anche nella fretta si può fare carpe diem . fotografato il Rhynchophorus ferrugineus ( punteruolo rosso \ divoratore di palme )


Domenica  scorsa   a  porto  taverna   (  Olbia  )   nella  casa  al mare  d'amici  ,   con il mio  "compagno di  viaggio elettronico  " il  lumia 520  (  foto  a  destra   )  ho fotografato,  vedere  sotto al centro ,   il famigerato   , Rhynchophorus ferrugineus – un curculionide chiamato comunemente "Punteruolo Rosso" – il cui il suo  ciclo vitale si svolge in parte all'interno delle palme  .  Inizialmente  .l'avevo scambiato per  un semplice  coleottero
Ma   dopo aver  scaricato  le  foto sul pc  , più precisamente   su il mio facebook  ,  ho  fatto l'incredibile scoperta  .
Le  prime  notizie  della  diffusione  in Italia   risalgono al 2007 quando ancora , pur non essendoci una rimedio si poteva arginare . Ma purtroppo causa " globalizzazione " cioè l'acquistare piante estranee al nostro ambiente la sua diffusione è aumentata.
Infatti << Non è una novità che nel corso degli ultimi trent'anni molti parassiti e fitofagi siano stati introdotti accidentalmente in Italia a causa della leggerezza di vivaisti e rivenditori di piante, che fanno sbarcare sul continente grosse quantità di esemplari adulti, privi di adeguata certificazione fitosanitaria.>>













Le larve di curculionidi si trovano all'interno dell'apice vegetativo delle palme, dentro il quale scavano gallerie e nidi, rosicchiando il legno spesso in maniera udibile senza stetoscopio, e una volta completamente sviluppate invadono letteralmente l'ambiente circostante, contaminando altri esemplari.Sembra che in questo periodo (inverno 2006-2007), grazie anche alle temperature innaturalmente miti, la virulenza dell'attacco sia aumentata. Molte regioni italiane a clima dolce, come Campania, Liguria, Puglia, Sardegna, Sicilia, hanno infatti dato segnalazione di piante attaccate.Esemplari storici, che da diversi decenni danno una precisa connotazione a molte belle città italiane, potrebbero essere completamente spazzati via. Anche in questo caso si assiste ad una tragica ed irritante passività delle autorità che dovrebbero essere competenti della materia. Per ora infatti non sono stati posti né vincoli né controlli alle piante importate dall'estero, né vengono presi – se non occasionalmente e a livello comunale – dei seri provvedimenti per prevenire un futuro disastro.Purtroppo la lotta è molto difficile, e se l'individuo contaminato è adulto, pare non ci sia al momento altro rimedio che estirparlo e bruciarlo il più presto possibile. In esemplari giovani è stato tentato un trattamento d'urto, irrorando la corona foliare dall'alto e avvolgendo la pianta in un grande telo di plastica, a mo' di camera a gas. Ma risulta evidente che questo tipo di azione non può essere eseguita su esemplari già cresciuti.
Rhynchophorus ferrugineus (foto CSIRO Entomology)
Per ora è invece importante la prevenzione, anche se su questo tema non sembra che ci sia molto accordo: le trappole feromoniche, da alcuni giudicate un alleato, da altri vengono considerate invece come peggiorative della situazione.Pare che l'uso di neem e naftalina a scopo preventivo, dia qualche risultato. I vivaisti etnei per la maggior parte usano il Dursban o Pyrinex in dosi massicce, più il Confidor . Bisogna bagnare completamente il cuore della palma: l'ideale sarebbe riempire un secchio del prodotto e gettarlo sulla pianta irrorando la parte centrale. Il trattamento va ripetuto ogni 15 giorni. Ovviamente le difficoltà aumentano quanto più l'esemplare è maturo.È importante dire che il "Punteruolo Rosso" predilige l Phoenix dactylifera e la Phoenix canariensis, ma attacca anche leWashingtonia, le Chamaerops e le Trachycarpus, per cui si raccomandano trattamenti preventivi su tutti questi generi di palma.Inoltre sarebbe raccomandabile evitare la potatura delle palme, poiché il "Punteruolo" si infila all'interno delle piante attraverso i tagli. Tra l'altro la potatura in sé per sé non sarebbe affatto necessaria, anche se viene abitualmente eseguita a scopi estetici (spesso con risultati che di estetico non hanno nulla), o per questioni logistiche, di passaggio o di viabilità.




Palma attaccata dal Punterolo Rosso (fotoCe.Spe.Vi.)

