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Visualizzazione dei post con l'etichetta © Daniela Tuscano

PERSINO IL SOLE di © Daniela Tuscano

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Caro Papà, E non sbaglio l'accento : proprio "Papà"... Come tutti i papà riservi sempre qualcosa d'imprevedibile.  Ricordi il celeberrimo discorso del tuo predecessore: "Si direbbe che persino la luna si sia affacciata questa sera..." ?                   Qui a Milano, si direbbe che persino il sole ha deciso inopinatamente di tornare.                   Non s'è trattato d'una semplice occhiata fra le nubi, ma d'un librarsi in questo ciel di Lombardia, così bello quand'è bello, e già impetuoso, caldo . Da tempo Milano non è più la città della scighera.  Ma il grigio, quello no, non glielo togli. Milano è compenetrata di grigio. Lo sono pure i suoi alberi, sempre spelagni ancorché fronzuti, nelle periferie, alle Case Bianche dove sei appena passato come altrove, come dalle mie parti. C'è sempre, sullo sfondo, un condominio sciatto e anonimo, una vita dove non accade niente, un'esistenza piovosa. Dove Dio non abita perché non ci

Qualcuno ci renda l’anima. I limiti della sottocultura omosessuale Dialogo di Daniela Tuscano con Mattia Morretta autore di “Che colpa abbiamo noi” (2013)

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“Che colpa abbiamo noi – Limiti della sottocultura omosessuale” (Gruppo Editoriale Viator, Milano, 2013, pp.345) è il saggio con cui Mattia Morretta, psichiatra-psicoterapeuta e sessuologo, ha voluto stimolare il dibattito all’interno della comunità omosessuale, e non solo, perché oggi «la libertà concessa ai gay è fatta di un miscuglio di banalizzazione e riduzionismo: li si lascia essere quel che si è sempre pensato che fossero, a patto di farne una specie di video-gioco per il tempo libero, senza rilevanza per l’interesse generale».  Daniela Tuscano, insegnante e scrittrice, ha voluto approfondire con l’autore alcuni dei temi, estremamente attuali, che attraversano le pagine del suo saggio. Ma lasciamo a loro la parola. - Sin dalle prime pagine si capisce di avere a che fare con un testo di portata generale, che si rivolge in maniera più diretta agli omosessuali ma parla a tutti indistintamente, con l’ambizione di esporre un vero e proprio sistema di pensiero. Ricordo di ess

CONTROCOPERTINA di © Daniela Tuscano

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Sì, va bene, inutile scandalizzarsi. Al  non avevano niente in comune. Tranne me. Correva l'anno 1976 e un collega di mia madre, allora 27enne, decise di sbarazzarsi di alcuni vinili e li consegnò a lei, che aveva una figlia appena adolescente. La quale, forse, avrebbe apprezzato. La figlia adolescente, manco a dirlo, ero io. Una cosa è sicura, di quei tre o quattro dischi rammento solo quello di Al E mi sa che "Your song" l'ascoltai pe r la prima volta proprio da lui. Era seta calda, soavità sexy, come il titolo dell'album, "Glow", di cui ignoravo il significato ma che suonava così bene nella sillaba dolcemente sfumata. Poi gli altri titoli: "Rainbow in your eyes", "Fire and rain"... ricordavano atmosfere avvolgenti alla Tennessee Williams, ma senza morbosità. Sul retro di copertina, Jarreau esibiva il sorriso ormonale in un campo di stoppie. Bello, felice e innamorato. Di Susan, cui dedicava il disco, e che nei bran

DA GIOVANI con © Daniela Tuscano

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  in sottofondo  ( lo so che  sarò retorico  e  ripetitivo   ma  non me  ne  vengono in mente  altre )  Canzone  per  un amica  Siamo stati tutti così: inesausti, eccessivi, ladri. Sì, ladri, perché da giovani il tempo si ruba. Il furto implica il rischio e, quando hai pochi anni e gli ormoni a palla, il pericolo è sesso. E quale tempo più rubato delle notti interminabili, del divertimento solo tuo, del vuoto? Un vuoto di mondo, da gustare e riempire. I ragazzi di Guidonia non avevano volti particolarmente pensosi. Erano bellocci e comuni, forse distratti. E proprio per questo è facile iden tificarsi in loro. Le domande? Se le ponevano, ma inespresse. Un giovane è sempre il primo, non ha storia. Solo una vitalità animale, quindi incolpevole, anche quando avrebbe dovuto pensarci, e poteva, doveva farlo. Anche quando il felino inganno di velocità, risa, abbracci, luci e lamiere lo annienta. Anche quando non si sofferma sui prati, al canto degli uccelli, al paradiso quotidiano. Par

IL VARCO È QUI di © Daniela Tuscano Maschi smarriti. Di quello smarrimento cieco, tremebondo, ostinato e violento.

