Cagliari, Saline Conti Vecchi: il primo sito archeologico in un impianto ancora produttivo

per  saperne di più
http://www.leviedellasardegna.eu/storia_delle_saline_in_sardegna.html
https://it.wikipedia.org/wiki/Saline_di_Molentargius
http://www.parcomolentargius.it/articolo.php?art=885

  da http://www.repubblica.it/cronaca/2017/05/26/news/saline_conti_vecchi_il_primo_sito_archeolgico_all_interno_di_un_impianto_ancora_produttivo-166458088/  dove  potete  trovare nella slideshow  altre immagini



CAGLIARI - I fenicotteri rosa sono diventati i guardiani delle bellezze della Sardegna meridionale. 

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Gli ultimi arrivati in questa terra di approdi e partenze sono la prima meraviglia che si incontra all'ingresso delle Saline Conti Vecchi, monumento di archeologia industriale inaugurato oggi ad Assemini, alle porte di Cagliari, grazie alla collaborazione tra il Fai (Fondo Ambiente Italiano) e l'Eni. Le saline Conti Vecchi sono un impianto di estrazione del sale avviato nel 1929 e da allora sempre in funzione. 
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È il primo sito archeologico aperto all'interno di un impianto ancora produttivo. Il Fai ha restaurato l'impianto originario di inizio Novecento, i vecchi uffici e le vecchie officine. Ma tutt'intorno c'è l'impianto attivo - e questa è la particolarità unica - anch'esso visitabile. Così,  insieme agli ambienti di inizio Novecento (diventato il monumento di archeologia industriale), si vedono le vasche rosa in cui il sale sta "maturando" per la raccolta di fine ottobre e novembre.ndial dove Eni lavora il cloro. Intorno pale eoliche che svettano sulla laguna e sullo sfondo i monti di Capoterra. 
Il lavoro del Fai cerca di portare sviluppo sostenibile in un'area nata dall'intuizione di un imprenditore illuminato, l'ingegner Luigi Conti Vecchi, tra il 1921 e il 1929, e gli scempi fatti dalla politica industriale in Sardegna negli anni Sessanta e Settanta. La visita alle saline è un'immersione nella storia economica dell'isola di un secolo e insieme uno sguardo struggente sulla particolarità naturalistica di questa terra.

''Oro bianco'', con il FAI alla scoperta delle saline di Sardegna


Le sale degli uffici, riarredate con la consueta  precisione filologica degli esperti Fai, la voce dei pochi dipendenti (18) rimasti rispetto ai circa 1400 dell'epoca d'oro delle saline, le montagne di sale scintillanti raccontano un secolo di storia sarda ma anche di storia italiana, ricordano che in Italia non ci fu soltanto l'esperienza Olivetti. Anche alle saline Conti Vecchi ci fu il villaggio degli operai, dove il fondatore aveva pensato alla scuola, all'infermeria e a un bagno per ogni casa nel 1929, in un'isola dove nel 1973 in alcune case dell'interno ancora non esisteva. 
L'officina, la falegnameria, i laboratori descrivono un'industria efficiente in cui per non fermare mai il lavoro si poteva rifare ogni pezzo mancante, per non aspettare che il ricambio arrivasse dal continente. Le saline hanno resistito alla guerra, alle scelte scellerate della politica industriale nazionale, continuano a produrre e si rinnovano. 
Aperte da domenica 28 maggio per tutti, oggi sono state presentate alla stampa e domani l'ingresso sarà riservato agli abitanti dì Assemini e Capoterra. La collaborazione tra Eni, Fai, Regione e Comuni della zona apre infatti a una modalità di riqualificazione partecipata, dopo decenni di lotte sindacali nella zona di Macchiareddu e di battaglie per la bonifica ambientale. 
Non a caso l'inaugurazione ha avuto la partecipazione istituzionale dei grandi eventi nazionali. Insieme al sindaco di Assemini, Mario Puddu (che ha nvitato i sardi a spargere la voce per promuovere l'uso della sala eventi delle saline) hanno descritto la nuova vita delle saline l'amministratore delegato di Syndial, Vincenzo Maria Larocca, il presidente del Fai Andrea Carandini e il vice presidente Marco Magnifico, l'amministratore delegato Eni, Claudio Descalzi, il presidente della regione Francesco Pigliaru e la sottosegretaria ai beni culturali e turismo Dorina Bianchi. 
Descalzi ha annunciato per la zona l'implemento della produzione di energia sostenibile con un impianto fotovoltaico che dovrebbe andare a regime nel 2018. Il presidente della Regione Pigliaru non ha taciuto sui problemi di inquinamento ancora esistenti nell'area di Macchiareddu e dello stagno di Santa Gilla, richiamando Syndial agli impegni presi e assicurando trasparenza nel monitoraggio dei livelli di inquinamento.
"Troppe cose di buon senso non si sono fatte, oggi è bello vedere che si può  produrre senza inquinare. Qui è facile - ha sottolineato - ma ci ricorda anche quanto ancora c'è da fare, dopo che per decenni si è distrutto con una visione di breve periodo". La sottosegretaria Bianchi ha definito il turismo "il sale che può migliorare le condizioni economiche" a patto che questo turismo ripsetti tradizioni e ambiente. 
La descrizione del lavoro del Fai sulla salina descritto dal presidente Carandini ha sottolineato la "condivisione del passato di fronte al presente" e anticipato il progetto di ampliare ancora il sito con  il recupero del molo e del villaggio operaio. "Cooperazione inedita nella quale si lavora a fianco di chi lavora", ha chiosato Carandini sottolineando il compito del Fai di intrecciare ambiente e storia "comunicato in un mondo concreto".
 
Fuori dalla freschissima sala, realizzata ai primi del Novecento in maniera sapiente con mattoni di argilla, il sole arroventa il paesaggio e il riverbero è abbagliante. I fenicotteri hanno la testa nell'acqua, la Sardegna è come sempre stupefacente.



 

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