Metrò di © Daniela Tuscano

IL post   d'oggi  della  cara  amica  e compagna  di strada   Daniela  mi  ha riportato alla mente  e  fatto  ricantare  questa    


canzone ambientata negli anni d’oro della mia trascorsa giovane età, fa riferimento anche ai juke box che iniziarono a scomparire dai bar  dalla  metà degli anni  '80  negli anni ’. Anche l’abbigliamento che si intravede dal filmato è tipico degli anni passati. I ricordi affiorano alla mente con concretezza e senza pregiudiziali ideologiche. L'ideologia e le idee con finalità che costituivano la ragione d'essere in quegli anni erano presenti   in majiera  indiretta   dalla mia mente e posso assicurare che vivevo in maniera sublime, al contrario di oggi dove la meschinità e spregevolezza hanno la meglio sulla mia perduta personalità.Ed   per  quiestro che  nel riascortala  mi   emoziona  sempre .
Ma  ora  bado alle ciancie   ed  eccovi  il  post    di Daniela


E se ne vanno,
O incrociano gli sguardi
E non sai se pensano,
Se sono tristi o lieti;
O si lasciano passare
Barattando perle d'ore
In quei giorni in declivio
Fra intrepidi binari...




L'immagine può contenere: spazio all'apertoMilano non è sempre frenetica. Sa ascoltarsi, specialmente la domenica mattina, quando la primavera lambisce i suoi marciapiedi, le sue vie e sotterranei. Qui l'umanità, libera dagli oneri lavorativi, si lascia vivere, e non pensa; ne avverti il cuore. C'è una giovane madre dalla lunga figura, con un ventre che sembra uscito dal pennello di Van Eyck. Ma non è Eva, non deve riscattare nulla: su quelle forme fiamminghe fiorisce un capo biondo, ceruleo, estatico. Non più Van Eyck, ma Beato Angelico. È il miracolo d'un'innocenza ritrovata, o, forse, solo fiducia. C'è una fanciulla dai tratti indocinesi, persa e discreta, che armeggia il suo smartphone - inseparabile, ormai - ma presente a se stessa, e si piace perché donna, nella sua veste cresimale, a quadri bianchi e neri
L'immagine può contenere: una o più persone, persone in piedi e spazio al chiuso. Dove vedesti quella lindura? Nelle cose che fanno la domenica, cioè gli oggi santificati, quieti. C'è un indio senza pace, stramazzato. Non si siede, scarica un peso. Lui fuor di lui. Non ha rincasato la sera, gli abiti sono scialli, inutilmente chiassosi. Il sonno lo vince d'improvviso, tutto assieme, e lo abbandona inerme, regalandogli una strana, infantile solitudine. Famiglie sciamano all'aperto, d'ogni colore ed etnia, come a Milano è sempre stato, perché accoglie e non lo sa. Anzi, ne ha pudore. Milano accomuna tutti, sotto un sole di maggio già ardente. Ma c'è sempre una casa, un viale, una pensilina. Aspettano, vuote, il tuo silenzio.


 Daniela Tuscano

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