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Maschi smarriti. Di quello smarrimento cieco, tremebondo, ostinato e violento. Maschi che vedono il loro trono vacillare. Che fremono per non potervi più accedere. Nel primo caso, a Nord, un introverso. Uno che ha alimentato la sua impotenza per anni. Offeso, schiaffeggiato dall'intraprendenza di donne irraggiungibili, non più disposte a farsi sottomettere.  Si era così rifugiato nelle nostalgie neonaziste. I suoi post grondavano di frasi contro gli immigrati,  l'Islam, il multiculturalismo. Ma pure di misoginia. Acuta, rabbiosa. Quando ha deciso di passare all'azione, non ha però scelto donne bianche come lui. Per viltà, razzismo? Certo. Ma, anche, per un surplus d'odio. Il suo bersaglio erano le musulmane. Una donna islamica in preghiera gli era addirittura più insopportabile d'una femminista laica.  Lo spaventava, non v'ha dubbio, una umanità semplice. Una fede "altra" e serena. La diversità, ecco. Nel secondo caso, a Sud, un prol

IL VERBO SI FECE SCARNO © Daniela Tuscano

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                                             IL VERBO SI FECE SCARNO Detesto l'esibizione di bambini laceri, denutriti, mutilati per suscitare un rapido e ipocrita pietismo, buono solo ad acquietare le nostre coscienze. Ma, in tal caso, corro il rischio. Perché l'autore dello scatto a sinistra, Sebastiano Nino Fezza, di professione fa il reporter, ma nell'animo è un missionario - o un poeta, o entrambi. È compenetrato dal senso del dolore, lo dipinge; e colpisce, scuote. Forse sarebbe questa l'immagine più adatta a ce lebrare l'Epifania 2017. Un bimbo che, a differenza della pur commovente statuina della mangiatoia, non ha nemmeno la forza di giunger le mani, e sa pregare solo col corpo. Il suo giaciglio è un materassino-sudario, lo sguardo erra in un vuoto senza speranza, già vizzo. È un'Epifania senza comete né gloria. E per questo, così simile all'Epifania reale, in un angolo di mondo, duemila anni fa. I Magi venuti da lontano videro molto probabilmen

senza titolo di © Daniela Tuscano

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Scia di sole, pallida e tarda, Solo tu puoi capire  Quell'assurda, insperata gioia Mentre l'ora s'abbruna Si convive, la morte addosso Quando s'ama anche il dolore E sbocci sempre, e non lo sai © Daniela Tuscano Metti in evidenza il post 286 persone raggiunte

STELLLA NERA di © Daniela Tuscano

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Il destino l'aveva segnato, ma andarsene nel giorno di Natale lascia sempre un dolore aggiunto. Anche se poi, per una star, è il modo forse più discreto per uscir di scena. George Michael s'è spento fra le luminarie che, una volta tanto, non brillavano per lui, ma offuscato lo era da un po', e su di lui pencolava quell'insidiosa irresolutezza, quella pendola di fragilità che facevano del cantante anglo-cipriota un eterno adolescente. Intrappolato nell'immaturità della decade più fatua del Novecento. Io non ero una fan degli Wham! né del ciuffo artatamente, chiassosamente biondo. Non del sex-symbol posticcio e nemmeno, in fondo, della voce così bella ma, anch'essa, sempre lì lì per scivolare sul crinale della morbidezza, barocca, anzi, cherubica. Molto meglio il Michael solista, finalmente restituito alla sua mediterraneita', quasi arabo, prepotentemente uomo, o nel disperato tentativo di diventarlo. Ma questa opportunità gli fu preclusa, o se la nego&

cinquecento anni fra cattolici e protestanti

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Cinquecento anni, per sorridersi ancora. Cinquecento anni, perché un uomo abbracci una donna. Nella rispettiva, intangibile maestà. Cinquecento anni, per ritrovarsi nobili e vuoti, Con la tenacia dei reduci, In quest'Europa dissacrata. Cinquecento anni, per capire  Che lo straniero è Dio, è l'altro, siamo noi Al nostro fianco, nella stessa via Solo se doniamo, abbiamo tutto Senza possedere niente. © Daniela Tuscano  (Nelle foto: papa Francesco con l'arcivescova luterana Antje Jackelen e altri esponenti evangelici davanti alla croce salvadoregna, nel pellegrinaggio in Svezia per il 500^ della Riforma)

