«Porti iella»: ragazzina di 12 anni perseguitata da centinaia di bulli a Nuoro




un miracolo di solito sucede il contrario i genitori   sono inervenuti subito .Infatti  ecco un intressante  discussione  sullla  pagina  facebook   dell  'unione  sarda   con
Cheeba MorCheeba Piccoli "insultatori" violenti crescono! Non so di che vi meravigliate. I ragazzini sono lo specchio della società, copiano tutto quello che "fa figo" e insultare chi è in minoranza, diverso o per i cavoli suoi è all'ordine del giorno nella nostra realtà. Quando ero piccola io il bullismo si affrontava a parole o a calci, non mettendo in mezzo le forze dell'ordine... magari a quest'ora molte facce di bronzo che ora hanno figli che fanno i bulli, avrebbero avuto una diversa fedina penale! Ma sarebbe veramente tanta gente e tra le più lodate dalla società pure!
e Cristina Floris E i genitori dei bulli? Scommettiamo che per loro sono bravate? Ragazzate. .....poverini! Questi genitori dovrebbero pagare migliaia di euro per danni alla ragazzina. Sono sicura che allora insegneranno il rispetto ai loro orrendi figli
Giuseppe Scano logico che succedano ancora e continueranni  a succedere , manca la prevenzione  e  dei corsi   obbligatori per genitori . Ma purtroppo il solo parlarne pubblicamente ( vedi la puntata  andata in onda     recentemente di presa diretta  di iacona  costretta a trattare il tema delbullismo specie quello omofobico \ sessuale e cyberneticvo in seconda serata ) è tabù .
Giuseppe Scano magari sono quei genitori che sminiscono quando sono i loro figli a farlo ed invece s'incazzano quando sono loro figli a subirlo . Ommagari quelli che si lamentano del bullismo specie sessuale e poi si lamentano se la scuola fa educazione sessuale tirando in ballo la bloiata del gender


se  non  vi  dovesse bastare  il video  sintetico  dell'unione sarda   e la discussione     eccovi l'èarticolo della  nuova sardegna  d'oggi 12\2\2016

«Porti iella»: ragazzina di 12 anni perseguitata da centinaia di bulli a Nuoro

I genitori della vittima consegnano la lista di nomi alla polizia e ai dirigenti degli Istituti. Il racconto choc: «Quando vedono passare nostra figlia i maschi si toccano nelle parti intime»

NUORO. È la lista nera di bulli più numerosa d'Italia. Al suo interno ci sono i nomi e i cognomi di centinaia di studenti nuoresi, provenienti dalle quattro scuole medie cittadine e di età compresa tra gli 11 e i 15 anni, protagonisti della più calda vicenda di bullismo isolano degli ultimi tempi. Sulla loro testa pesa l'ingombrante accusa di essere i carnefici di una ragazzina di appena dodici anni: sono stati proprio i genitori della vittima a consegnare la lista in Questura. E una copia dell’elenco di nomi è stata inviata anche ai dirigenti scolastici.
L’inizio dell’incubo. «Tutto è iniziato circa nove mesi fa – raccontano i genitori della ragazzina – . A metà anno scolastico, frequentava la prima media, alcune compagne di classe, forse ingelosite dalla bellezza di nostra figlia e dal taglio di capelli all’ultima moda, hanno commentato di fronte a tutta la classe la sua pettinatura, definendola "da poco di buono". La cosa si risolse qualche settimana dopo con le scuse, accolte senza esitazione da nostra figlia». Poi la fine della scuola e le tante serate estive in compagnia delle fidate amiche del cuore passate con la spensieratezza e la gioia tipica di quell'età. Mai avrebbe immaginato di ritrovarsi di lì a poco perseguitata da centinaia di ragazzini e ragazzine, spesso sconosciuti, pronti a seppellirla di insulti e maldicenze in ogni angolo della città.
La persecuzione. «A settembre con l'inizio della scuola è cominciato il suo e il nostro calvario – raccontano i genitori con voce flebile – Ci eravamo accorti che qualcosa non andava, da bambina allegra e gioiosa era diventata apatica e taciturna, i suoi occhi erano sempre tristi e accampava scuse di ogni tipo pur di non andare a scuola o semplicemente uscire di casa. Abbiamo pensato che il problema fosse circoscritto nelle quattro mura scolastiche e così le abbiamo fatto cambiare scuola. Ma c’era ancora qualcosa che non quadrava».
«Porti iella». Dopo cinque mesi di silenzi la dodicenne finalmente trova il coraggio e racconta tutto ai genitori. Ogni giorno era una fotocopia del precedente: varcata la soglia di casa era un continuo incassare, tra urla ingiuriose, gesti scaramantici e maldicenze. «Un fiume di lacrime disperate ha accompagnato il racconto di nostra figlia, l'abbiamo ascoltata con il cuore in frantumi e dentro la nostra testa ci chiedevamo "perché tutto questo, perché proprio a lei". Purtroppo le hanno attribuito la nomea di porta iella e il tam tam in città è stato così veloce e impietoso che tutti i ragazzini anche se non la conoscevano si toccavano i genitali quando passava, cantandole canzoncine che fanno rima con la parola sfiga». Uno choc per la personalità ancora troppo fragile di una adolescente. «E d'altronde dove poter colpire una ragazza bella, con un fisico da modella e una dolcezza infinita se non additandola della maldicenza più temuta, che ha portato al suicidio tantissime persone».
La lista dei bulli. I genitori a quel punto hanno detto basta. «Mossi da una grande preoccupazione abbiamo deciso di raccontare tutto in Questura, e portare una lista con un centinaio nomi, quelli a cui nostra figlia con l'aiuto di un'amichetta è riuscita a risalire». Ma in realtà sono numerosissimi i bulli di cui ancora non si conosce il nome e che per adesso dormono sogni tranquilli. I genitori della vittima per il momento hanno deciso di non sporgere denuncia, ma la lista, sotto richiesta della Questura, è stata inoltrata ai dirigenti scolastici delle scuole frequentate dai ragazzini incolpati.
Bufera a scuola. Il fatto ha scatenato l'inferno tra i genitori, in particolare modo in una delle scuole più coinvolte, dove si è persino paventata una sospensione di massa. «In questa vicenda siamo noi genitori colpevoli, dobbiamo fare capire ai nostri figli che toccarsi le parte intime per scaramanzia, non e' un atto di bullismo ma può fare molto male. Così come è colpevole l'adulto che spara a zero – la critica è rivolta alla dirigente scolastica – e vuole sospendere i presunti responsabili, squalificandoli più che accompagnandoli nel difficile percorso della crescita. Vogliamo dire alla mamma di questa ragazzina che ora i nostri figli sono entrambi vittime: di bullismo e di facile condanna».
Ma la preside non ci sta: «Nella scuola da tempo sono attivi progetti che sensibilizzano al tema del bullismo. La situazione per
me è molto dolorosa sia per la vicenda in sè che per il comportamento dei genitori – aggiunge la preside –: in coro hanno dichiarato la purezza dei loro figli e messo me alla berlina, senza pensare neanche per un momento all'anello debole di questa storia, cioè la povera ragazzina dodicenne».

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