, custodito dalla famiglia Yamaki, e sopravvisse miracolosamente non solo alle radiazioni ma anche a schegge di vetro e detriti che vennero lanciati in tutta la città. Piantato nel 1625 e sull’isola di Miyajima, il bonsai è un albero pr

Per salvare la mia ragazza vi racconto dell'eroina in Versilia" L'sos di un uomo innamorato che denuncia il traffico di droga per far arrestare i pusher della sua ragazza

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non mi sono solo concentrato sul natale e sulle sue mille sfaccettature . eccovi una storia d'amore non melensa \ mielensa  da http://iltirreno.gelocal.it/versilia/cronaca del 10\12\2016 Per salvare la mia ragazza vi racconto dell'eroina in Versilia" L'sos di un uomo innamorato che denuncia il traffico di droga per far arrestare i pusher della sua ragazza VIAREGGIO. «Sono andato dai carabinieri e dalla polizia perché questo inferno finisca: per lo stesso motivo mi rivolgo a voi del Tirreno, mettendoci la faccia, perché il mio desiderio è che chi vende la droga alla mia compagna vada in galera». Sono le parole di Giorgio (nome di fantasia, ndr), un uomo che sta per toccare la mezza età e con fatica sta uscendo dalla dipendenza che per un periodo ha condiviso con la sua ragazza. «L’eroina ora si fuma, come si fa con la marijuana. Io ne sono uscito e voglio che anche la mia compagna ne venga fuori. Ma non ne ha le forze». Luoghi, nomi,

tutti rivendicano la foto tranne chi l'ha scatta la foto sui pacchetti di sigarette

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Le ipotesi sono 1) persone gemelle o sosia ., 2) qualcuno\a in cerca di pubblicità o risarcimenti . Infatti il primo a " rivendicare " tale    foto come rubata è un uomo di 48 anni, Raffaele Leone,( foto sotto  a  sinistra  ) residente a Orbassano in provincia di Torino, il quale pare abbia affidato al social Facebook la sua denuncia, accusando l’Unione europea di aver preso la foto del padre senza alcun tipo di autorizzazione per la sensibilizzazione contro il fumo. Si tratta dell’ennesima denuncia da quanto è entrata in vigore la normativa dell’Unione europea che prevede l’utilizzo di immagini per sensibilizzare i consumatori sui danni provocati dal fuoco, e sono in tanti coloro i quali riconoscono se stessi o un loro caro sui pacchetti di sigarette. “La persona sulle foto dei pacchetti di sigarette è mio padre, ho tutte le prove e quella foto non è mai stata autorizzata”, è questo quanto dichiarato da Raffaele Leone, che

l'obesità si può tenere sotto controllo e sconfiggere senza medicine Il racconto di un 31enne che superava i due quintali: «Nessun intervento, in 8 anni ho ripreso in mano la mia vita»

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Precisazione    doverosa   A  chi  avendo  letto   il mio precedente  post   :   come   curare e  tenere  a  bada   senza  farmaci  (  se  non in casi  gravissimi ed estremi  )   la depressione afferma    che  sono  un  ciarlatano ,  un complottista  ,  populista   e menate  simili  rispondo  che    :    sono uno   che crede  , ed  ha  provato    e lo fa  continuamente  ,   che certi  problemi   si   combattono  o s'attenuano(  cioè non vuol  dir e  che    non bisogna  usare  i farmaci   ma usarli   nei  casi meno  gravi    ed   estremi   senza  farmaci   ma  con una  semplice  analisi  e auto  analisi   psicologica  . Infatti  un  abuso  ed  un uso  scriteriato  di  farmaci   non fa bene  e creano gravi effetti collaterali ed   assuefazione ed    dipendenza  ,  tant'è che   molti parlano  di  droghe  legalizzate   . Inoltre  è scientificamente  provato  che  certi problemi   di salute  hanno  un origine  psicologica   e  come tale  si  può  risolvere  o  quanto meno integ

Dalla Svizzera alla Sicilia a piedi: ritorno a casa dopo 45 anniGiovanni Russo, 63 anni pensionato, è partito a giugno da Klinandelfinge, paesino svizzero dove è emigrato 45 anni fa poverissimo e diventato ricco come restauratore, ed è arrivato in questi giorni nel suo paese natale Francofonte (Siracusa):

