anche con il sarcasmo e l'ironia si può raccontare la mafia . La mafia uccide solo d'estate NO SPOILER



Nel quotidiano la catastrofe, quando deflagra violenta e totale, non la puoi evitare: ma dalle macerie si può far uscire qualcosa, lavorando sull’onesta condivisione del dolore e la memoria.





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Un film bello e divertente , sagace , che riesce a dire ( farebbero bene a vederselo anche chi le conosce già ) cose note e stra note anche ai muri , parlando del futuro e con un finale pieno di speranza e carico di un messaggio .
Nonostante a tratti sia , per chi ha sentito e risentito parlare di tali avvenimenti , prevedibile a l limite dello scontato , in quanto << ( .. )  Pif ha colto una verità di per sé poco appariscente, e ce la mostra da dietro una maschera di apparente ingenuità e goffaggine, che fa ridere e commuovere, di quelle lacrime che arrivano da non si sa bene dove e rimangono anche dopo che le hai asciugate. Perché nel quotidiano la catastrofe non la puoi evitare, quando deflagra violenta e totale, decisa da altri e messa in moto da mani occulte: ma dalle macerie si può far uscire qualcosa, lavorando sull’onesta condivisione del dolore e la memoria. (....) da http://www.valigiablu.it/la-mafia-uccide-solo-destate-il-quasi-capolavoro-di-pif/ è un film da vedere e far vedere nelle scuole anche alle elementari .
Questa è vera antimafia non quella da salotto o da professionisti .Un modo nuovo di raccontare la mafia. Un film che dissacra i boss e restituisce l’umanità dei grandi eroi dell’antimafia. Un sorriso ironico e mai banale sugli anni terribili degli omicidi eccellenti.Un modo originale , quindi , nel trattare il tema mafie non retorico e stereotipato o classico ( il padrino , la piovra , bronx , cento passi ,-- a cui lo stesso pif vi ha partecipato come auto regista --- ecc ) . Un film che sulla scia de il dolce e l'amaro , va alle origini sociali ed affronta la zona grigia fatta di silenzio assenso , e sdramatizzazione del fenomeno mafioso , vedere il titolo del film che è anche un dialogo del film : << Ma la mafia ucciderà anche noi?  Tranquillo. Ora siamo d’inverno. La mafia uccide solo d’estate.[IL padre al piccolo Arturo, prima di andare a dormire] >>
Lo stile del film utilizza, per molti aspetti, il linguaggio tipico della trasmissione televisiva Il Testimone di MTV di cui Pif è autore e conduttore. Gli argomenti, anche quelli più scabrosi e delicati, vengono trattati con un doppio registro fatto di ironia e fredda presentazione dei fatti, in una originale alternanza tra momenti comici e pugni allo stomaco . Infatti da http://www.mymovies.it/film/2013/solodestate/

Costruito come un romanzo di formazione, La mafia uccide solo d'estate trova la sua rilevanza in quello che racconta e la sua forza in come lo racconta e come rappresenta la mafia senza indulgenze celebrative. Infilato il terreno minato dell'universo criminale, Pif contempla il fascino sinistro dell'eroe del male, incarnato nel film da Giulio Andreotti e allargato a una lunga serie di 'persone perbene'e istituzionali fino alla bassa macelleria criminale, scartando i sentimenti retorici e i cliché che veicolano l'idea dell'immutabilità della Mafia. Nato in una regione incline al fatalismo come la Sicilia, Pif fa qualcosa di più che dimostrare la parabola discendente di Cosa Nostra, scegliendo come protagonista un ragazzino che coltiva sogni, speranze e illusioni e che imparerà a sottrarsi alle regole del gioco sentendosi e volendosi 'diverso' rispetto alla cultura diffusa di cui la criminalità organizzata è espressione. I padrini forti e arcaici visti sempre nella loro sacralità di potenti e cattivi vengono 'rovesciati' in una storia drammaturgicamente valida e capace di scendere dentro le cose.
Cinema impegnato in prima linea, che arriva col sorriso fino in fondo, fino a sentire e a far sentire un dolore lancinante, La Mafia uccide solo d'estate capovolge il comico in tragico ricordandoci che ribellarsi è possibile. Il film porta a coscienza del protagonista e della sua città i mostri che stanno anche dentro chi li vorrebbe cacciare e che decide per questo di dichiarare guerra a una parte di sé. Lo sguardo attonito e incredulo di Arturo bambino sulle omertà e le brutalità del mondo degli adulti, che lo hanno sedotto (Giulio Andreotti), innescato (il giornalista esiliato di Claudio Gioè) e (ri)educato (i 'retroscena' del potere mafioso), si posa adesso consapevole sul figlio e sulle targhe di marmo.
Targhe che 'medicano' le ferite di Palermo, targhe fissate sui suoi muri e nella sua memoria, targhe su cui Arturo legge i nomi dei caduti per la Mafia. Legge il loro impegno, le loro imprese, rompendo l'ordine delle cose (nostre) e avviando il processo di eredità di chi ha saputo far esistere la cultura come possibilità della comunità.






http://www.lamafiauccidesolodestate.com
http://it.wikipedia.org/wiki/La_mafia_uccide_solo_d'estate
http://www.valigiablu.it/la-mafia-uccide-solo-destate-il-quasi-capolavoro-di-pif/

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