Il Labirinto del Silenzio, la ricerca della verità nella Germania che voleva dimenticare Auschwitz


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Il Labirinto del Silenzio, la ricerca della verità nella Germania che voleva dimenticare Auschwitz
da http://www.ilfattoquotidiano.it/ del 7\1\2016   di Aureliano Verità 7 gennaio 2016







Con l’avvicinarsi della Giornata della Memoria la parola d’ordine anche al cinema diventa “ricordare” e, come ogni anno, in sala arriveranno diverse pellicole che accompagnano lo spettatore attraverso un percorso non facile, quello di riportare alla mente l’orrore che è stato. La settima arte si conferma uno tra gli strumenti più congeniali per la Memoria e rende vivide e indelebili le immagini di un passato da non dimenticare, raccontando storie note e altre poco conosciute, come quella de Il Labirinto Del Silenzio.
Ambientato nella Germania degli anni ’50, a più di dieci anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, il film diretto e co-scritto daGiulio Ricciarelli, mette in scena la storia di un giovane pubblico ministero che decide di battersi in favore della verità, combattendo il negazionismo, contro ogni ostacolo immaginabile, in un sistema dove era più facile dimenticare che ricordare. Sullo sfondo di eventi realmente accaduti, quest’opera prima, in corsa per gli Oscar 2016, affronta con uno sguardo diverso gli anni del “boom economico”, nell’epoca dell’ottimismo sfrenato, in cui le persone volevano solo dimenticare il passato e guardare avanti. Un capitolo poco noto della storia della Germania, che cambiò radicalmente il modo in cui i tedeschi guardano al proprio passato.









Johann Radmann, interpretato daAlexander Fehling è stato recentemente nominato pm e come tutti i novizi, inizialmente dovrà occuparsi di casi minori, di scarso interesse. Fino al giorno in cui il giornalista Thomas Gnielka (André Szymanski) porterà alla sua attenzione un caso diverso, secondo il quale un suo amico avrebbe riconosciuto un’ex guardia diAuschwitz, ora insegnante. Nessuno avrà la voglia perseguire legalmente quest’uomo, tranne Radmann che, contro il volere del suo diretto superiore, inizia a esaminare il caso facendo luce su una rete di repressione e negazione fino a quel momento celata. Erano gli anni in cui la parola “Auschwitz” alcune persone non l’avevano nemmeno sentita nominare, altre invece volevano dimenticarla il più in fretta possibile. Radmann incontra solo ostacoli sul suo cammino, fatta eccezione per il pm generale, Fritz Bauer, a cui presta il volto Gert Voss, che appoggia la ricerca del suo giovane collega, con l’intento comune di riportare all’attenzione pubblica i crimini commessi nel campo di concentramento.
Durante il processo di Norimberga tenutosi solo cinque anni prima degli eventi raccontati nel film, erano stati processati 24 tra i maggiori capi nazisti: “Diversamente dai processi di Norimberga, i processi di Auschwitz sono ancora oggi ignoti alla maggioranza delle persone e in un certo senso, consideriamo il nostro lungometraggio come un mezzo per evitare che restino sconosciuti” ha raccontato il produttore Jakob Claussen. Una storia certamente complicata da raccontare, per la quale Ricciarelli, italiano di nascita naturalizzato tedesco, ha scelto toni a metà tra il film storico e il thriller e un cast d’eccezione in primis Fehling e Szymanski, a cui si affiancano giovani attori come Friederike Becht, Johannes Krisch e Johann von Bülow. Il Labirinto Del Silenzioarriverà in Italia il prossimo 14 gennaio distribuito dalla Good Films e ilFatto.it ve ne propone una clip in esclusiva.


un film  che sta   , ancora  non è arrivato nelle  sale  italiane   è già crea ,   trovate  sotto alcuni come  dall'articolo de ilfatto ,  buon segno     discussioni  alcune   condivisibili altre no  ,l'importante  è che   non cali  iilenzio o  peggio il negazionismo \ revisionismo estremo su tali   orrori   della storia







Antitanti • 6 ore fa


Non se ne parla mai abbastanza, così come di altri genocidi.
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xeawzd@grandmasmail.com • 7 ore fa
genere fantasy
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FTW • 8 ore fa
a hollywood dovrebbero fare una statua di ringraziamento ai tedeschi
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agricolo • 9 ore fa


Forse è ancora presto per dibattere pubblicamente su questi argomenti. Troppe incrostazioni propagandistiche o difensive permangono dallo immediato dopoguerra. Certi discorsi di pura logica neanche si possono citare senza essere etichettati come postnazisti. Ognuno dovrebbe, se crede, studiare gli argomenti per suo conto. Sapendo che molte verità ufficiali vanno per lo meno sottoposte a oggettiva verifica. 
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roberto • 21 ore fa


Per nascondere le verità della seconda guerra mondiale,le hanno enfatizzate oppure denigrate. Giunto è il tempo dimostrare i fatti come sono accaduti realmente.

Commenti

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