Esemplari attaccati


Il Rhyncophorus ferrugineus attacca oltre 180 specie di Arecaceae (le palme) in modo estremamente selettivo. Sebbene prediliga la Cocos nucifera, è stato osservato che attacca in maniera molto violenta anche le Phoenix, principalmente la specie canariensis, e le Washingtonia. Larve di Rhyncophorus sono state ritrovate persino nelle agavi, indice del fatto che qualunque pianta succulenta, con un parenchima di riempimento tale da poter ospitare le gallerie trofiche, ed un po’ di fibra per l’imbozzolamento,è potenzialmente vittima dell’insetto.  L’inverno è il periodo di minore attività, il che può forse far intravedere una possibile linea d’azione fitofarmacologica.
Durante gli abbattimenti di esemplari adulti attaccati, all’interno si è potuta constatare la presenza di individui a tutti gli stadi dello sviluppo: uova, larve, bozzoli, pupe di diverse dimensioni, adulti prossimi allo farfallamento, ed infine adulti già sfarfallati.
Gli esemplari più colpiti sono quelli lesionati da funghi, malattie, dalle intemperie o potati, e pare che ci sia una predilezione per quelli di sesso maschile ( il motivo tuttavia rimane tuttavia ancora in fase di studio, e non tutti gli specialisti concordano su questa ultimo dato, che riportiamo per amore di precisione). Teniamo a sottolineare che questo non significa che esemplari di sesso femminile, ben tenuti e non potati, siano immuni, poiché il curculionide si dimostra particolarmente aggressivo: se non trova palme di suo gradimento è ben capace di attaccare altre specie che trova un po' meno appetibili.

Ciclo vitale



Il parassita riesce a portare a termine anche tre generazioni in un anno e può volare anche per diversi chilometri. Appena trova una palma adatta alla colonizzazione, si ferma ed “avverte” lo sciame. In genere è l’insetto maschio a compiere le esplorazioni, e si crea un nuovo harem di femmine che attira con un feromone di aggregazione.
Dopo l’accoppiamento le femmine scavano tunnel e gallerie per deporre le uova, ed assicurare alla nuova progenie molta sostanza nutritiva. Gli accoppiamenti si protraggono anche per 25–30 giorni, ed ogni volta la femmina depone 10–15 uova. Nella sua vita una femmina di Rhyncophorus ferrugineus arriva a deporre oltre 300 uova.Consigli per prevenzione e cura
L'individuazione del parassita è bene che sia il più possibile precoce. Controllare se l’apice vegetativo è sofferente, che solitamente, ma non sempre, è la prima porzione ad essere attaccata in quanto costituito da tessuti teneri, facili da perforare con il rostro del curculionide femmina. La naftalina sarebbe utile perché interferirebbe con i segnali biochimici lanciati dagli insetti per aggregarsi (si usano dei sacchetti di almeno tre palline di naftalina appese ad ogni ramo, da sostituire dopo 60 giorni). Tuttavia la naftalina è pericolosa anche per la palma poiché contiene naftalene, e a sua efficacia è ancora da dimostrare.
I feromoni sono ampiamente usati in Spagna da almeno dieci anni con scarsi risulati (si otteneva solo uno spostamento del curculionide, senza poter procedere ad una cattura di massa di tipo abbattente). La Spagna inoltre ha taciuto sull’infestazione per almeno per otto anni (dal 1994 al 2002), non seguendo le normativedell’Unione Europea.
Dal punto di vista chimico – a livello curativo – i migliori risultati li sta dando il fosforo, che però è molto pericoloso per la salute pubblica, e quindi non può essere impiegato che su scala ridotta, e con grande cautela.
Nel suo paese di origine, l’India, il Rhyncophorus ha numerosi nemici naturali, come acari, funghi, entomoparassiti, nematodi entomopatogeni. Forse la strada potrebbe essere quella della lotta biologica.
In paesi tropicali e sub-tropicali, dove le palme da cocco e da olio sono una base dell’economia di produzione, ilRhyncophorus è stato combattuto con mezzi improponibili in Europa (fosforganici e clororganici).
Relativamente da poco si sta provando con l’endoterapia, meno costosa ed invasiva rispetto ai trattamenti esterni, a "doccia", che richiedono volumi notevoli di insetticida, la distribuzione dall'alto con piattaforma aerea (palma per palma), ogni 15 giorni, e che comportano un grave impatto ambientale e l’inapplicabilità in ambiente urbano. L'endoterapia si pratica da terra con iniezioni al tronco, richiede minori quantità di insetticida, interventi ogni 4 o 6 mesi, e si può arrivare a trattare 200 palme al giorno. Inoltre si tutela l'ambiente circostante e l'applicazione è consentita anche in ambiente urbano.








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