Dalla Svizzera alla Sicilia a piedi: ritorno a casa dopo 45 anniGiovanni Russo, 63 anni pensionato, è partito a giugno da Klinandelfinge, paesino svizzero dove è emigrato 45 anni fa poverissimo e diventato ricco come restauratore, ed è arrivato in questi giorni nel suo paese natale Francofonte (Siracusa): 25 chilometri al giorno, sosta nei b&b, cena alle 20, riposo alle 22 e 15, sveglia alle 5. Cento tra paesi, città contrade italiane. Tutto a piedi. Ha perso 10 chili e 10 mila euro, entrambi volentieri. Aveva già fatto in 2 settimane il cammino di Santiago ma questa l'aveva promessa al fratello Ciccio 45 anni fa quando lo lasciò in Sicilia alla morte del padre per scansare la fame e gli disse che un giorno sarebbe tornato a piedi per portarlo a mangiare l'iris, un dolce siciliano che da bambini guardavano solo dalla vetrina. Quando il fratello è morto due anni fa, troppo presto, ha deciso di saldare la memoria. Alla fine del viaggio è andato sulla sua tomba a bere una

questo non è il vero islam In carcere per un romanzo nel cassetto. Teheran arresta la scrittrice Ebrahimi Nel suo computer la storia di una ragazza ribelle alla lapidazione

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da  La Stampa    del   10/10/2016  di  FRANCESCA PACI In carcere per un romanzo nel cassetto. Teheran arresta la scrittrice Ebrahimi Nel suo computer la storia di una ragazza ribelle alla lapidazione Golrokh Ebrahimi Iraee con il marito Arash, l’attivista e studente di filosofia in cella per i suoi contatti «pericolosi», tra cui quelli con la BBC in farsi Due anni fa la Guardia rivoluzionaria iraniana irrompe senza mandato in casa dello studente 30enne Arash Sadeghi e di sua moglie Golrokh Ebrahimi Iraee: arresta lui, già detenuto in passato, e sequestra computer, taccuini, cd. Lei viene interrogata per 20 giorni, durante i quali sente le urla del marito torturato nella stanza accanto, poi esce in attesa del verdetto. Martedì si fanno vive le autorità giudiziarie: Golrokh è condannata a 6 anni di carcere per il racconto mai pubblicato che i pasdaran hanno trovato nel suo pc. Non dunque per l’attivismo in favore di Narges Mohammadi e le migliaia di prigionieri politici di Tehran co

Commodore 64 ancora in uso in un’autofficina, ben 25 anni di servizio

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Commodore 64 ancora in uso in un’autofficina, ben 25 anni di servizio Un Commodore 64 clockato a 1 MHz e con 64 kilobyte di RAM è ancora in uso in un'officina in Polonia permettendo al meccanico di mettere a punto le automobili in riparazione Da http://www.tecnoandroid.it/   tramite  http://news-hl-cm.newsrep.net/ ovvero  la  versione  italiana  di http://www.news-republic.com/  tramite  di    Dario -1 ottobre 2016 Nel 1969 è bastata la potenza di calcolo di due Commodore 64 per inviare con successo una navicella sulla Luna e oggi un esemplare è ancora in uso in un’autofficina e viene usato per bilanciare gli alberi di trasmissione delle auto. Il Commodore 64 è un home computer della Commodore Business Machines Inc. venduto dal 1982 al 1993 in vari stati del mondo e sembra che qualcuno lo utilizzi ancora per mandare avanti la propria attività ed è proprio il caso dell’officina di Dansk, in Polonia, che lo utilizza da oltre 25 anni per mettere a punto le automobili in riparazi

La colonna Immonda di Matteo Tassinari

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giovedì 22 settembre 2016 Prima dell'Aids Matthew McConaughey nei panni di un malato di Aids in "Dallas Buyers Club" del 2014 La         colonn a immond a          di Matteo Tassinari         C he cosa direi a chi considera l'Aids una punizione divina? Niente, perché è già stato il suo cruccio. Dio l’ha punito infettandolo con un pensiero così malsano, impietoso e spietato, che non gli renderà facile la sua vita. Com'è immorale che nel 2015, quindi 20 anni da quando sono stati scoperti i primi farmaci utili ed efficaci, mentre ancora popoli interi sono decimati ogni giorno di Aids perché non hanno accesso ai medicinali anti retro virali e vivono in condizioni di assoluta indigenza ed estrema povertà ad ogni topo. P uttanate dette con piglio da luminari, ascolti corsari, è morto Franco, riformulazioni maldestre, trasformazioni bigotte, farmaci che improvvisamente mancano e alle 3 di notte bisogna ricorrere alla Guardia Medica che non