NON FACCIAMO I FURBI © Daniela Tuscano

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..la mia amica ed nostra utente di vecchia data  Daniela   m mi ha  anticipato   su CHarlie  Hedbdo    e le  sue  vignette    sul terremoto    ed  soprattutto  sul   modo  che essi hanno  d'intendere  la satira  .che  sfocia nella maggior  parte dei casi  nel cinismo e  nel  cattivo  gusto . Quella contro Charlie Hebdo del 2015 fu una strage non solo raccapricciante, ma oscena, impudica. Nessuno, mai, dovrebbe essere trucidato per una vignetta o, comunque, per aver espresso opinioni, ancorché discutibili. E' una delle irrinunciabili conquiste della nostra civiltà. Da difendere con le unghie e coi denti. Di qui, però, a santificare qualsivoglia scherno e soprattutto ad annoverare sotto il concetto di "satira" ciò che satira non è, ce ne corre. Per quanto mi riguarda non sono mai stata Charlie proprio perché NON mi è mai piaciuta la loro "satira". E lo denunciai in tempi non sospetti. Quando, ad esempio, uscì la copertina raffigurante un ebr

BURKINI: ARMA DI DISTRAZIONE DI MASSA. SULLA PELLE DELLE DONNE di © Daniela Tuscano

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leggi anche  MA BASTA PARLARE DI BURKINI SI O NO CI SONO ALTRE COSE NAZIONALI ED INTERNAZIONALI PIù IMPORTANTI Ogni mattina ringrazio d'esser nata in quest'angolo di mondo, in cui le mie libertà sono stabilite per legge, i miei diritti garantiti, la mia umanità riconosciuta. È stato un processo impervio, doloroso, lunghissimo. Ha avuto le sue martiri, che hanno lottato e sono cadute perché le loro figlie e nipoti potessero studiare, lavorare,  amare chi volevano senza temere punizioni, vendette e anatemi da parte maschile. La civiltà d'un popolo, la sua maturità democratica, si misurano dal modo in cui vivono le donne. La storia si declina al femminile. E in periodi tormentati, come l'attuale, sono sempre le donne a rischiare di più. Pertanto, quando troppe voci di uomini s'arrabattano per decretare il margine di libertà che ci spetta, è naturale insospettirsi. E purtroppo, spesso, è pure giusto. In quest'agosto declinante le pagine dei principali quoti

secondo voi nei tg fra il bukini proibito in Francia e non ancora in italioa e la guerra civile in siria qual'è la notizia a cui si da più spaziio ?

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dalla bacheca della nostra daniela tuscano I libri di Daniela Tuscano 9 ore fa · · Capisci che il mondo è alla deriva quando il Tg1 apre l'edizione delle 20 col burkini e confina tra le notizie secondarie la catastrofe umanitaria in Siria.

UNO STRANO CRISTO © Daniela Tuscano

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Avanza uno strano Cristo, veste da rapper, gambe da calciatore , o contadino, o entrambi. Sguardo basso e lento, persino un’aureola a incorniciare il volto immancabilmente barbuto. Alle sue spalle, avanzi di Bronx su una luce cieca. Al suo fianco, un fucile. Un Cristo armato, come in certi dipinti sudamericani. Solo i benpensanti ne rimangono scandalizzati. Quell’arma non spara, ... si difende. È una fionda, pur se uccide. Vi è costretta. Lo strano Cristo si chiama Massoud, la lotta ce l’ha nel nome. Musulmano, 28 anni, non lavora la terra ma fa l’ingegnere e ora si trova lì, in un Bronx libico chiamato Sirte. Combatte contro Daesh, “i falsi musulmani che distorcono l’Islam”. Continuerà a combattere finché non li avrà respinti. Suoi compagni sono altri giovani, ben più giovani di lui, ragazzi che cercano un futuro, già veterani di guerra. Chi ha una paura fottuta di morire, altri che se la sono fatta passare. Pensano al dopo, a quando torneranno agli studi, al lavoro. Esausti ma te

