Alessia, niente Olimpiadi in attesa della cittadinanza Reggio Emilia: ha 17 anni, è di origini russe ed è una promessa dell’arte marziale taekwondo. Bloccata dallo stallo sullo “ius soli”

Ha passato 14 dei suoi 17 anni a ‪#‎Reggio‬ Emilia ed è italiana nei fatti. Eppure Alessia non può gareggiare con la maglia della Nazionale nella disciplina dove eccelle, il taekwondo, perché per lo Stato non ha ancora i requisiti per ottenere la cittadinanza
  
 da  http://gazzettadireggio.gelocal.it/reggio/cronaca  del 21\1\2016 

Alessia, niente Olimpiadi in attesa della cittadinanza

Reggio Emilia: ha 17 anni, è di origini russe ed è una promessa dell’arte marziale taekwondo. Bloccata dallo stallo sullo “ius soli”
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REGGIO EMILIA. Ha passato 14 dei suoi 17 anni a Reggio Emilia ed è italiana nei fatti. Eppure Alessia non può gareggiare con la maglia della Nazionale nella disciplina dove eccelle, il taekwondo, perché per lo Statonon ha ancora i requisiti per ottenere la cittadinanza. Una grande perdita per lei, che vede passare davanti agli occhi occasioni e possibili trionfi, e una grande perdita per i colori azzurri che potrebbero essere difesi da lei con successo.
La ragazza, studentessa alla Filippo Re, non ha potuto partecipare agli Europei che si sono tenuti in Turchia ad ottobre e non potrà andare alle prossime Olimpiadi a Rio. «La speranza - dice il suo allenatore Daniele Frascari della palestra Taekwondo Tricolore - è che possa prendere almeno il treno per Tokyo 2020».
Parlando con Alessia nessuno si sognerebbe di pensare che non sia reggiana. Le sue origini sono evidenti solo nel cognome, Korotkova. La 17enne non rinnega affatto le sue radici, che sono piantate nella lontana Siberia, dove di tanto in tanto è tornata con la madre per fare visita ai parenti.
La campionessa spera solo che il Parlamento approvi il prima possibile la legge sullo ius soli, portato all’attenzione della politica dalla campagna “L’Italia sono anch’io”, per la quale Reggio si è mobilitata. La legge è passata alla Camera ma non ancora al Senato. Nei giorni scorsi è stato approvato uno ius soli sportivo, che consente ai ragazzi stranieri di poter svolgere attività nei campionati italiani, ma non di indossare la maglia della Nazionale.
«Recentemente il gruppo sportivo dei carabinieri si è interessata a me - dice Alessia - ma in assenza della cittadinanza non posso essere arruolata». Entrare nell’Arma le consentirebbe di allenarsi in tutta tranquillità, dato che lo sport la occupa tutti i giorni.
Alessia pratica il taekwondo da appena cinque anni, ma ha già vinto il campionato italiano nel febbraio 2015 e per due volte la Coppa Italia. Ora che ha compiuto 17 anni non può più partecipare ai campionati senior perché non è italiana. La sua cittadinanza è quella russa, anche se per gareggiare con quella Nazionale dovrebbe tornare a vivere lì. «E io mi sento italiana - dice la giovane - e vorrei rappresentare l’Italia. Di fatto sono un’ apolide».
La cittadinanza, se le regole non saranno cambiate, Alessia l’avrà soltanto a 20- 21 anni, ma nel frattempo avrà perso troppe occasioni sportive. Basti pensare che agli Europei è salita sul podio una concorrente che lei ha sempre battuto ogni volta che ha incontrato.


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