Bimbo russo orfano e malato, la legge gli vieta un “padre” Quello naturale non lo vuole: il piccolo sta con il compagno della madre, morta 3 anni fa. Attesa a metà aprile la sentenza del Tribunale dei Minori che deciderà il suo destino

Complimenti ai retrogradi , cattolici opportunisti , e alle manovre politike \ populiste che hanno ricattato perchè fosse tolta la stepchild adoption adozione del figlio del partner . La mancata approvazione crea storie come questa . E quui mi fermo perchè se continuo finisco dentro o sotto processo i potenti che hanno permesso simili schifezze hanno il coltello dalla parte del manico . A voi ogni ulteriore giudizio .

  da  http://mattinopadova.gelocal.it/padova/cronaca/  del 16 marzo 2016

Bimbo russo orfano e malato, la legge gli vieta un “padre”

Quello naturale non lo vuole: il piccolo sta con il compagno della madre, morta 3 anni fa. Attesa a metà aprile la sentenza del Tribunale dei Minori che deciderà il suo destino
di Silvia Bergamin




Il piccolo con il "papà adottivo"

GAZZO PADOVANO. Ha perso la mamma, è malato e ha bisogno che il papà - non quello naturale, ma quello che lo ama e accudisce - possa prendersi cura di lui senza vincoli burocratici. Vive appena al di là del confine fra le province, a Lanzè di Quinto Vicentino, confinante con Villalta di Gazzo Padovano, un bambino russo di nove anni che è affidato al marito della mamma, morta il 10 luglio 2013 per un male terribile. La sua storia sta commuovendo tutti i paesi vicini: anche il bambino ha gravi problemi di salute, ha una forma molto aggressiva di malattia ed è in trattamento a Oncologia pediatrica a Padova; è rimasto con il marito della mamma, il 40enne Carlo, perché tra loro s’è creato un rapporto di grande affetto, un legame più forte della genetica.
Il padre biologico del bambino vive in Russia, a Orenburg: ogni atto burocratico (banalmente, firmare una pagella del figlio) competerebbe a lui, anche se da tempo ha mostrato di non tenerci affatto a esercitare la patria potestà. Ma la situazione è complicata dalle leggi che regolano questa materia delicatissima. Difatti tutto ora dipende dal Tribunale dei minori: i giudici si esprimeranno il 15 aprile sul futuro del bambino che, qui in Italia, ha trovato una vera famiglia, ma che secondo le leggi dovrebbe tornare nel Paese d’origine e farsi curare là.
Toccata dalla vicenda di questo piccolo, che non può certo rinunciare alle terapie già avviate da tempo a Padova e rivelatesi più efficaci per curare la sua malattia, si è attivata la deputata Pd Daniela Sbrollini: «Ho parlato con il ministero: stanno seguendo da vicino la questione; per prassi, devono aspettare la sentenza di appello. In base all’esito, sia il Parlamento sia il Governo sono pronti a intervenire immediatamente perché il bambino rimanga in Italia con il padre Carlo». Il Governo sta seguendo la partita sia con il Guardasigilli sia con la Farnesina; in queste settimane il dialogo diplomatico tra Italia e Russia si sta intensificando. Sbrollini, con l’associazione Team For Children, si è da subito messa in moto.
Una storia che fa riemergere la mancata approvazione della normativa sulla stepchild adoption: «Carlo avrebbe potuto adottarlo e il pericolo che il bimbo possa tornare in Russia senza garanzia delle cure mediche e della vicinanza del padre non si sarebbe presentato. Questa vicenda ci deve far riflettere sull’urgenza di alcuni
provvedimenti sulla famiglia, sui diritti e sulle adozioni e di come la politica deve imparare al più presto a far squadra per aggiornare velocemente e nel migliore dei modi le leggi così garantire i diritti a tutti i cittadini», conclude la deputata dem.

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