MEMORIA E CONOSCENZA © Daniela Tuscano

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MEMORIA E CONOSCENZA "Evento storico", "memoria storica". Quante volte abbiamo letto o udito queste espressioni? Troppe, probabilmente. E per questo sono diventate pura retorica, suoni fluttuanti in un etere che ogni giorno, anzi, ogni ora, si riempie d'altri eventi e memorie pronti a sostituire nel nostro immaginario quelli appena depositati - e subito svaniti. La storia, per natura legata al pas sato, alla meditazione, al silenzio, oggi ci precede; immagini s'accalcano a immagini, spesso truci e impietose eppur imprendibili  nella blogosfera.  È il martellamento continuo a creare un minimo di certezze quand'anche siano pregiudizi, di valori pur se spesso si tratta di razzismo (sempre meno) camuffato. CONTRO OGNI AMBIGUITÀ - Quando un evento è ritenuto degno di "passare alla storia"? Quando ha provocato qualcosa d'enorme, epocale, straordinario, nel bene e nel male. Ma più spesso a scuotere è il male: lui a fissarsi nel

Per sempre.

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testamento © Daniela Tuscano

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Le guardi e non hai scampo, non sono dipinti, sono profezie realizzate, la Chyniere che si squarcia come una Madonna nera e poi sviene in chiesa, annullata in un urlo munchiano, e la povera crista nera di botte, la sindone del femminicidio, la Federica spolpata, anch'essa con un grido ultimo, digrignato per l'eternità. La prima ha perso un amore, gliel'ha strappato via l'infame furia del razzismo, la seconda ha perso per amore, per un'altra infame furia dalla stessa radice. Signori, questo è l'odio. L'odio per il diverso, l'odio per la donna, anch'essa diversa, anch'essa da punire. Emmanuel, il marito di Chinyere, è stato trucidato semplicemente perché era lui, perché era nero, perché occupava lo stesso suolo, respirava la stessa aria del suo assassino. Perché aveva una moglie che non ha tollerato di sentirsi chiamare scimmia, perché non lo voleva lui, perché la dignità non ha prezzo, perché curvarsi non si può e non si deve più. Fr

ALLE SPALLE di © Daniela Tuscano

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Eri lì, con quell'aria timida, provvisoria, ingannevole. La faccia degli studenti quando non son più studenti. Ed è sempre un giorno tiepido, e c'è sempre silenzio. E ti scoppia nel cuore una gioia vorticosa, un senso di pianto che il mondo non saprà; muori in un attimo, in un attimo risorgi. E sei adulto, e la vita ti seduce, fatale Armida senza delizie. Sei grande e diventi minimo. I tuoi progetti falliscono; sei costretto a fuggire. Tu, figlio di popoli giovani, guardi oltre le vetrate, nell'aria azzurra, straziante come un addio. Partendo, non piangi. Non ne hai il tempo. Subisci tutto e non sai perché: furto, violenze, percosse. Domani, ripeti, domani sarà finita, appena un poco e tornerò. Ma non torni. Sei fuggito dal fanatismo, ti uccide il fanatismo. Cioè il nonsenso. Ti aspettava da quel giorno, covava alle tue spalle fra le congratulazioni e i sogni d'avvenire. Era dietro di te. Una croce spessa e nera. Ti sarebbe piombata addosso, l'avr

NATURALMENTE STRANO di © Daniela Tuscano

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 leggi   anche  Simona Monti aveva 33 anni ed era incinta.... di daniela tuscano Dacca, uno studente musulmano ha preferito morire piuttosto che abbandonare le amiche Non fanno rumore. Camminano tra noi, con la levità degli angeli. Ma non hanno nulla d'etereo. Sono volti e storie come tanti, come tutti. Pe rcorrono lo stesso destino, e quando fanno il bene, spesso, non se ne accorgono. L'assaporano, come fosse un bicchier d'acqua, poi irrompe l'imprevisto, l'efferata eccezione, e li trova attoniti ma pronti. Così la loro normalità s'impone e giganteggia. Portano nomi diversi a seconda delle nazionalità. In questi giorni erano italiani. Ma oggi ne scopriamo altri. Uno di loro si chiamava Faraaz, bangladese.      Aveva un bel viso liscio, i tratti delicati, l'occhio acuto e docile, come molti delle sue parti. La magrezza del Sud-Est asiatico non stona in abiti occidentali, non ha mai avuto nulla di coloniale; ha conservata in