L'uomo più veloce della Sierra Leone e promessa dell'atletica internazionale, Jimmy Thoronka, fugge dall'ebola ma viene arrestato a Londra perchè clandestino


in sottofondo Clandestino - Manu Chao   interpretato da  Fiorella Mannoia

da   repubblica  del 7\3\2015
Dall'ebola al carcere: la corsa più lunga di Jimmy
L'uomo più veloce della Sierra Leone e promessa dell'atletica internazionale, Jimmy Thoronka, è stato arrestato a Londra, non essendo più in possesso del visto di soggiorno. Aveva deciso di non tornare in patria dopo che il virus aveva sterminato la sua famiglia. Ora la macchina della solidarietà si è messa in moto per lui dal nostro corrispondente

                                       ENRICO FRANCESCHINI


Quella che aveva prima dei Commonwealth Games gliela stava portando via l'Ebola. Durante i Giochi dell'estate scorsa, Jimmy Thoronka, 20 anni, specialista dei 100 metri piani (il suo tempo migliore: 10 secondi e 58), ha scoperto che prima suo zio, poi i suoi genitori adottivi, quindi i suoi fratellastri, in pratica tutta la sua famiglia, erano stati uccisi dal virus. Era la seconda famiglia che una delle tragedie abbattutesi sul suo paese gli hanno portato via: i suoi genitori naturali sono morti nella guerra civile che ha infestato la Sierra Leone tra il 1991 e il 2000, uccidendo più di 50 mila persone e facendo centinaia di miglia di feriti e di profughi. L'adozione gli aveva dato nuovi papà e mamma, e nuove speranze. A scuola si erano accorti che correva veloce. La locale federazione di atletica leggera si è occupata di lui. Uscito dall'adolescenza si è rapidamente affermato come l'atleta migliore nazionale negli sprint. Ha vinto medaglie ai campionati africani, nel 2013 ha ricevuto il premio dell'associazione giornalisti sportivi africani come migliore atleta maschio dell'intero continente e l'anno scorso è stato inserito nella squadra della Sierra Leone per i Giochi del Commonwealth, le "Olimpiadi" dei paesi dell'ex-impero britannico, che rappresentano nazioni con un totale di 2 miliardi di abitanti. Alla cerimonia di inaugurazione a Glasgow è stato lui a portare la bandiera del suo paese sfilando davanti alla regina Elisabetta. All'epoca, Ebola aveva fatto solo poche decine di morti in Sierra Leone. Ma poi la crisi sanitaria è degenerata (fino ad oggi le vittime sono state 3500). Quando Jimmy ha appreso che la sua famiglia adottiva era stata spazzata via dal virus, gli è parso che gli crollasse il mondo addosso  -  per la seconda volta. Ai Giochi il suo rendimento è stato inferiore alle aspettative. Il timore di rientrare in patria e non trovare nessuno ad attenderlo, neanche nella federazione atletica, che come molte altre strutture della Sierra Leone è allo sbando da quando infuria la malattia, insieme alla preoccupazione di venire a sua volta contagiato, lo ha convinto a prendere una drastica decisione: restare illegalmente nel Regno Unito. Non è stato l'unico membro della squadra del suo paese a scomparire nel nulla al termine dei Giochi: chi lo ha fatto per paura dell'Ebola, chi per cercare un futuro migliore di quello che può offrire un povero paese dell'Africa equatoriale. Alla stazione degli autobus di Glasgow, qualcuno gli ha rubato la borsa dove aveva documenti e un po' di soldi. E' riuscito a farsi regalare il denaro per prendere un biglietto per Leicester, dove aveva un conoscente della Sierra Leone, con il quale ha vissuto per un po'. Ma poi l'amico gli ha chiesto di andarsene. Così è arrivato in qualche modo fino a Londra. Ha sopravvissuto di elemosina, mangiando patatine fritte, dormendo nei parchi e sotto i ponti, lavandosi nei gabinetti pubblici. Quando la polizia lo ha fermato un paio di giorni fa, riferisce il Guardian che gli dedica stamane una pagina, era in condizioni "emaciate". Dice da Freetown, capitale del suo paese, il presidente della federazione di atletica leggera: "E' un atleta con enorme potenziale. Potrebbe diventare uno dei centometristi più veloci del mondo, ma avrebbe bisogno di uno sponsor che lo aiutasse a mantenersi ed allenarsi. Ha sicuramente più chances di farcela in Inghilterra che a casa propria". Bisogna vedere se le autorità gli daranno asilo o lo rispediranno in Africa come immigrato clandestino. Intanto però è partita una colletta per aiutarlo. L'ha lanciata sul web uno studente dell'università di Cambridge, Richard Dent, che sta facendo un dottorato su come i social network possono aiutare le persone colpite dalla miseria o da una crisi nazionale di qualche genere. In due ore, il sito gofundme. com/helpjimmyt ha raccolto 1300 sterline, circa 2000 euro. L'ultima corsa di Jimmy Thoronka è cominciata. Vediamo come finira'

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